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Estero
Primo maggio ad alta tensione a Istanbul, scontri e arresti
Ieri 01-05-25, 20:34
AGI - Una giornata ad alta tensione a Istanbul: mezzi pubblici sospesi, transenne e strade chiuse al traffico, scontri, 384 arresti, 52 mila poliziotti impegnati a far rispettare i divieti imposti dalla Prefettura. I tantissimi che avrebbero voluto festeggiare il Primo Maggio hanno dovuto fare i conti con la polizia o rinunciare alla simbolica piazza Taksim e celebrare in altre aree della metropoli di Istanbul. La Giornata mondiale dei Lavoratori attesa in tutto il mondo, è in Turchia la giornata dello scontro sociale, la giornata della resa dei conti tra il potere costituito e chi vi si oppone, una giornata la cui tensione inevitabilmente affonda nelle vicende storiche del Paese. Tensione che quest'anno l'arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu ha reso ancora più tesa e sentita. Imamoglu, considerato lo sfidante del presidente Recep Tayyip Erdogan, si trova in carcere dal 23 marzo scorso. Un arresto che ha scatenato imponenti manifestazioni di protesta durate una settimana, i cui strascichi si sono inevitabilmente protratti fino alla Festa dei lavoratori. I divieti, annunciati già negli scorsi giorni, sono divenuti oggetto di sfida da parte di attivisti e cittadini. La polizia ha reagito e decine sono stati gli arrestati nei giorni passati, non solo a Istanbul, ma anche nella capitale Ankara e nella roccaforte dell'opposizione Smirne. Da ieri sera il centro di Istanbul è stato blindato da decine di migliaia di poliziotti (52 mila oggi, 10 mila in più dell'anno scorso), migliaia di transenne, blindati e idranti. Scene che si ripetono con cadenza annuale a ricordare che in Turchia non c'è una ricorrenza da celebrare, quanto piuttosto uno scontro che le autorità vogliono vincere a qualsiasi costo. Le origini della tensione Per capire le origini di tale tensione va ricordato che su questa data in Turchia pesa e peserà sempre la tragedia del 1977. Un evento che i manifestanti sono decisi a commemorare, un bagno di sangue con ancora troppi lati oscuri. Eppure il primo maggio fu designato come una giornata di celebrazioni in Turchia nel 1935 per volere di Mustafa Kemal Ataturk, tuttora venerato come il 'padre' della Repubblica. La "Festa della primavera e dei fiori" rimase una giornata di festa fino al 1976, quando le organizzazioni dei lavoratori organizzarono un corteo che invase il centro e Piazza Taksim. Per la prima volta la tensione tra manifestanti e polizia salì alle stelle, ma soprattutto una 'onda rossa' sembrò travolgere la Turchia. Una situazione inaccettabile per l'estrema destra ultranazionalista e i militari che solo 4 anni dopo andranno al potere con un golpe. Passa un anno e la storia del primo maggio turco cambia per sempre: da la "Festa della primavera e dei fiori" diviene il "kanli Mayis", vale a dire il "Maggio di sangue". La tragedia del 1977 Nel 1977, con il paese in grave crisi economica, l'Unione dei sindacati Rivoluzionari (DISK) organizzò una grande manifestazione in Piazza Taksim dove si radunò una folla di mezzo milione di persone. Durante il discorso del Segretario del DISK colpi di arma da fuoco ruppero il silenzio della folla in ascolto, mezzo milione di persone iniziò a correre nel panico scatenando un putiferio alla fine del quale si conteranno 34 morti e centinaia di feriti. I primi sospetti ricaddero sul fronte nazionalista di estrema destra, che replicando il modello 'Gladio' era riuscito a penetrare i meandri più profondi di Stato e istituzioni. Sono in tanti a essere convinti che il bagno di sangue fu però possibile grazie all'ausilio dei servizi segreti di potenze occidentali. Si tratta di anni in cui gli Usa erano impegnati in una strategia mirata ad arrestare l'avanzata dei partiti di sinistra e Washington non poteva permettersi di perdere un Paese fondamentale. Le indagini della polizia portarono a 98 arresti, tutti rinviati a giudizio e in seguito tutti assolti. I giudici invitarono le autorità a riaprire il caso, ma in seguito al colpo di stato del 12 Settembre 1980 le indagini subirono tutta una serie di depistaggi e rallentamenti, qualsiasi manifestazione fu vietata per 8 anni e la festa dei lavoratori fu cancellata dalle ricorrenze. Al potere salì il generale Kenan Evren che mise al bando le organizzazioni di sinistra, ordinò arresti di massa ed esecuzioni dopo processi sommari. Una violenza che costituisce una ferita che non si rimarginerà più. La resa dei conti È in quegli anni che il Primo Maggio a Piazza Taksim diviene il giorno della 'resa dei conti'. Da un lato sindacati, opposizioni e sinistra radicale, dall'altro forze dell'ordine e autorità. Una giornata in cui i manifestanti cercano, ogni anno, di superare i cordoni di polizia per accedere a piazza Taksim ribadendo di non avere paura e rinnovando la richiesta di giustizia e verità. La fine del processo infatti non ha fatto che acuire la rabbia e mantenere vivo il trauma. Rimane una sola certezza: i cecchini erano appostati sul terrazzo dell'Hotel Intercontinental, i cui piani superiori, in base a quanto riferito durante le udienze, furono chiusi al personale ed occupati da 'stranieri che parlavano in inglese'. Stranieri che, sempre in base alle risultanze processuali, lasciarono l'hotel il giorno dopo la strage. A distanza di tanti anni quell'hotel, che oggi si chiama Marmara, con la sua struttura imponente sovrasta piazza Taksim, divide in due lo skyline della parte europea di Istanbul e ricorda quel giorno di sangue. Attorno all'hotel Marmara ogni anno si ripete sempre lo stesso scenario: strade e fermate dei mezzi chiuse al traffico, disagi per residenti, cariche della polizia, scontri, arresti, feriti e a volte vittime (come nel 1996). Come ogni anno, anche quest'anno, è andato in scena il conflitto tra governo e dissidenti, potere costituito e oppositori, forze dell'ordine e manifestanti. Non ci sono risultati immediati da raggiungere, ma solo un ruolo da rivendicare, una richiesta da ribadire, una contrapposizione tra due parti ben definite della società turca, il rinnovo del ricordo di una tragedia e di un passato che rendono impossibile definire una 'festa' il primo maggio in Turchia.
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