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Economia e Finanza
Vino, Barolo e Etna Doc alleati per 'conquistare' Parigi
Oggi 11-09-25, 04:47
AGI - In 30 per sfidare i francesi in casa loro: il prossimo 4 novembre il Barolo e l'Etna DOC 'invaderanno' Parigi, in un evento organizzato dal Consorzio I Vini del Piemonte e dal Consorzio di tutela dei Vini Etna Doc e in collaborazione con la Strada del Barolo e grandi vini di Langa. Trenta aziende dei due territori si confronteranno al Pavillon Wagram con importatori, distributori, ristoratori, sommelier e stampa specializzata per approfondire la conoscenza di queste due denominazioni d'eccellenza. Degustazioni e incontri, trenta aziende protagoniste "L'iniziativa è nata da un connubio che parte già a fine dell'anno scorso, quando abbiamo cominciato a collaborare: al Vinitaly abbiamo concordato un paio di cose ed è venuto fuori questo progetto. Il territorio francese è molto complesso, ed è opportuno andare con due nomi altisonanti e che messi assieme possano fare solo bene", spiega Seby Costanzo, titolare di 'Cantine di Nessuno', a margine di una degustazione di Barolo e di Etna Doc organizzata dall'Associazione italiana sommelier (Ais) nel corso della ViniMilo 2025. L'interesse francese per i vini dell'Etna Costanzo sottolinea, tra l'altro, un interesse francese verso i vini dell'Etna determinato da un fattore economico interno: "Al Wine Paris ho incontrato i titolari di una piccola enoteca: sono venuti poi in Sicilia a trovarci, hanno comprato, si sono portati via diverse quantità di bottiglie. Si dice che l'Etna sia caro, ma forse i francesi cominciano a vedere che alcune zone in patria, come la Borgogna, stanno rendendo proibitivi i costi dei vini". Strategie di promozione Insomma, i vini dell'Etna possono risultare convenienti anche oltralpe. Il connubio Langhe-Etna "comincerà con Parigi, per poi proseguire con altre città", dice Nicola Argamante, presidente del consorzio di promozione "I Vini del Piemonte". "Cercheremo - prosegue - sia di promuovere i nostri vini che di portare in Italia il pubblico che verrà alle degustazioni. Il mercato francese per noi è interessante, esportiamo poco e oggi con l'Etna arriviamo con una unione che fa la forza". L'Italia del vino, eccellenza e qualità Arrivano i piemontesi? "No - risponde - arrivano gli italiani. L'obiettivo è fare gli eventi con 4-5 denominazioni italiane più importanti insieme, e se l'Italia del vino vuol farsi conoscere deve mandare avanti, come ci insegna il mondo della moda, le eccellenze". Il Barolo, con la complessità, struttura e longevità del vitigno Nebbiolo, e l'Etna Doc, con l'energia unica del Nerello Mascalese e del Carricante, sono chiamati "a dimostrare la capacità dei vini italiani di presentarsi uniti sul palcoscenico globale, offrendo un messaggio di qualità, autenticità e grande potenziale". Milo e l'Etna Bianco Superiore È stata Milo, patria dell'Etna bianco Superiore, a 'benedire' la missione: "Quest'anno il livello delle degustazioni è stato altissimo - ha spiegato il sindaco, Alfio Cosentino - e adesso l'obiettivo è fare di Milo un punto di riferimento costante tutto l'anno in questo settore, a partire dai produttori". È stato detto che l'Etna bianco Superiore può diventare il vino iconico d'Italia. "Secondo me sì", risponde Costanzo. "Oggi - aggiunge - non c'è un bianco iconico d'Italia, e i bianchi che possono dare segnali molto interessanti sul piano della longevità sono quelli dell'Etna". La rivoluzione del vino sull'Etna Costanzo racconta un percorso lungo, lento, esploso poi in tante, forse troppe, manifestazioni, masterclass e rassegne intorno al vulcano mentre sembra mancare una regia centrale: il sito web del Consorzio Etna Doc, ad esempio, è fermo al 2022 (fa eccezione un bando) mentre quello dei Vini del Piemonte e quello della Strada delle Langhe è aggiornatissimo. "L'Etna - dice Costanzo - produce vino da centinaia di anni, ma solo 35 anni fa c'è stata una rivoluzione: il produttore Benanti fu il primo a farla portando una nuova mentalità". Negli anni successivi l'Etna è cambiato perché hanno fatto il loro ingresso 20-25 imprenditori, non importa se grandi o piccoli, che si sono spesi con un know-how fatto di marketing, immagine, relazioni che fino a quel momento non erano parte di una cultura aziendale. Negli ultimi cinque sei anni la qualità media dei vini dell'Etna, a partire dall'Etna bianco Superiore, è cresciuta notevolmente e oggi siamo qui. Un produttore friulano una volta mi ha detto: 'Siete gli unici con cui possiamo competere'".
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