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Cronaca
You Heung-Sik, il lazzaro della Corea
Oggi 06-05-25, 18:09
AGI - "Io sono Lazzaro, il povero don Lazzaro, povero perché anch'io come Lazzaro, l'amico di Gesù, sono un risuscitato, un graziato", ha detto di se stesso all'Osservatore Romano il cardinale Lazzaro You Heung-Sik, Prefetto del Dicastero per il Clero, che ha speso gran parte del suo ministero a cercare in prima persona la pace per il suo Paese. "La pace: l'unica condizione umana dove le potenzialità dell'esistenza possono esperire tutte le strade, dove chi ti sta intorno - non importa in che condizioni - è un fratello, non un nemico". Impegno per la pace E infatti è stato a capo del Comitato per la Pace della Conferenza episcopale coreana e si è recato quattro volte nella Corea del Nord, tenendo ben presente nel cuore la preghiera e la speranza della pace e della riconciliazione nella penisola coreana. È un pastore e non un diplomatico ma, appunto, ha maturato grande capacità di mediazione e una forte attenzione ai poveri. Per questo Francesco, che lo ha conosciuto bene in occasione della Sesta Giornata dei Giovani dell'Asia, da lui ospitata e organizzata nella sua diocesi di Daejeon, nell'agosto 2014, lo ha chiamato a Roma affidandogli il dicastero chiave della Chiesa Cattolica, quello per il clero che deve sostenere e indirizzare circa mezzo milione di sacerdoti nel mondo. Biografia Nato il 17 novembre nel 1951 ha vissuto sulla sua pelle il dramma della guerra tra le due Coree nella quale perse il padre, morto quando lui era solo un bambino. Da adolescente è stato il primo della sua famiglia a convertirsi al cattolicesimo ricevendo il Battesimo all'età di sedici anni. È qui che sceglie il nome di "Lazzaro". A tal proposito racconterà nel 2023 all'Osservatore Romano che decisivo per lui è stato l'incontro con la testimonianza di fede dei martiri coreani, in particolare da sant'Andrea Kim. La "Grazia" che lui descrive è stata quella di essersi ritrovato iscritto a una scuola cattolica, "semplicemente perché le scuole cattoliche erano tra le migliori". Alla fine ha portato nella Chiesa anche sua madre, sua sorella e i suoi fratelli. "Quando gli altri vedono la nostra gioia come cristiani, ne vengono contaminati", ha detto il cardinale recentemente. Percorso vocazionale Ha iniziato il suo percorso vocazionale, all'età di 18 anni inizia a studiare all'Università Cattolica di Seul prima di andare a Roma e conseguire una laurea in teologia dogmatica alla Pontificia Università Lateranense. Negli anni dell'università, come tutti i giovani sudcoreani, dovrà trascorrere due anni sotto le armi pattugliando il 38esimo parallelo nord. Esperienza che non lo distoglierà dall'obiettivo principale di diventare sacerdote. A Roma, un sacerdote focolarino lo introdusse a un modo nuovo di vivere la Parola: incarnata nella quotidianità della vita. "Questo per me fu un incontro vero con Gesù. E cambiò radicalmente la mia vita. Perché vivere da cristiano non è altro che vivere il Vangelo". Incarichi e riconoscimenti Nell'agosto del 2014, il futuro cardinale Lazzaro You Heung-Sik ha accolto il Santo Padre Francesco nella diocesi di Daejeon, nell'ottobre 2018, ha partecipato - chiamato dal Papa - all'Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi per i Giovani. Nominato l'11 giugno 2021 da Papa Francesco prefetto della Congregazione per il Clero, nella Solennità del Sacro Cuore di Gesù, gli è stato conferito in pari tempo il titolo di arcivescovo-vescovo emerito di Daejeon. Da Papa Francesco creato e pubblicato cardinale nel Concistoro del 27 agosto 2022, della Diaconia di Gesù Buon Pastore alla Montagnola. Visione e missione Un uomo molto mite ma al contempo saldo, con le idee chiare sul da farsi, a partire dall'Asia, "un continente molto variegato dove il cammino della fede cristiana, da sempre 'contaminato' da tante altre spiritualità e incarnato in una cultura così particolare, si sviluppa attraverso nuovi linguaggi, nuovi modelli pastorali e una specifica attenzione al dialogo tra le religioni, inteso anche come cammino unitario dell'umanità verso Dio e partecipazione al Suo progetto di salvezza. In questo senso l'Asia può aiutare anche la fede occidentale a rinnovarsi, a ritrovare vitalità attraverso una nuova evangelizzazione e a crescere nella consapevolezza della missione che noi cristiani abbiamo rispetto al mondo, alla società e alla costruzione di un futuro di pace". Secondo il cardinale Lazzaro, "da una parte il Vangelo si incarna nella cultura facendone il terreno proprio per poter germogliare e, quindi, accogliendola con benevolenza; allo stesso tempo, l'annuncio del Vangelo è sempre una sfida per la cultura e intende purificarla e accompagnarla in un cammino di crescita che la renda sempre più conforme al progetto di Dio e, quindi, più umana". Ma sempre "annunciare il Vangelo significa affrontare alcune sfide di tipo culturale: penso specialmente - ha confidato ai media vaticani - ai giovani, che a volte si lasciano affascinare da modelli culturali e sociali troppo secolarizzati e improntati a una mentalità edonistica e consumistica; ma anche le questioni legate a taluni fenomeni più locali come la magia, la stregoneria, l'utilizzo della violenza come autodifesa, in alcuni casi il tribalismo e l'animismo. Senza dimenticare i problemi che riguardano i poveri, la famiglia e la custodia della vita. In generale, poi, l'aspetto più importante è dato senz'altro dalla testimonianza cristiana, come ha insegnato Sant'Andrea Kim, primo martire coreano, e tanti altri martiri asiatici: dove c'è testimonianza di vita c'è anche annuncio del Vangelo, perché prima delle parole e delle formule è anzitutto la nostra vita a dover manifestare la gioia del Vangelo, per diventare luce che illumina le tenebre del mondo".
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