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Estero
Un esponente di spicco di Hamas ammette "se avessi saputo come sarebbe finita a Gaza non ci sarebbe stato il 7 ottobre"
25-02-2025, 08:02
AGI - La Striscia di Gaza rasa ala suolo, la Cisgiordania devastata dalle violenze, il regime di Assad rovesciato ed Hezbollah in rotta con l'Iran costretto a giocare in difesa: nessuno di questi scenari era, nella mente di Moussa Abu Marzouk, la prevedibile conseguenza dell'attacco del 7 ottobre e per questo, se potesse, oggi questo membro di rilievo del politburo di Hamas tornerebbe indietro e fermerebbe la più rovinosa aggressione nella storia di Israele. In un'intervista al New York Times, Abu Marzouk ammette che "se avessimo pensato che sarebbe accaduto che ciò che poi è accaduto, non ci sarebbe stato il 7 ottobre". Oggi assicura di non essere stato a conoscenza dei dettagli dell'assalto che ha fatto 1.200 morti e centinaia di ostaggi, ma su una cosa non ha dubbi: se avesse saputo quello che sa ora, non lo avrebbe mai approvato. Una dichiarazione di rammarico che marca un distacco dalle precedenti dichiarazioni dei funzionari di Hamas. Poche settimane dopo l'invasione, ad esempio, un altro membro del politburo, Ghazi Hamad, aveva dichiarato pubblicamente che il 7 ottobre era "solo la prima volta" e che ci sarebbero stati "una seconda, una terza, una quarta", assicurando che la milizia islamista era "pronta a pagare" il prezzo e giurando di continuare fino a quando Israele non sarebbe stato completamente annientato. Il risultato è che Hamas è ridotto a spettacolari quanto sterili e macabre parate in occasione della riconsegna degli ostaggi o dei loro resti e Gaza a un cumulo di macerie. E che, al netto di sporadiche azioni individuali, la milizia non è stata in grado di replicare nemmeno una timida imitazione dell'attacco del 7 ottobre. Abu Marzouk ha ammesso che sia lui che altri leader politici di Hamas avevano approvato la strategia generale di attaccare Israele e che oggi c'è una certa volontà all'interno di Hamas di negoziare il futuro militare del gruppo a Gaza, punto critico nei negoziati con Israele. Una posizione che altri funzionari di Hamas hanno respinto anche se, secondo gli analisti, potrebbe aiutare Hamas e Israele a evitare una ripresa della guerra. Altri leader di Hamas, in particolare quelli strettamente collegati all'Iran e al gruppo militante libanese Hezbollah, vogliono adottare una linea più dura e le parole di Abu Marzouk sono state rapidamente smentite dal portavoce di Hamas Hazem Qassem, "Il comportamento aggressivo e distruttivo dell'occupazione è la causa della distruzione a Gaza. L'epopea del 7 ottobre segna una svolta strategica nella lotta nazionale palestinese" ha detto, aggiungendo che i commenti di Abu Marzouk erano "errati ed estrapolati dal contesto". "L'intervista è stata condotta qualche giorno fa e le dichiarazioni pubblicate non riflettevano il contenuto completo delle risposte", ha sostenuto il gruppo terroristico. Nell'intervista, Abu Marzouk afferma che la sopravvivenza di Hamas, nonostante la campagna di Israele a Gaza, costituisce una "sorta di vittoria" e ha paragonato il movimento a una persona normale sopravvissuta a un incontro di boxe con Mike Tyson. Ma ha detto che in termini assoluti sarebbe "inaccettabile" definire la guerra una vittoria per il gruppo terroristico. "Stiamo parlando di una parte, Israele, che ha perso il controllo di se' e si è vendicata di tutto", ha spiegato "Questa, in nessuna circostanza, può essere considerata una vittoria". Nell'intervista, Abu Marzouk si dice anche aperto a discutere del potenziale disarmo del gruppo terroristico a Gaza, ma ha rifiutato di rispondere a domande specifiche su come potrebbe funzionare un compromesso sul disarmo. Parole che sembrano contraddire dichiarazioni più intransigenti di altri leader, come il membro del politburo Osama Hamdan, secondo il quale "le armi della resistenza" non sono negoziabili. Anche Qassem, il portavoce di Hamas, ha respinto l'idea del disarmo. "Ci teniamo alla nostra arma di resistenza come a un diritto legittimo e ciò che è stato attribuito a Moussa Abu Marzouk non rappresenta la posizione del movimento. La resistenza in tutte le sue forme è un diritto legittimo per il nostro popolo fino alla liberazione e al ritorno".
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