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Economia e Finanza
Panetta: "I dazi costano un punto alla crescita mondiale. Effetto doppio negli Stati Uniti"
Ieri 30-05-25, 14:32
AGI - "L'inasprimento delle barriere doganali potrebbe sottrarre quasi un punto percentuale alla crescita mondiale nell'arco di un biennio". E negli "Stati Uniti l'effetto stimato è circa il doppio". Lo ha detto il Governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta nelle Considerazioni finali, in occasione della presentazione a Palazzo Koch della Relazione annuale relativa al 2024. "I dazi mettono in pericolo l'economia mondiale, minano la fiducia e mettono a rischio la pace e la prosperità globale. Le dispute commerciali e i conflitti in atto stanno incrinando la fiducia a livello internazionale, con effetti negativi sulle prospettive dell'economia globale", ha messo in guardia Panetta. "Le politiche protezionistiche - ha osservato - stanno spingendo l'economia mondiale su una traiettoria pericolosa. I dazi oggi in vigore potrebbero ridurre il commercio internazionale di circa il 5 per cento, dando avvio a una riconfigurazione delle filiere produttive globali. Ne deriverebbe un sistema di scambi meno integrato e meno efficiente. Gli effetti rischiano di travalicare la sfera commerciale, alterando la struttura del sistema monetario internazionale, oggi incentrato sul dollaro, e limitando i movimenti dei capitali". E, secondo il numero uno di Bankitalia, "potrebbero spingersi oltre, frenando la circolazione di persone, idee e conoscenze. L'indebolimento della cooperazione globale, anche in campo scientifico e tecnologico, finirebbe per ridurre gli incentivi all'innovazione e ostacolare il progresso. A lungo andare, verrebbero compromessi i presupposti stessi della prosperità condivisa. Ma il rischio più' profondo - ha avvertito Panetta - è un altro: che il commercio, da motore di integrazione e dialogo, si trasformi in una fonte di divisione, alimentando l'instabilità politica e mettendo a repentaglio la pace". Navighiamo in acque incerte "Le ripercussioni di questi sviluppi sull'economia globale sono difficili da prevedere. Lo stesso ruolo del dollaro come architrave del sistema monetario internazionale è messo in dubbio. È diffuso un senso di incertezza. Il sistema multilaterale che, pur sbilanciato e non privo di contraddizioni, cercava di risolvere i problemi in base a regole condivise, accogliendo le istanze comuni, è in crisi. Al suo posto, si sta imponendo un ordine multipolare in cui aumenta il peso dei rapporti di forza". Introdurre un titolo pubblico europeo "Per eliminare alla radice la frammentazione del mercato dei capitali lungo linee nazionali è cruciale introdurre un titolo pubblico europeo, con un duplice obiettivo: finanziare la componente pubblica degli investimenti e fornire un riferimento comune, solido e credibile all'intero sistema finanziario". "Secondo nostre stime, un mercato dei capitali integrato, con al centro un titolo comune europeo, ridurrebbe - ha sottolineato - i costi di finanziamento per le imprese, attivando investimenti aggiuntivi per 150 miliardi di euro all'anno e innalzando, a regime, il prodotto dell'1,5 per cento. L'effetto sul PIL potrebbe risultare fino a tre volte maggiore se i nuovi investimenti fossero destinati a progetti ad alto contenuto tecnologico. Questo effetto sarebbe tanto più rilevante quanto più un mercato unico dei capitali liquido, articolato e capace di offrire migliori opportunità di diversificazione saprà attrarre risorse dall'estero". Risanamento dei conti è solo all'inizio Il "peso" del debito pubblico italiano "resta elevato" e condiziona lo sviluppo dell'economia, ha affermato il governatore della Banca d'Italia. "Sopportiamo, da quarant'anni, il peso di un debito pubblico che toglie spazio agli investimenti e condiziona le politiche economiche", ha osservato Panetta sottolineando che "il percorso di risanamento dei conti pubblici è però solo all'inizio". "Il debito resta elevato - ha messo in guardia - e, nei prossimi anni, la spesa sarà sottoposta a pressioni legate all'invecchiamento della popolazione, alle transizioni verde e digitale, al rafforzamento della capacita' di difesa". Segni di vitalità ma attenzione al debito "Mi sono già soffermato, in passato, sulla lunga fase di stagnazione dell'economia italiana. Negli ultimi cinque anni, tuttavia, nonostante le crisi pandemica ed energetica, il Paese ha mostrato segni di una ritrovata vitalità economica. La crescita ha superato quella dell'area dell'euro" ha detto. "Il Pil è aumentato di circa il 6 per cento - ha aggiunto - trainato da un incremento di quasi il 10 nel settore privato. Oltre che dalle costruzioni, un contributo significativo è venuto dai servizi, in espansione sia nei comparti tradizionali sia in quelli avanzati. Gli occupati sono aumentati di un milione di unità, raggiungendo il massimo storico di oltre 24 milioni; il tasso di disoccupazione è sceso dal 10 al 6 per cento. Il Mezzogiorno ha registrato uno sviluppo leggermente superiore alla media nazionale". Investire nella difesa In questo nuovo scenario, l'Europa, secondo Panetta, deve investire nella difesa: "Le risorse comuni vanno destinate prioritariamente alla tecnologia e alla ricerca nel campo della difesa. A livello nazionale, gli investimenti per la crescita e la spesa sociale non devono essere penalizzati dallo sforzo per la sicurezza esterna".
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