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Cronaca
Per Gimbe solo 13 Regioni 'promosse' sulle cure essenziali
Oggi 03-09-25, 11:43
AGI - Solo 13 Regioni italiane su 21 hanno raggiunto gli standard essenziali di cura nel 2023, un dato in linea con l'anno precedente. Lo rivela il monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) condotto dal ministero della Salute e analizzato dalla Fondazione Gimbe. Nonostante il numero di Regioni promosse sia rimasto invariato, i dati mostrano che otto Regioni hanno peggiorato le loro performance rispetto al 2022. Il divario tra Nord e Sud rimane marcato. Tra le Regioni adempienti, solo tre si trovano nel Mezzogiorno: Puglia, Campania e Sardegna. In particolare, la Campania e la Sardegna sono riuscite a passare da inadempienti ad adempienti rispetto al 2022. Basilicata e Liguria sono retrocesse, mentre Calabria, Molise e Provincia Autonoma di Bolzano rimangono inadempienti in una sola area, e Abruzzo, Sicilia e Valle d'Aosta in due aree. La classifica totale, elaborata dalla Fondazione Gimbe sommando i punteggi ottenuti nelle tre macro-aree (prevenzione, assistenza distrettuale e ospedaliera), mette in luce ancora di più le disparità. Le prime posizioni sono occupate da Regioni del Nord e del Centro, con il Veneto in testa (288 punti), seguito da Toscana (286) ed Emilia-Romagna (278). Le ultime sette posizioni, con l'eccezione della Valle d'Aosta, sono occupate esclusivamente da Regioni del Sud. Un dato "preoccupante" è il peggioramento delle performance in otto Regioni, anche in alcune "storicamente solide". Le più significative perdite di punteggio sono registrate da Basilicata (-19), Lombardia (-14), Sicilia (-11) e Lazio (-10). Allo stesso tempo, due Regioni del Sud hanno mostrato un netto miglioramento: la Calabria, che ha guadagnato 41 punti, e la Sardegna, che ne ha guadagnati 26. Secondo il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, la valutazione Lea non riflette in modo accurato la qualità dell'assistenza, dato che si basa su pochi indicatori e soglie di promozione troppo basse. La Fondazione chiede un ampliamento del numero di indicatori e una revisione radicale dei Piani di rientro e dei commissariamenti, strumenti che, pur avendo migliorato i bilanci regionali, non hanno ridotto in maniera significativa i divari tra Nord e Sud.
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