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Politica
Di Paola, ex ministro della Difesa: "Salvini? Seguire la propaganda di Putin indebolisce l’Italia”
Oggi 13-12-25, 06:00
“Non è una questione di guerra o di pace. Volere la pace non vuol dire essere pacifici a priori, ma operare per questo obiettivo. In un mondo in cui ci sono minacce evidenti, significa prevenire i conflitti e l’unico modo per farlo è avere un forte capacità di deterrenza. Questa è la realtà”, dice l’ammiraglio Giampaolo Di Paola, si riferisce a Vladimir Putin, ma non solo. L’ex ministro della Difesa nel governo Monti, già capo di stato maggiore della Difesa e presidente del comitato militare Nato invita a tenere alta l’attenzione, a non sottovalutare i rischi di questa fase storica. Ieri lo ha ricordato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “E’ indubbio che esista una la minaccia, è evidente in tutti i campi e in particolare – dice Di Paola al Foglio – nel settore della disinformazione, del cyber, dei droni e del dominio cognitivo. Ed è altrettanto evidente che buona parte di questa minaccia provenga dalla Russia”. Di questi pericoli hanno parlato in varie occasioni il segretario generale della Nato Mark Rutte, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e l’attuale capo di Stato maggiore Luciano Portolano. Con sfumature diverse hanno evocato la possibilità di svolgere un ruolo attivo nella guerra ibrida, anche con attacchi preventivi. “Non sono gli unici a porre questo problema, affermazioni simili le ho sentite anche da altre personalità di tanti altri paesi europei e della Nato. Il problema è: come contrastare questo tipo di minaccia cyber? Continuiamo con un atteggiamento passivo o una volta individuata la fonte del pericolo possiamo neutralizzarla prima che compia nuovi attacchi?”, si chiede l’ex ministro. “A mio avviso è questo il senso delle loro parole e credo sia corretto pensare a un atteggiamento proattivo, in modo da avere non solo uno scudo ma anche poter cercare di neutralizzare la minaccia. Ricordo che tra lancia e scudo spesso è la lancia a prevalere”. Molti politici, a partire da Matteo Salvini (ma è una opinione presente anche nell’opposizione), ritengono tuttavia che questo tipo di approccio corrisponda a una escalation. Mentre Portolano, parlando in Commissione Difesa, ha sottolineato come la guerra ibrida possa avere ricadute anche sulla sicurezza nazionale e sulla tenuta democratica. Ammiraglio, quali sono i rischi legati alla propaganda del Cremlino? “Oltre a quella cyber, l’altra minaccia veramente pericolosa riguarda il dominio cognitivo. Riuscire attraverso campagne di disinformazione, nel nome della pace, a far prevalere certe posizioni”, risponde Di Paola. “Nel caso della Russia siamo di fronte al tentativo di convincere i cittadini italiani, o europei, delle buone ragioni di Putin. Credo che Salvini abbia quel tipo di atteggiamento per ragioni di posizionamento e di lotta politica interna. In ogni caso è il vicepremier e finisce per indebolire la posizione italiana, che appare un po’ traballante nel sostegno all’Ucraina e non allineata a paesi come Francia, Germania e Regno Unito. E questo nonostante la premier Meloni e Mattarella abbiano espresso sempre una posizione chiara”. L’ammiraglio continua spiegando che certe contraddizioni non riguardano solo la maggioranza, “ma esistono in maniera marcata anche nell’opposizione”. Del resto alcune convergenze tra la Lega e il M5s di Giuseppe Conte in materia di politica estera sono note. E anche Avs e alcuni esponenti del Pd sono molto scettici su Kyiv. In questo quadro il decreto per sostenere l’Ucraina non è ancora arrivato in Cdm, dovrebbe arrivare (si vedrà con quali contenuti) entro la fine dell’anno. “E’ molto importante – sottolinea l’ex ministro - che venga approvato, deve esserci coerenza tra le parole pronunciate dalla premier e quello che poi si fa. E Meloni ha detto che continueremo a sostenere Kyiv”. Lo assicura spesso anche Guido Crosetto, il ministro della Difesa, che vuole riformare le Forze armate e rafforzarne le capacità su tutti i fronti, dal cyber agli ambiti più tradizionali. Un sentiero su cui anche l’Ue sembra essersi avviata. “La situazione geopolitica ormai è cambiata. E alla luce dell’atteggiamento americano che invita l’Europa a darsi da fare, l’indirizzo di Crosetto è corrette e inevitabile. Soprattutto se non vogliamo essere ininfluenti e marginalizzati a Bruxelles”, dice Di Paola. “Allo stesso modo l’Ue, con Safe e con il piano di riarmo, vuole potenziare fortemente le sue capacità di difesa per poter svolgere un ruolo nel mondo, in particolare rispetto alla minaccia russa. E’ curioso – conclude l’ex ministro, con una stoccata all’opposizione – che chi si dice europeista, accusando il governo di non esserlo, poi si opponga al rafforzamento dell’Ue”.
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