s

Estero
von der Leyen: "Con gli Usa un rapporto complicato; ora serve pragmatismo"
16-04-2025, 10:04
AGI - L'Occidente come lo conoscevamo "non esiste più" e con gli Stati Uniti "c'è una relazione complicata" dettata dalle tensioni commerciali su cui l'Unione europea è decisa a negoziare "con pragmatismo" senza escludere nulla dal tavolo. E se l'America chiude il suo mercato, l'Europa guarda da altre parti, Cina compresa. In una lunga intervista al settimanale tedesco, Die Zeit, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, racconta il mondo attuale - visto dai suoi occhi - e il ruolo dell'Unione europea. Relazione con gli Stati Uniti "L'Occidente come lo conoscevamo non esiste più. Il mondo è diventato un globo anche geopoliticamente, e oggi le nostre reti di amicizia si estendono in tutto il mondo, come si può vedere nel dibattito sui dazi doganali", racconta. È un cambio di paradigma che ha effetti diretti anche sul rapporto con gli Stati Uniti, segnato da frizioni commerciali e divergenze strategiche. "In questo momento, i nostri rapporti reciproci sono complicati. Ciò che è cruciale in questa situazione è che noi europei sappiamo esattamente cosa vogliamo e quali sono i nostri obiettivi. Quindi, siamo in una posizione ideale per interagire con gli americani, perché sono pragmatici, aperti e capiscono bene il linguaggio chiaro", riconosce von der Leyen che elenca una strategia in quattro punti. Strategia dell'Unione Europea "Il primo è che stiamo cercando di negoziare una soluzione. Parallelamente ai negoziati, stiamo sviluppando contromisure che si concentrano sul commercio sia di beni che di servizi. Tutte le opzioni sono sul tavolo. Il secondo punto è che dobbiamo essere molto vigili affinché le merci cinesi non inondino il nostro mercato ora a causa della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Pertanto, abbiamo misure di protezione in atto. Il terzo punto è che dobbiamo costruire nuove partnership e stabilire relazioni commerciali più ampie. Il quarto punto è che dobbiamo eliminare le barriere nel mercato unico, approfondirlo e armonizzarlo". Diversificazione delle Relazioni Commerciali Von der Leyen non nega di guardare oltre gli Stati Uniti. "Sono una grande amica degli Stati Uniti d'America, una convinta atlantista. Credo fermamente che l'amicizia tra americani ed europei perduri. Ma la nuova realtà include anche il fatto che molti altri Stati stanno cercando di avvicinarsi a noi. Il 13% del commercio globale è con gli Stati Uniti, è tanto. L'87% del commercio mondiale è con altri Paesi. E tutti vogliono prevedibilità e regole affidabili. L'Europa può fornirle. Ora dobbiamo sfruttare questo slancio per aprire nuovi mercati alle nostre aziende e stabilire un rapporto il più stretto possibile con molti Paesi che hanno i nostri stessi interessi". Insomma, "se le condizioni di accesso al mercato diventano più difficili con un grande partner commerciale come gli Stati Uniti, allora è chiaro che cerchiamo nuovi partner per facilitare l'accesso ai nostri mercati. L'obiettivo è sempre ridurre le dipendenze unilaterali dell'Europa". Dipendenza dalla Difesa e dai Servizi Digitali Non sfugge però il paradosso, che viene sollevato nell'intervista: fino a pochi anni fa si parlava di ridurre la dipendenza dalla Cina, ora si guarda a Pechino per compensare le incertezze americane. "Abbiamo già cominciato da tempo a diversificare le nostre catene di approvvigionamento", replica la presidente. "La pandemia ci ha insegnato quanto fossimo dipendenti dalla Cina, la guerra in Ucraina ci ha mostrato la nostra vulnerabilità rispetto al gas russo. Per questo abbiamo cominciato a diversificare sistematicamente". Un altro nodo cruciale è quello della dipendenza europea dagli Stati Uniti per la difesa e i servizi digitali. "Gli americani ci dicono: avete un surplus commerciale nei beni. Ma noi rispondiamo: voi avete un surplus nei servizi digitali. E anche questo deve essere riequilibrato". La leader tedesca ricorda che poche aziende americane "controllano circa l'80% dei servizi digitali" in Europa, un mercato da 450 milioni di persone con alto potere d'acquisto. "Nessuna azienda vuole perdere l'accesso a questo mercato", fa notare. Alla minaccia - ventilata da ambienti vicini a Trump - di togliere la protezione nucleare se l'Ue dovesse colpire i colossi tecnologici americani, von der Leyen risponde con fermezza: "Noi stiamo presentando chiaramente la nostra posizione, e gli americani fanno lo stesso. È l'essenza di ogni negoziato: niente è concordato finché tutto non è concordato". E se le tensioni dovessero toccare anche il pilastro della difesa collettiva? Von der Leyen lo esclude: "Crediamo ancora che l'articolo 5 del Trattato Nato sia valido", afferma. Ma aggiunge: "Personalmente sono favorevole a un aumento della produzione europea. Oggi, la stragrande maggioranza dell'equipaggiamento militare acquistato dagli Stati membri viene da fuori Europa. E con esso anche i buoni posti di lavoro e la ricerca. Vorrei che in futuro si facesse molto di più in Europa". Conflitto in Ucraina Il conflitto in Ucraina resta al centro della sua visione strategica. "È estremamente importante dimostrare capacità di resistenza, perché fin dall'inizio Putin ha calcolato che il sostegno all'Ucraina si sarebbe sgretolato. Invece è successo l'opposto". Ma la minaccia non è finita: "Sappiamo per esperienza che, anche se Putin può fermarsi di tanto in tanto, non ci sono limiti alle sue ambizioni imperialiste. Purtroppo lo ha dimostrato più volte negli ultimi anni". A chi le chiede se, come suggerito dall'Alta rappresentante Kaja Kallas, sia lei la nuova leader del 'mondo libero', von der Leyen replica con cautela: "Non amo queste etichette. Per me è cruciale che l'Europa giochi un ruolo forte nel plasmare il nuovo ordine mondiale che sta emergendo". Transizione Verde Un ruolo che passa anche per la transizione verde. "Sì, l'ecologia fa parte della nostra identità", insiste. "Sappiamo quanto il nostro futuro dipenda da questo, non solo per il clima. Ci sono anche enormi opportunità di mercato in gioco. La decarbonizzazione continuerà in tutto il mondo, con o senza gli americani". Conclusione Von der Leyen chiude l'intervista con un inno all'Ue: "L'Europa è ancora un progetto di pace. Non abbiamo amici od oligarchi che dettano le regole. Non invadiamo i nostri vicini e non li puniamo. Al contrario, ci sono dodici Paesi in lista d'attesa per entrare a far parte dell'Unione europea. Si tratta di circa 150 milioni di persone. In Europa, i bambini possono frequentare buone scuole, indipendentemente dal livello di ricchezza dei genitori. Abbiamo emissioni di CO2 inferiori, un'aspettativa di vita più alta. Dibattiti controversi sono consentiti nelle nostre università. Questi e altri sono valori che devono essere difesi e che dimostrano che l'Europa è più di un'unione. L'Europa è casa nostra. E la gente lo sa, la gente lo sente".
CONTINUA A LEGGERE
6
0
0
Guarda anche
Libero Quotidiano

Dazi, von der Leyen: Ue sta ultimando primo pacchetto di contromisure
Libero Quotidiano

Von der Leyen: "Lo scontro sui dazi è un errore degli Usa"
Agi
Ieri, 22:16
Il Papa: "Il mondo è a pezzi, servono lacrime sincere"
Agi
Ieri, 21:08