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Estero
Valanghe in Nepal: Farnesina, 7 italiani ancora dispersi
Oggi 05-11-25, 14:48
AGI - Il console d'Italia a Calcutta, competente per il Nepal, è giunto questa mattina a Kathmandu per un coordinamento diretto con le autorità nepalesi e con i gruppi di ricerca, in stretto raccordo con la Farnesina. Lo rende noto il ministero degli Esteri. Al momento le autorità locali hanno confermato il decesso di tre alpinisti italiani, Alessandro Caputo (salma recuperata, area Manaslu Peak), Stefano Farronato (salma recuperata, area Manaslu Peak) e Paolo Cocco (salma trasferita presso l'ospedale per stranieri). Non si ha notizia di altri 7 italiani, tra cui Marco Di Marcello e Markus Kirchler (entrambi nella zona di Yalung Ri, considerati dispersi). Negli ultimi giorni diverse aree dell'Himalaya nepalese sono state colpite da una serie di valanghe, che hanno travolto molti alpinisti fra cui alcuni italiani. Sono ancora difficili le comunicazioni tra le autorità, i responsabili delle operazioni di soccorso e le rappresentanze diplomatiche di vari paesi coinvolti. "Complessa operazione di soccorso internazionale" Sul Panbari Himal è stata condotta "una complessa operazione di soccorso internazionale" durata 48 ore e con l'impiego di due elicotteri, "in collaborazione tra le autorità nepalesi e italiane, con il supporto tecnico e burocratico di Avia Mea". è quanto spiega la stessa Avia Mea, la società che ha coordinato i soccorsi insieme alle autorità nepalesi e italiane per gli alpinisti italiani Stefano Farronato e Alessandro Caputo, i cui corpi sono stati recuperati nella mattinata di ieri sulla montagna nepalese. Avia Mea ha precisato che "fondamentale è stato il contributo di Valter Perlino (sopravvissuto alla valanga dopo essere rientrato al campo base per un motivo di salute, ndr) che, presente in quota, ha avuto un ruolo determinante per la gestione delle informazioni e il collegamento tra la spedizione, i soccorritori e il coordinamento remoto, rappresentando un esempio di competenza, lucidità e umanità in condizioni estreme". Il supporto tecnico e burocratico a distanza è stato garantito da Avia Mea, attraverso Manuel Munari, Maurizio Folini e Michele Cucchi. Quest'ultimo, operativo presso la Piramide Everest-K2-CNR, ha svolto il ruolo di punto di riferimento tecnico sul territorio, in collegamento costante con Munari e Folini, con i team nepalesi e con Perlino sul campo. Come riferisce Avia Mea, "elemento centrale dell'operazione è stato l'impiego di due elicotteri, il velivolo di Kailash Helicopter, pilotato dal comandante Deepak, e un secondo elicottero di standby, organizzato da Avia Mea e situato a Kathmandu, dell'operatore Simrik Air, sotto la supervisione del comandante Siddhartha Gurung". "Durante le 48 ore di operazioni, Avia Mea ha mantenuto un contatto continuo con le famiglie degli alpinisti, fornendo aggiornamenti diretti e gestendo con sensibilità la comunicazione in un momento di grande delicatezza - aggiungono i soccorritori -. Parallelamente, la struttura ha risolto questioni burocratiche e assicurative con il prezioso intervento del Club Alpino Italiano, che ha garantito il proprio supporto operativo e istituzionale". La tragedia sul Panbari Himal si è consumata molto probabilmente nella notte tra giovedi' 30 e venerdi' 31 ottobre con mentre Farronato e Caputo erano al campo 1. Come ha riferito Perlino, l'ultimo contatto è stato fino alla sera di giovedi' 30.
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