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Estero
Storia felice ma poi funesta (e dolorosissima) del tandem Tsipras-Varoufakis
Oggi 25-11-25, 12:45
AGI - Quando Alexis Tsipras decise di affidare il timone dell'economia greca a Yanis Varoufakis, all'inizio del 2015, immaginava un duetto destinato a cambiare il corso della crisi del debito. Dieci anni dopo, nelle pagine del suo memoir 'Ithaki', quell'alleanza appare invece come una storia di fascinazione, diffidenza crescente e rottura politica consumata sotto i riflettori d'Europa. L'ex premier greco, leader della sinistra radicale che prometteva di "cambiare l'Europa", racconta di aver scelto Varoufakis proprio perché era già una star internazionale: economista eterodosso, teorico dei giochi, conferenziere applaudito e grande comunicatore. "Volevo dare il segnale di una trattativa dura", ammette Tsipras, riconoscendo di essersi fatto sedurre da quelle "abilità estremamente attraenti" sul piano mediatico. Il sospetto e l'agenda personale Ma, riletto oggi, quel rapporto appare segnato dal sospetto che fin dall'inizio le priorità dei due uomini non fossero del tutto allineate. Nella ricostruzione di Tsipras, Varoufakis non è solo il ministro delle Finanze chiamato a sfidare Berlino e Bruxelles: è anche un personaggio che coltiva una sua agenda, interessato a testare sul campo le proprie teorie economiche e a costruire la propria immagine pubblica. "Era più una celebrità che un economista", scrive l'ex premier, ricordando come, molto presto, il suo ministro sia passato da "asset negoziale" a figura ingombrante, mal digerita sia dai potenziali alleati europei sia dagli stessi colleghi di governo. Per Tsipras, quelle trattative per evitare la bancarotta non erano solo numeri: erano l'ultima possibilità di strappare un accordo "onorevole" dentro l'eurozona, pur cercando di scardinare, dice, "l'assurdità economica del neoliberismo" che, a suo giudizio, soffocava la Grecia e l'intero continente. Il laboratorio storico e il piano di emergenza Nella sua versione dei fatti, però, Varoufakis vedeva in quei negoziati qualcosa di più: un laboratorio storico, un esperimento per dimostrare la validità delle sue teorie, anche a costo di spingere il Paese sull'orlo del baratro. Nel libro, Tsipras ricorda le riunioni convulse, i botta e risposta con il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble, la sensazione di essere sempre a un passo dall'uscita dall'euro. Sul tavolo ipotesi estreme: dalla ricerca di soldi alternativi, fino al tentativo - fallito - di convincere la Russia a comprare titoli di Stato greci. Secondo il racconto di Tsipras, persino Vladimir Putin gli avrebbe fatto capire che aiutare Atene sarebbe stato "come buttare soldi nel cestino" e che la Grecia doveva comunque fare i conti con i partner europei. Il punto di non ritorno, per il premier, arrivò quando Varoufakis illustrò un piano di emergenza che prevedeva una valuta parallela e buoni da distribuire ai pensionati per compensare la mancanza di liquidità, una sorta di "moneta d'assedio" per forzare la mano ai creditori. "Gli chiesi: 'Ma sei serio?'", scrive Tsipras, raccontando il momento in cui capì che il loro percorso comune si stava concludendo. Il referendum e la rottura definitiva Il referendum del luglio 2015, con cui il governo portò al voto popolare i durissimi termini del salvataggio proposti dai creditori, divenne l'atto più drammatico della loro storia condivisa. Vinse nettamente il 'no' all'austerità, ma Tsipras - in un contesto di pressioni e minacce di Grexit - scelse di non applicare quel mandato e firmò un nuovo pacchetto di aiuti, ancora più severo. Una scelta che difende come necessario "argine all'umiliazione nazionale", ribadendo che il suo obiettivo non è mai stata l'uscita dall'euro. Varoufakis, che nei mesi precedenti aveva duellato senza sosta con i partner dell'Eurogruppo, decise di dimettersi dopo il voto. In pubblico i due provarono a mostrarsi cordiali, ma nelle pagine di 'Ithaki' l'ex alleato diventa il bersaglio principale dell'ex premier, che lo dipinge come un negoziatore dal carattere abrasivo, incapace - sostiene - di gestire una trattativa "complessa e delicata" e, di fatto, utile ai falchi che puntavano alla Grexit. La star globale contro la responsabilità di governo "Era il volto della negoziazione, l'uomo che attirava l'attenzione, che finiva sulle copertine delle riviste di tutto il mondo", scrive ancora Tsipras, lasciando intendere che il suo ministro sembrasse quasi divertirsi nel nuovo ruolo di star globale mentre la Grecia camminava sul filo del collasso. Nel libro - intitolato all'isola di Itaca, da cui Tsipras nel 2018 annunciò la fine della lunga crisi - l'ex premier racconta anche altri passaggi chiave della sua parabola politica: l'alleanza con un leader della destra populista per formare il governo, l'accordo sul nome della Macedonia del Nord, le lacerazioni interne a Syriza. Ma è il ritratto di Varoufakis, oggi alla guida del partito di sinistra MeRA25 e divenuto autore di bestseller internazionali, a occupare uno dei capitoli più feroci. Il volume, presentato come la "versione definitiva" di quegli anni di fuoco, ha già scatenato reazioni indignate e stupore nella classe politica greca. Dal fronte di Varoufakis, almeno per ora, la risposta è solo un silenzio assordante. Sullo sfondo resta la storia di un rapporto personale e politico esplosivo: due uomini convinti di poter cambiare l'Europa, finiti invece per scontrarsi sul confine sottile tra visione, protagonismo e responsabilità di governo.
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