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Estero
Un Pontefice fuori dagli schemi comuni
Oggi 21-04-25, 13:56
AGI - Da subito, fin dalla sua elezione al soglio petrino, si è dimostrata l'unicità di Papa Francesco, il suo voler restare un "pastore dall'odore delle pecore", sempre vicino al popolo, senza creare barriere o distanze. Da subito il nuovo Pontefice è stato definito un outsider, e non solo per la scelta di preferire, alla croce pettorale d'oro e alle scarpe rosse, la sua croce in ferro e le sue vecchie scarpe nere ortopediche. O dai saluti "buonasera", "buon pranzo e buona domenica", che aggiungeva ai discorsi ufficiali e che già da soli dicevano tanto di lui. Gestualità semplice e vicinanza alla gente E se la spontaneità di Francesco, nell'essere pronto a pagare il conto alla Casa del clero, dopo aver soggiornato durante i giorni del Conclave, o nello scegliere Casa Santa Marta come residenza e non l'appartamento Pontificio, ha attirato immediatamente la curiosità e la simpatia dei fedeli, non pochi sono stati i disagi che prontamente hanno dovuto superare gli uomini della Gendarmeria vaticana e le Guardie Svizzere, delegati alla sua sicurezza personale. Gli strappi al protocollo del Papa argentino sono stati numerosi. Suscitò subito preoccupazione vedere Francesco, durante i giri tra i fedeli, nelle udienze generali, assaggiare con gusto dalla cannuccia i mate (bevanda molto diffusa in Argentina e in altri Paesi del Sudamerica) che gli venivano offerti. Uno stile inconfondibile anche nei dettagli "È impossibile ingabbiarlo", è la frase che si ripeteva dentro le Mura Leonine. Bergoglio è sempre stato diretto, imprevedibile. Ed ecco quindi la scelta della vettura, non l'ammiraglia del parco auto dello Stato del Vaticano targata SCV 1 ma una più modesta, un'utilitaria targata SCV 3578 (targa poi cambiata ovviamente). Il giorno stesso dell'elezione, Papa Francesco scelse di tornare alla Domus Santa Marta con gli altri cardinali, sedersi quindi a cena con loro, in mensa. Nessun privilegio, nessuna differenza dalla sua vita condotta a Buenos Aires, quando abitualmente per spostarsi usava i mezzi pubblici e dove viveva, insieme ad altri sacerdoti, in un modesto appartamento di periferia. Il contatto umano al centro del pontificato Il contatto umano Bergoglio lo ha sempre cercato. Dopo le messe celebrate a Santa Marta, dopo aver salutato uno per uno i presenti alla celebrazione, prima di tornare nella residenza andava incontro ai numerosi fedeli che lo aspettavano al di là delle transenne. E che dire delle telefonate, dirette, senza intermediari, alla gente comune che gli scriveva. O la stretta di mano alle Guardie Svizzere, alle chiacchiere scambiate con loro, rompendo quindi uno dei protocolli più rigidi della Santa Sede. E ancora: la scelta, all'indomani della sua elezione, di non sedersi sul seggio preparato davanti all'altare ma di ricevere in piedi l'omaggio dei cardinali nella Cappella Sistina. Simboli di umiltà e un addio coerente Indimenticabile poi la foto del suo primo viaggio internazionale che immortala Bergoglio mentre sale le scalette dell'aereo portando personalmente il bagaglio a mano, una valigetta di pelle nera usurata. Nessun valletto né assistente. Anche durante i lavori del Sinodo sulla famiglia (2015) ogni giorno si poteva incrociare il Papa che preferiva andare e tornare da Casa Santa Marta. Ora l'ultimo strappo di un Pontefice fuori dal comune: il luogo della sua sepoltura, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, nella cappellina accanto all'icona della "Salus populi Romani", della quale Bergoglio era molto devoto.
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