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Estero
Resa di conti a Gaza, Hamas contro le milizie
14-10-2025, 16:33
AGI - Con il ritiro parziale delle truppe israeliane e il ritorno di una presenza delle forze di Hamas, nelle strade di Gaza sono iniziati i regolamenti di conti con le milizie attive sul territorio. Tra i principali gruppi operativi nella Striscia figurano il clan Doghmush, la milizia basata nella zona orientale di Rafah e guidata da Yasser Abu Shabab, quella a Khan Younis che fa capo a Hussam al-Astal, membro del clan al-Majida, e un'altra attiva a Jabaliya e Beit Lahiya, nel nord di Gaza, guidata da Ashraf al-Mansi. Poco chiari i legami con Israele di cui sono tutte accusate da Hamas, senza nessuna rivendicazione da parte dei protagonisti. La campagna per la sicurezza di Hamas Un esponente del gruppo islamista che dal 2007 controlla Gaza è stato perentorio e ha assicurato che "la campagna per la sicurezza continua e si intensifica finché la questione non sarà completamente risolta. A nessuna parte sarà permesso di violare la legge". Il ministero dell'Interno di Gaza ha messo l'accento sugli sforzi per ripristinare "sicurezza e stabilità" nell'enclave, annunciando un "periodo di amnistia generale" per i "membri di bande criminali" che non hanno commesso omicidi durante la guerra. "Tutti gli individui interessati devono consegnarsi ai servizi di sicurezza entro una settimana per definire il loro status legale e di sicurezza e chiudere definitivamente i loro fascicoli", ha affermato. La sfida di Hossam al-Astal Un invito respinto al mittente dal battagliero Hossam al-Astal, che lo scorso fine settimana ha apostrofato gli avversari in un post sui social: "A tutti i topi di Hamas, i vostri tunnel sono distrutti, i vostri diritti non esistono più. Pentitevi prima che sia troppo tardi: da oggi in poi Hamas non esiste più". "Non ci sarà un Hamas 2.0", ha assicurato, sostenendo che i combattenti visibili per le strade sono solo i "resti" del movimento. Secondo i media israeliani, pochi giorni prima del cessate il fuoco, i combattenti di al-Astal si sono scontrati apertamente con Hamas nella zona di al-Mawasi, nella parte occidentale di Khan Younis, con l'aiuto dell'Idf. È caccia anche ad Abu Shabab: sulla stampa sono state riportate segnalazioni non confermate di spedizioni punitive e sparatorie ai danni di membri della sua fazione. Secondo un funzionario della sicurezza di Hamas, uno dei collaboratori del leader latitante è stato "liquidato" nei giorni scorsi. Al contrario di al-Astal, la sua fazione è finora rimasta in silenzio, e il profilo su Facebook, attivo da mesi, non ha fatto alcun riferimento al cessate il fuoco. Hamas si ridispiega e colpisce al-Mansi Dopo il ritiro dell'Idf, il quotidiano saudita Asharq Al-Awsat ha riferito che le forze di sicurezza di Hamas, tra cui la sicurezza interna e l'intelligence del suo braccio armato, si sono ridispiegate nella zona di Jabaliya. Qui hanno preso di mira il gruppo di al-Mansi, inseguendo, arrestando e persino uccidendo membri della milizia. Anche quest'ultima è rimasta silente dopo l'accordo sulla tregua. Il clan Doghmush contro Hamas: 27 morti Violenze recenti hanno visto coinvolto anche il potente clan Doghmush che domenica scorsa si è scontrato con Hamas nel quartiere Sabra di Gaza City dopo la presunta uccisione di membri delle Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas, vicino all'ospedale da campo giordano. Almeno 27 i morti, tra cui otto islamisti e 19 del clan, secondo il ministero dell'Interno. Nel fuoco incrociato è stato colpito a morte anche Saleh al-Jafarawi, noto giornalista palestinese, che stava coprendo gli avvenimenti. La ruggine tra il gruppo islamista e la milizia è di vecchia data. Alcuni membri del clan hanno militato in Hamas e altri in gruppi affiliati all'Autorità nazionale palestinese che è stata destituita nel 2007 quando Hamas ha preso con la violenza il potere. Da allora ci sono stati sporadiche violenze tra i due, tra cui un episodio grave nel settembre 2008 quando vennero uccisi dieci membri del clan, compreso il fratello del leader Mumtaz Doghmush, che nel 2006 era stato coinvolto nel rapimento del soldato israeliano Gilad Shalit. Dopo lo scontro nel quartiere Sabra, la famiglia ha negato qualsiasi collaborazione con Israele, ma ha ammesso in una dichiarazione che alcuni dei suoi membri avevano commesso "trasgressioni", senza ulteriori dettagli. Ha inoltre accusato i servizi di sicurezza di Hamas di aver preso di mira tutti i suoi membri indiscriminatamente. "Negli ultimi giorni, è stato sufficiente appartenere alla famiglia Doghmush per essere colpiti alle gambe, uccisi, arrestati o avere la casa bruciata", ha dichiarato Abu al-Hasan Doghmush, una figura di spicco del clan, su Facebook. La Bbc ha verificato l'autenticità di video che mostrano l'esecuzione sommaria, in una piazza della città di Gaza, di otto persone per mano di miliziani che apparterrebbero ad Hamas. "Un atto criminale", per la famiglia Doghmush.
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