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Estero
Massolo: i droni e il 'fioretto' di Mosca, "nervi saldi per evitare la trappola"
Oggi 08-10-25, 18:53
AGI - "Eravamo abituati alla guerra con la spada, ora la si fa anche con i fioretti che a volte sono più efficaci delle spade": l'ambasciatore Giampiero Massolo fotografa così all'AGI le nuove forme di guerra ibrida messe in campo nel conflitto ucraino e "le operazioni di provocazione e disturbo" della Russia come i sorvoli dei droni sui Paesi Nato. Provocazioni di fronte alle quali ha invitato a "tenere i nervi saldi e a non pensare di essere alla vigilia della Terza guerra mondiale perché questo non è nell'interesse dei nostri Paesi e delle nostre opinioni pubbliche". "Sono azioni visibili, solo potenzialmente letali, con cui viene testata la tenuta dell'avversario", ha spiegato Massolo. "L'Occidente", ha sottolineato l'ex diplomatico e analista geopolitico, attualmente presidente di Mundys, "deve evitare di cadere nella trappola di chi vuole minare la solidità del rapporto tra Europa e Nato e allarmare le opinioni pubbliche". "Non si possono sottovalutare queste operazioni ma non bisogna ingigantirne gli obiettivi", ha aggiunto. Se il rischio di un accidentale 'casus belli' è sempre possibile, infatti, Massolo vede "due effetti mitiganti": "Le tre superpotenze o aspiranti tali, Usa, Russia e Cina, non contemplano la possibilità e non vedono la convenienza di un confronto diretto tra di loro per costruire un nuovo ordine mondiale, come fu alla vigilia della Prima guerra mondiale. Il secondo è che non bisogna pensare che Mosca cerchi l'escalation". Il conflitto in Ucraina, ha osservato l'ambasciatore, ha fatto emergere "la guerra povera", "l'impiego di mezzi che non hanno i costi stratosferici dei sistemi d'arma" ma offrono il vantaggio dell'"effetto sorpresa" e di richiedere una risposta asimmetrica spesso "molto più costosa" per chi difende rispetto a chi attacca. "Il difensore è costretto a impiegare un'arma sofisticata, il classico sparare con il cannone alle mosche", ha osservato Massolo. Lo ha fatto l'Ucraina "con attacchi molto mirati contro gli impianti energetici russi" con droni e munizioni vaganti a cui la Russia ha risposto a sua volta "senza usare le sue armi più potenti" ma puntando a "fiaccare il morale dell'avversario colpendo le centrali elettriche o gli edifici civili". "Questa nuova tendenza dischiude anche forti cooperazioni industriali con i Paesi che hanno già collaudato questi sistemi sul campo di battaglia", ha aggiunto. Sulle prospettive per arrivare a una tregua in Ucraina, l'ex segretario generale della Farnesina prevede una fase "involutiva", a differenza del Medio Oriente dove potrebbe diventare "evolutiva" se si riuscirà a fermare la guerra a Gaza e a far ripartire gli Accordi di Abramo: "Putin ritiene che il tempo giochi a suo favore e non vuole negoziare", ha sottolineato, "alla lunga pensa di ottenere vantaggi tali da far passare la pace come una vittoria. Bisogna fargli comprendere che il trascorrere del tempo gli imporrà un costo economico, per via di un forte regime sanzionatorio, e sociale perché l'impoverimento del Paese arriverà a lambire anche la 'constituency' che sostiene il presidente russo". Per Massolo questa pressione richiede un ruolo centrale degli Stati Uniti per la fornitura di armi come i missili Tomahawk, con una gittata fino a 1.500 miglia e in grado di volare a bassa quota, e per quell'intelligence che consente a Kiev le attività di puntamento per gli obiettivi dei droni.
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