s

Cronaca
"Revisione della condanna" per l'omicidio di Chiara Poggi. La difesa di Alberto Stasi ci riprova
Oggi 12-03-25, 18:14
AGI - La difesa di Alberto Stasi ha intenzione di chiedere a Brescia la revisione della condanna a 16 anni per l'omicidio di Chiara Poggi "dopo avere valutato gli sviluppi dell'indagine della Procura di Pavia su Andrea Sempio e soprattutto dopo avere visto gli atti di questa inchiesta che sono coperti dal segreto istruttorio". Lo afferma l'avvocata Giada Bocellari che col collega Antonio De Renzis assiste l'ex fidanzato della vittima. Si torna, dunque, a parlare del delitto di Garlasco, uno dei più controversi della storia recente che nel 2007 spezzò l'immobile quiete due giorni prima di Ferragosto nel paesino ritagliato tra le risaie pavesi fino ad allora famoso per uno storico locale da ballo. Da dieci anni per l'omicidio di Chiara Poggi, che un investigatore definì uscendo dalla villetta piena di sangue di via Pascoli "una ragazza senza nuvole", l'ex fidanzato è detenuto a Bollate dopo avere 'incassato' una condanna definitiva a 16 anni al termine di una girandola di verdetti contraddittori. Due assoluzioni e poi due condanne, passando per la Cassazione che mise in dubbio la doppia innocenza. Prima della sentenza definitiva nel 2015 il procuratore generale alzò le mani: "Non sono in grado di stabilire se è colpevole o innocente". La procura, "nuovi indizi, analizzare le impronte delle scarpe e il sapone" Ci sarebbero "nuovi elementi indizianti" a carico di Andrea Sempio, accusato dell'omicidio di Chiara Poggi. Lo scrive la Procura di Pavia nel ricorso col quale ha chiesto alla Cassazione di riaprire l'indagine sul delitto di Garlasco. In particolare, gli inquirenti vorrebbero svolgere ulteriori approfondimenti su due dei temi cardine dei processi a carico di Alberto Stasi: le impronte delle scarpe sulla scena del crimine e quelle sul dispenser del sapone nella villetta di via Pascoli della famiglia Poggi. "Il pm avanzava una nuova istanza di riapertura delle indagini, nuovamente argomentando in ordine alle indagini che intendeva condurre - si legge nel documento - in aggiunta agli elementi già sottoposti, il pm richiedente, acquisita una nuova consulenza tecnica della difesa di Stasi inerente la compatibilità della grandezza delle impronte repertate sul luogo del delitto con la taglia delle scarpe di Andrea Sempio, avanzava una nuova richiesta di riapertura delle indagini, chiedendo di essere autorizzato a: completare, anche con accertamento peritale, le indagini genetico forensi aggiornate allo stato della tecnica e della scienza attuale; confrontare le impronte papillari repertate sul luogo del delitto con quelle mai acquisite di Andrea Sempio; escutere gli amici dell'epoca di Chiara Poggi e di suo fratello Marco al fine di ricostruire compiutamente le frequentazioni della vittima; interrogare Andrea Sempio". Quando fu indagato per la prima volta della procura di Pavia, Sempio, oggi un uomo di 37 anni, disse di avere come alibi lo scontrino di un parcheggio a Vigevano (conservato per tanto tempo) che mostrò agli inquirenti per dimostrare che non era a Garlasco la mattina del delitto. Il legale di Sempio, "pronto a farsi interrogare" Andrea Sempio "è pronto a essere interrogato dal pm". Lo afferma il suo legale, Massimo Lovati, alla luce del fatto che i pm hanno intenzione di interrogarlo, come si evince dalla loro richiesta di riapertura delle indagini al gip. "Sta male, sto male anche io con lui perché non capiamo cosa stia succedendo". Il penalista riferisce all'AGI lo stato d'animo del suo assistito indagato per l'omicidio di Chiara Poggi. "E' a casa dal lavoro, rischia anche il posto perché, lavorando a contatto col pubblico, è esposto. A furia di gettargli fango addosso, può perdere il lavoro". Il legale incontrerà la pm Valentina De Stefano nei prossimi giorni per cercare di capire di più sulle contestazioni. "La prova delle scarpe? E' già stata fatta, non capiamo a cosa serva rifarla". Domani, 13 marzo, accompagnerà Sempio alle 10 per il tampone negli uffici dei carabinieri, in via Monti. Reazioni e sviluppi futuri "Sono allibito e sconvolto, mi sono messo in ferie", fa sapere Sempio, impiegato in un centro commerciale, attraverso il suo difensore. Oggi si dovrà presentare negli uffici milanesi dei carabinieri della Scientifica per sottoporsi al test del dna coattivamente, dopo essersi rifiutato di farlo in modo spontaneo. Archiviazione del 2017 Nell'archiviazione datata 28 marzo 2017, il gip di Pavia, Fabio Lambertucci, scriveva che Andrea Sempio non aveva nulla a che vedere col crimine parlando di "inconsistenza degli sforzi profusi dalla difesa di Stasi". Per il gip di Pavia, era "radicalmente priva di attendibilità la consulenza tecnica sul materiale genetico offerto dai legali di Stasi" e "tracce di dna di Sempio potevano ben posizionarsi sulle unghie di Chiara Poggi in via mediata per il fatto che entrambi usavano il computer fisso in casa Poggi che il fratello di Chiara e i suoi amici utilizzavano spesso per eseguire videogiochi comandati da tastiera". Inoltre non era ipotizzabile nemmeno un movente: "Non si comprende per quale assurdo motivo Sempio avrebbe dovuto, senza compiere alcun tentativo di avvicinamento alla ragazza, ucciderla con modalità così brutali ed efferate". Attesa per la verità Titoli di coda, dunque, fino a oggi. "Attendiamo gli sviluppi con la ragionevole speranza che possa essere finalmente emergere la verità", sperano gli avvocati di Stasi. "Abbiamo saputo dal tg1, non abbiamo niente da dire", è il commento di Giuseppe Poggi e Rita Preda, la cui composta sobrietà in questi anni di dolore è sempre stata una certezza anche nei giorni più turbolenti della canea mediatica, e lo è anche ora che si mette in dubbio una verità che pareva ormai incrollabile.
CONTINUA A LEGGERE
0
0
0