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Estero
Ucraina, i leader europei a Parigi con il nodo truppe
17-02-2025, 22:39
AGI - Dopo quasi quattro ore, è terminato all'Eliseo il vertice sull'Ucraina convocato dal presidente francese Emmanuel Macron. Scopo della riunione era serrare le fila davanti all'attivismo del presidente americano Donald Trump, che ha concordato con il presidente russo Vladimir Putin l'avvio di un negoziato da cui per ora sembrano esclusi non solo gli europei, ma anche l'Ucraina. Tra i temi in discussione, il possibile invio di truppe europee come deterrente. Ma già diversi paesi hanno frenato. Come il cancelliere tedesco Olof Scholz, il primo a lasciare l'Eliseo, che ha chiarito che una discussione su questo è "inappropriata e prematura". All'Eliseo c'erano anche il segretario generale della Nato, Mark Rutte e i vertici Ue, Antonio Costa e Ursula von der Leyen.Prima dell'inizio della riunione, ha fatto sapere l'Eliseo, Macron ha avuto un colloquio telefonico con il presidente americano, Donald Trump. Il primo ministro polacco, Donald Tusk, ha affermato che tutti i partecipanti al vertice europeo di Parigi sull'Ucraina hanno manifestato "posizioni simili". Tusk, durante un punto stampa tenuto dopo i colloqui, riporta il Guardian, ha spiegato che durante la riunione non sono state prese decisioni vincolanti ma che era importante allineare i punti di vista di tutti gli alleati. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha usato toni duri per descrivere la linea scelta da Donald Trump per far finire la guerra in Ucraina. Il presidente americano vuole "compiacere" Vladimir Putin, ha detto alla televisione tedesca Ard. "Il problema è che gli Stati Uniti oggi dicono cose che sono molto gradite a Putin. Penso che sia qui che sta il problema. Perché vogliono compiacerlo", ha detto nell'intervista registrata sabato scorso. Invece i capi della diplomazia russa, Serghei Lavrov, e degli Stati Uniti, Marco Rubio, apriranno martedì nella capitale saudita Riad i negoziati per normalizzare le relazioni bilaterali e gettare le basi di una possibile soluzione della guerra in Ucraina. Fuori l'Europa, mentre Kiev ribadisce che non accetterà nessun accordo che non la veda coinvolta. "Non so quale ruolo potrebbero avere gli europei al tavolo delle trattative", ha detto Lavrov in una conferenza stampa prima di partire per la capitale saudita. "Se vogliono solo estorcere idee per congelare il conflitto, perché invitarli?", ha rincarato la dose il ministro russo. Già gli Stati Uniti, alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza, avevano avvertito che i Paesi europei non avrebbero preso parte ai negoziati. Mosca ha mantenuto a lungo questa posizione, citando come argomento il mancato rispetto degli accordi di Minsk da parte di Kiev, Berlino e Parigi dieci anni fa. I colloqui di Riad si svolgeranno sullo sfondo di un possibile incontro tra i vertici del Cremlino, Vladimir Putin, e della Casa Bianca, Donald Trump, che la scorsa settimana, in una conversazione telefonica, hanno concordato di negoziare la fine della guerra in Ucraina. Sebbene fosse già noto che Rubio si sarebbe recato a Riad, è stato il Cremlino ad annunciare l'incontro, a cui parteciperà anche Yuri Ushakov, consigliere diplomatico di Putin. "Si prevede che domani terranno un incontro con le loro controparti americane a Riad, che si concentrerà principalmente sul ripristino dell'intera gamma di relazioni russo-americane", ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Si tratterà del primo incontro tra un ministro degli Esteri russo e un segretario di Stato statunitense dopo quello svoltosi nel gennaio 2022, un mese prima dell'inizio della guerra: all'epoca il bilaterale fu tra Lavrov e il suo omologo Antony Blinken, sotto l'amministrazione democratica di Joe Biden. Scholz: "Avanti con il sostegno a Kiev, no a diktat" No a una "pace