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Economia e Finanza
Più di 5 milioni di italiani lavoreranno a Pasqua
19-04-2025, 10:21
AGI - Oltre 11 milioni di italiani approfitteranno del ponte pasquale per concedersi alcuni giorni di svago, ma un numero significativo di persone lavorerà anche durante questo periodo festivo. Dall'elaborazione dell'Ufficio studi CGIA su dati Istat si stima che tra la domenica di Pasqua e il lunedì dell'Angelo dovranno recarsi sul luogo di lavoro fino a poco più di 5 milioni di italiani. Un impegno che riguarda tutte quelle persone che lavorano anche nella stragrande maggioranza degli altri giorni festivi dell'anno, perché sono impiegate in settori che non possono chiudere le attività: come il turistico/ricettivo, l'informazione/comunicazione, l'intrattenimento, l'agricoltura/allevamento, il commercio/esercizi pubblici, i trasporti, la sanità, l'industria con produzioni a ciclo continuo e la sicurezza/ordine pubblico. Di questi 5,1 milioni, 1,3 sono lavoratori autonomi (agricoltori, allevatori, ambulanti, artigiani, commercianti, esercenti, etc.) e gli altri 3,8 sono lavoratori dipendenti. Negli ultimi dieci anni, a seguito della liberalizzazione degli orari di apertura/chiusura delle attività commerciali introdotta dal governo Monti, il numero dei lavoratori impiegati durante le giornate festive è aumentato costantemente. Gli ultimi dati riferiti al 2023 ci dicono che il 25,8 per cento del totale degli autonomi alza la saracinesca della propria attività anche nei giorni di festa, mentre tra i dipendenti la quota di chi si reca al lavoro alla domenica e nelle altre festività è al 20,4 per cento. Cosa dicono i dati Soprattutto negli alberghi/ristoranti, sanità e commercio si lavora anche a Pasqua e Pasquetta. Secondo i dati Istat riportati dalla Cgia, il settore dove il numero dei lavoratori dipendenti occupati nei giorni di festa è il più alto riguarda gli alberghi/ristoranti con 785.000 unità. Seguono il comparto della sanità/case di cura con 774.500 addetti e il commercio/esercizi pubblici con 689.900 dipendenti. Il totale occupati di questi tre settori è pari a 2.250.000. Se rapportiamo questo importo ai 3.778.700 lavoratori dipendenti totali che secondo il nostro istituto di statistica lavorano nei giorni festivi, l'incidenza è del 60 per cento. Va segnalato che la quota di coloro che tra i lavoratori dipendenti è tenuto a lavorare anche la domenica sul totale dipendenti è pari al 20,4 per cento. La percentuale pero' sale al 70,2 nel settore degli alberghi/ristoranti, al 32 nel commercio/esercizi pubblici, al 25,7 nella Pubblica amministrazione (statali, militari, forze dell'ordine, etc.) e il 24,5 per cento nel settore del trasporto (di merci e di persone). Dove si lavora di più a Pasqua Sardegna, Liguria e Abruzzo le regioni con più occupati nei giorni di festa. Dei 3,8 milioni di dipendenti che in Italia lavorano anche durante le feste comandate, la regione che in termini assoluti ne conta di più e' la Lombardia con 593.600 unità. Seguono il Lazio con 465.600, il Veneto con 323.400 e l'Emilia Romagna con 287.400. Se, invece, rapportiamo il dato di chi lavora durante le feste sul totale dipendenti, le regioni che presentano l'incidenza più elevata sono la Sardegna e la Liguria entrambe con il 26,9 per cento. Seguono l'Abruzzo con il 24,9 e il Lazio con il 24,4. Secondo la CGIA, questi risultati sono ascrivibili al fatto che rispetto al totale dei dipendenti, quelli del settore alberghi/ristoranti, commercio e trasporti hanno nelle regioni appena elencate una consistenza percentuale molto elevata, cosa che invece non si registra in Veneto, in Emilia Romagna, nelle Marche e in Lombardia che si collocano in coda alla classifica nazionale. Il confronto con l'Europa Rispetto agli altri paesi europei, l'Italia si posiziona nella parte bassa della classifica tra chi lavora durante le festività. Se, in riferimento ai lavoratori dipendenti, nel 2023 la media dell'UE a 27 era del 20,6 per cento - con picchi del 38,6 nei Paesi Bassi, 35,8 a Malta, 35,4 in Finlandia e 32,8 in Danimarca - da noi la percentuale si attestava al 20,4 per cento. Al di sotto della nostra soglia segnaliamo il dato della Spagna che era pari al 19,9 per cento e quello della Germania al 14,6 che era il più basso tra tutti Paesi dell'Ue. Clicca qui e iscriviti al nostro canale Whatsapp! Le notizie, in tempo reale, dell'Agenzia Italia ora anche sul tuo smartphone
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