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Che cosa sappiamo dei Flamingo, i missili a lungo raggio che l'Ucraina produrrà in serie questo inverno
Oggi 21-08-25, 18:11
"È molto difficile, se non impossibile, vincere una guerra senza attaccare il Paese invasore. È come una grande squadra nello sport che ha una difesa fantastica, ma non le è permesso giocare in attacco. Non c'è possibilità di vincere! È così con l'Ucraina e la Russia", ha scritto oggi il presidente americano Donald Trump in un post sul suo social Truth. E ha toccato un nervo scoperto di Mosca, che ha sempre detto di considerare qualsiasi sostegno agli attacchi ucraini sul suo territorio una linea rossa. Solo nel novembre 2024 infatti il predecessore di Trump, Joe Biden, aveva autorizzato l'Ucraina a utilizzare armi americane a lungo raggio in Russia. Sempre in quel periodo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva annunciato la produzione delle prime 100 testate domestiche. Ora c'è una novità che potrebbe riequilibrare le cose, senza mettere in mezzo direttamente gli armamenti americani. Ieri Zelensky ha annunciato che l’Ucraina inizierà la produzione di massa del suo missile da crociera di lunga gittata Flamingo già questo inverno. Un passo significativo verso l’autonomia militare. Il leader ucraino ha descritto il Flamingo come "il missile di maggior successo" attualmente in servizio tra quelli sviluppati da Kyiv, segnalando che ha superato con successo i test di volo. Zelensky ha specificato che entro dicembre saranno disponibili nuovi esemplari del missile, e che la produzione su larga scala prenderà il via tra la fine di dicembre e i mesi di gennaio e febbraio 2026. Il progetto è guidato dall’azienda ucraina Fire Point. Secondo quanto riferito da Iryna Terekh, responsabile della produzione, già ora viene assemblato un missile al giorno, e l'obiettivo è arrivare a sette unità giornaliere entro ottobre. Che cosa sappiamo dei Flamingo Benché le specifiche tecniche ufficiali non siano state rese pubbliche, il Flamingo ha la capacità di volare fino a 3.000 chilometri: questo permetterà attacchi a obiettivi ben oltre la linea del fronte (depositi di munizioni, centri di comando, basi aeree e infrastrutture energetiche) e rappresenterà un punto di svolta nella strategia difensiva ucraina. Questo cambierebbe radicalmente il bilanciamento, dato che Mosca fino ad ora ha potuto contare su una sorta di “retrovia intoccabile”. La possibilità di colpire infrastrutture anche in regioni russe lontane dal confine aumenterebbe il costo politico della guerra per il Cremlino. Attacchi di precisione in aree considerate sicure potrebbero indebolire la percezione di invulnerabilità interna. Presentato pubblicamente il 17 agosto, il Flamingo era apparso per la prima volta nelle foto scattate dal foto-giornalista Efrem Lukatsky dell'Associated Press, (le vedete in testa a questo articolo). Si tratterebbe di un missile a crociera con motore turbofan, simile ai Tomahawk americani o ai Kalibr russi. Questo tipo di motore consente una lunga autonomia e un volo a bassa quota per eludere i radar. Il Flamingo sarebbe capace di seguire il terreno (“terrain following”), volando a quote molto basse (50–100 metri), rendendo difficile l’intercettazione da parte della difesa aerea. Zelensky ha parlato di produzione interna di 100 testate: non è chiaro il tipo, ma si presume una carica ad alto esplosivo convenzionale, tra i 200 e i 400 chilogrammi, simile agli standard Nato per missili cruise. Fire Point punta a una catena di montaggio “scalabile”, capace di passare da uno a sette missili al giorno. Questo indica che i componenti sono probabilmente progettati per una produzione rapida con materiali e tecnologie già disponibili in Ucraina, riducendo la dipendenza da fornitori esteri. Un banco di prova per l’industria della difesa di Kyiv Ad aprile 2025, Zelensky aveva poi reso noto che oltre il 40 per cento degli armamenti utilizzati in prima linea è oggi prodotto internamente, mentre la quota dei droni made-in-Ukraine supera il 95 per cento. Inoltre, a giugno, i media ucraini avevano segnalato che il missile balistico a corto raggio Sapsan aveva completato con successo i test in combattimento e si stava preparando alla produzione di serie. A fianco di queste novità si affianca lo sviluppo del missile-drone ibrido Palianytsia, un’altra risposta interna alla crescente esigenza di autonomia militare. Il piano del governo ucraino sarà un banco di prova concreto per l’industria della difesa di Kyiv. L’obiettivo è evidente: ridurre la dipendenza da forniture estere e migliorare la capacità di proiezione strategica sul territorio nemico tramite armamenti ad alta precisione. (AP Photo/Efrem Lukatsky)
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