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Estero
Sette alpinisti morti in Nepal in due incidenti. Cinque sono italiani
Oggi 04-11-25, 13:17
AGI - Sono tre gli alpinisti italiani morti sullo Yalung Ri, nel Nepal centrale. Lo apprende l'AGI sia da fonti delle autorità locali sia da ambienti dell'alpinismo italiano. Il sovrintendente di polizia Gyan Kumar Mahato ha identificato tre come Paolo Cocco, Marco Di Marcello e Markus Kirchler. Hanno perso la vita insieme allo scalatore tedesco Jakob Schreiber, al trekker francese Christian Andre Manfredi e a due guide alpine nepalesi, Padam Tamang e Mere Karki. Questa mattina la Farnesina aveva confermato invece la morte, nel Nepal occidentale, di Alessandro Caputo e Stefano Farronato che stavano tentando di scalare la vetta Panbar. Dinamica della tragedia sullo Yalung Ri Il gruppo di scalatori stava tentando di salire sulla vetta dello Yalung Ri, 6.920 metri nella remota valle di Rolwaling nel distretto di Dolakha. Verso le 10:30 ora locale ieri mattina, è stato travolto da una valanga. Sempre a quanto si apprende, le salme dei tre saranno trasferite a Kathmandu in giornata. In totale potrebbero mancare all'appello ancora 3-4 escursionisti. La Farnesina aveva parlato questa mattina di 8-9 italiani dispersi in Nepal. Situazione complessa e difficoltà di comunicazione Il Consolato generale a Calcutta, competente per il Nepal, riporta una situazione molto complessa, con comunicazioni difficili e diverse famiglie italiane che non riescono a mettersi in contatto con i propri cari. Il racconto dei soccorritori e i dettagli delle vittime La neve ha travolto un gruppo di 12 persone sulla vetta Yalung Ri a 5.630 metri, ha riferito Phurba Tenzing Sherpa della Dreamers Destination. Le vittime, ha detto, sono tre italiani, un tedesco, un francese e due nepalesi. "Ho visto tutti e sette i corpi", ha detto Sherpa, che era arrivato ieri sul luogo della per l'operazione di salvataggio. Lo stesso Tenzing ha raccontato all'Everest Chronicle che sono scomparsi due dei suoi clienti che stava accompagnando sul Dolma Khang, "l'italiano Paolo Cocco e il canadese Marco Di Marcello". Sulla pagina Instagram di Cocco, però, Di Marcello viene indicato come suo compagno di scalata sul Dolma Khang ed entrambi sono abruzzesi. Cinque alpinisti sono invece riusciti a cavarsela, tra cui due francesi e due nepalesi, ha riferito Gyan Kumar Mahato, un alto funzionario di polizia nel distretto di Dolakha. Secondo quanto riportato dai soccorritori, gli alpinisti Cocco (fotografo e già vice sindaco di Fara San Martino dal 2011 al 2016) e Di Marcello, entrambi abruzzesi, facevano parte insieme alla guida nepalese Padam Tamang, di una spedizione organizzata da 'Dreamers Destination Treks'. L'altro italiano Kirchler, era con il tedesco Jakob Schreiber parte di un team separato di 'Wilderness Outdoors', mentre l'escursionista francese Manfredi era con 'Yatri Treks'. Cinque sopravvissuti feriti, tre nepalesi e due francesi, sono stati trasportati in elicottero a Kathmandu mattina per le cure necessarie. La tragedia di Caputo e Farronato sulla vetta Panbar I contatti con Caputo e Stefano Farronato erano stati persi venerdì quando erano stati sorpresi da forti nevicate al Campo 1, a 5mila metri d'altitudine. Il loro decesso è stato confermato questa mattina dalle autorità locali. Altri connazionali risultano dispersi e le ricerche sono in corso. Il consolato generale a Calcutta, anche per il tramite del consolato generale onorario a Kathmandu, e in stretto raccordo con la Farnesina, sta seguendo direttamente l'evoluzione della situazione in contatto con le autorità locali e con i familiari dei connazionali, spiega ancora la Farnesina. Farronato e Caputo trovati sepolti sotto tre metri neve Erano sepolti sotto tre metri di neve Stefano Farronato e Alessandro Caputo, i due alpinisti italiani travolti da una valanga durante l'ascesa del Pambari, montagna alta 6.887 metri nell'Himalaya nepalese. Lo riferiscono i soccorritori. I due sono stati trovati all'interno della loro tenda. La forte nevicata è stata provocata dal ciclone Montha che ha creato grandi difficoltà a molte spedizioni in quella zona. Sempre secondo i soccorritori, i telefoni cellulari di Farronato e Caputo non erano più attivi da venerdì scorso. Il capo spedizione, Valter Perlino, era arrivato a circa 6.000 metri assieme ai due compagni di scalata, ma ha accusato un problema a un piede. I tre sono scesi assieme al campo base posto a 4.800 metri. Perlino si è fermato mentre Farronato e Caputo hanno ripreso la scalata. Chi erano Stefano Farronato e Alessandro Caputo Farronato, di professione arboricoltore, era titolare e ideatore di Aforest, azienda specializzata in arboricoltura con sede a Cassola in provincia di Vicenza. Veterano della montagna, aveva portato a termine molte spedizioni, anche nei luoghi più inospitali della terra, non solo in Nepal ma in Patagonia, Ecuador, Alaska, Islanda, Groenlandia, Svalbard, Pamir e Mongolia. Assieme a Perlino e Caputo, era partito il 7 ottobre scorso per il progetto 'Panbari Q7', la sua diciottesima spedizione. Alessandro Caputo, 28 anni, studente di giurisprudenza a Milano, era maestro di sci a Sankt Moritz in Svizzera. Polemiche per i soccorsi Vi sarebbero stati pesanti ritardi nei soccorsi degli alpinisti tra volti ieri da una valanga sullo Yalung Ri, nel Nepal centrale; tra le sette vittime vi sarebbero anche tre italiani. Lo riporta The Himalayan. L'incidente è avvenuto nell'impervia valle di Rolwaling, cui gli elicotteri possono accedere solo con diverse autorizzazioni governative. E questo ha bloccato i soccorsi per ore, nonostante le ripetute chiamate da terra. Lo sherpa Nima Gyalzen, uno dei sopravvissuti, ha riferito dal suo letto d'ospedale a Kathmandu di aver aspettato oltre 24 ore per l'evacuazione. "Molti dei nostri compagni hanno pianto per ore, implorando soccorso", ha raccontato. Un pilota di soccorso ha confermato che i voli nella zona hanno bisogno dell'approvazione dei ministeri del turismo, dell'Interno e della Difesa, oltre che dell'autorità per l'aviazione civile. "Questa catena di autorizzazioni provoca ritardi critici", ha detto il pilota. Tanto che il via libera è arrivato dopo quasi otto ore, quando le condizioni meteorologiche erano così peggiorate da impedire il decollo dei mezzi. Il dipartimento del Turismo si sarebbe impegnato a rivedere il processo e lavorare con le agenzie competenti per semplificare le approvazioni dei voli di salvataggio nelle zone soggette a restrizioni. Clicca qui e iscriviti al nostro canale Whatsapp! Le notizie, in tempo reale, dell'Agenzia Italia ora anche sul tuo smartphone
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