imposta tramite diktat all'Ucraina", dice il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, lasciando l'Eliseo dopo il vertice. "L'Ucraina non può accettare tutto ciò che le viene presentato, a nessuna condizione", ha aggiunto. "L'Ucraina può fidarsi di noi", gli europei "continueranno a sostenere" Kiev. Washington, non considerare gli incontri di Riad un negoziato Gli incontri in programma domani a Riad tra funzionari russi e statunitensi non dovrebbero essere considerati come un "negoziato" sull'Ucraina, ha precisato Tammy Bruce, portavoce del dipartimento di Stato, secondo la quale il presidente americano, Donald Trump, ha incaricato i delegati di "dare seguito in modo efficace" alla sua telefonata di mercoledì scorso con il presidente russo, Vladimir Putin. "Non credo che le persone debbano vedere ciò come qualcosa che riguardi i dettagli o progressi nel quadro di un qualche negoziato", ha aggiunto. Wp, gli europei sondano gli Usa, pronti a inviare una forza di 30 mila soldati I leader europei stanno decidendo sull'invio di truppe in Ucraina come parte di un accordo di cessate il fuoco e stanno anche sondando il team di Trump su quale tipo di supporto militare statunitense otterrebbero, scrive il Washington Post citando quattro fonti a conoscenza del dossier. Secondo il Post il piano europeo prevederebbe una forza di "deterrenza" di poche brigate, forse 25.000-30.000 soldati, che non sarebbero di stanza lungo la linea di contatto ma sarebbero pronti a intervenire come dimostrazione di forza se le forze russe cercassero di riavviare la guerra. Le richieste europee agli Usa includerebbero capacità di intelligence, sorveglianza e ricognizione, nonché una potenziale copertura aerea o un qualche tipo di aiuto nelle difese aeree per proteggere la forza, hanno affermato le fonti che concordano sul fatto che il sostegno degli Stati Uniti sarebbe fondamentale e che accoglierebbero con favore chiari avvertimenti da parte di Washington alla Russia, in forma pubblica o privata, contro qualsiasi tentativo di attaccare la forza o di riaccendere un conflitto in piena regola. Un'altra questione chiave per gli europei è come rispondere se la Russia dovesse attaccare la forza europea: sul tavolo la possibilità di inserire una clausola di mutua difesa tra i paesi coinvolti nella coalizione europea, che non opererebbe sotto la bandiera della NATO. Ma per il cancelliere tedesco Scholz "è altamente inappropriato discuterne ora". Le opposizioni, Meloni venga in Aula sulla linea dell'Italia Una informativa urgente della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulla linea dell'Italia in merito agli sviluppi della guerra in Ucraina. A chiederlo sono le opposizioni, intervenendo dopo il voto di fiducia sul decreto Pnrr-Emergenze. Fratoianni di Avs: "Meloni venga al più presto in Aula a riferire la posizione del governo su quanto sta accadendo nel mondo", a partire dalla "possibile road map" sulla pace in Ucraina, e soprattutto alla luce dell'incontro di domani a Riad tra Usa e Russia "in cui l'Europa non esiste". Dello stesso avviso il responsabile Esteri del Pd Peppe Provenzano: "Mi unisco alla richiesta di Avs, stiamo assistendo alla fine del mondo di ieri, gli alleati di un tempo oggi spalleggiano estremisti di destra e escludono l'Europa dal negoziato per l'Ucraina: è un attacco diretto al processo di integrazione. Meloni deve venire in Aula a dirci da che parte vuole stare. Se vuole, oggi che sono in gioco i cardini della nostra collocazione nel mondo, contribuire a far risorgere l'Europa o seppellirla sotto le picconate altrui". Infine M5s che, con Francesco Silvestri, si associa alla richiesta ma non di una semplice informativa bensì di comunicazioni della premier, che prevedono al termine il voto sulle risoluzioni. "Abbiamo bisogno che l'Aula si esprima con un voto", ha spiegato.
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