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F1: a Spa vince Piastri, fra gli alti e bassi di Hamilton e Antonelli
Oggi 28-07-25, 09:47
Un vecchio e un bambino si presero per mano e andarono insieme incontro alla sera, la polvere rossa si alzava lontano e il sole brillava di luce non vera…nelle parole del Maestro Guccini che aprono l’eterna: “Il vecchio e il bambino” c’è molto del momento che stanno vivendo Lewis Hamilton, il vecchio, e Kimi Antonelli, il bambino. A Spa è stato Oscar Piastri a dare una discreta spallata al suo compagno di squadra Lando Norris, in versione “blando” nonostante partisse dalla pole. La direzione di gara ha usato una cautela forse eccessiva nel dare il via alla gara dopo il classico acquazzone delle tre del pomeriggio. “Con Ecclestone sarebbero partiti alle tre in punto!”, ha sussurrato più d’uno. Con Ecclestone accadevano anche altre cose, non tutte encomiabili, ma il dna del motorsport in questi casi aveva la prevalenza, insieme a quello affaristico-commerciale del vecchio drago. Liberty Media non vuole guai, se piove troppo ci si ferma e si aspetta. Venti auto al traguardo su venti, nessuna safety se non quella che ha aperto la gara, nessuno che sia andato in testa-coda, nessun contatto tra piloti, sorpassi pochissimi. Se a generare emozioni è rimasta la pioggia, ma quando piove non si gareggia, vien difficile pensare a come entusiasmarsi nel vedere lunghi trenini dove non succede niente. Tornando al vecchio e al bambino…prima di andare in vacanza avranno bisogno entrambi di qualcosa di diverso dal prossimo Gp d’Ungheria della prossima settimana. Lewis Hamilton ha parzialmente riscattato in gara un week end tra i peggiori della sua carriera. Riscatto parziale perché nonostante la partenza dalla pit-lane il Re Nero ha sì prodotto una bella rimonta, corroborata dalla scelta azzeccata di mettere le gomme da asciutto prima degli altri, ma è anche rimasto più di venti giri dietro alla Williams (!) di Albon senza riuscire nemmeno ad attaccarlo. In un tempo nel quale il sette volte campione del mondo si è segnalato più per la sua attività di “pensatore” che per quella di pilota. Che fino a prova contraria è il motivo per il quale è a Maranello. Ma sarebbe un grande errore non tenere in considerazione quel che Lewis pensa relativamente ad aree che, pur non facendo parte del suo perimetro, possono invece beneficiare della sua esperienza. Bisogna intendersi bene. La Ferrari ha preso Hamilton per fare il pilota. Ma l’auto che la Scuderia gli ha messo a disposizione non è in grado di esaltarne le qualità. Anzi, le frustra. Siccome non è tecnicamente possibile dire a Lewis: accomodati fino alla fine della stagione in ufficio, facciamo guidare un altro e tu occupati di costruire insieme ai nostri ingegneri l’auto del 2026…ecco, questo non si può proprio fare…sarebbe il caso che l’Azienda chiarisse, internamente ma anche fuori, cosa può realmente estrarre da lui. Che viene profumatamente pagato per fare il pilota, ma che se invece ci si accorgesse che può dare di più come “consulente” sarà il caso di decidere se ascoltarlo a meno. I “dossier” che ha inviato al Presidente saranno tenuti in considerazione? Verranno passati alle varie aree di lavoro oppure finiranno in un gentile: “grazie, faremo sapere”? Se il vecchio scalpita, il bambino versa lacrime di rabbia. Nelle ultime 7 gare Kimi Antonelli ha sì fatto podio, in Canada, ma nelle altre 6 ha fatto 4 ritiri, un P16 e un P18. Non sempre per colpa sua, ma carta canta. Che succede? Forse niente che non fosse immaginabile. La Mercedes non lo sta aiutando, è un progetto non corretto che ha troppi alti e bassi. Ultimamente principalmente bassi, i grigi sono sempre dietro le Mc Laren, Leclerc e Verstappen. Kimi è giovane, prima gli veniva detto di fare “il giovane”, di non accontentarsi e di prendersi qualche rischio. Come fece a Monza l’anno scorso quando Toto Wolff gli fece fare le prove libere e lui finì in ghiaia dopo due giri. Come ha fatto venerdì a Spa quando stava facendo un giro notevole ed invece è andato in testacoda. Non può non sentire quel che si dice di Verstappen e del suo possibile futuro in grigio. Che però dovrebbe costare la testa a Russell e non a lui. A meno di non infilarsi in una spirale negativa senza sapere come uscirne. Ai posteri, senza dover aspettare così tanto, la sentenza. Che normalmente arriva a Monza, tornarti dalle vacanze. In questo caso il vecchio ha un vantaggio sul bambino. Lui di sicuro avrà ancora un colpo nel 2026. Sarà però l’ultimo.
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