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Estero
I postini acchiappaimmigrati al servizio di Trump
Oggi 01-05-25, 06:40
Il Washington Post sta pubblicando inchieste quasi quotidiane sulla politica di efficienza dell’Amministrazione Trump e del Doge: ieri ha raccontato che entro breve i dipendenti pubblici saranno “obbligati” a dichiarare quotidianamente la loro posizione durante l’orario di lavoro. Il quotidiano di proprietà di Jeff Bezos, in mezzo a continue polemiche vista la volontà dell’editore di rivoluzionare le pagine editoriali in un senso meno antitrumpiano, in realtà fa scoop continui in particolare sull’immigrazione e su quella che ormai possiamo definire “strategia casa per casa” con cui l’Amministrazione Trump sta cercando gli immigrati illegali per rimpatriarli. Il Servizio ispezioni delle Poste americane ha iniziato silenziosamente a collaborare con le autorità federali dell’immigrazione per individuare persone sospettate di essere nel paese illegalmente, secondo quanto riferito da due persone informate dei fatti e da documenti ottenuti dal Washington Post – ampliando così in modo significativo la portata della campagna di deportazione dell’Amministrazione Trump. Il Postal Inspection Service è una forza di polizia poco conosciuta anche agli stessi americani incaricata delle indagini per conto del servizio postale; si è recentemente unito a una task force del dipartimento della Sicurezza interna con l’obiettivo di trovare, arrestare e deportare immigrati senza documenti, secondo le nostre fonti che hanno parlato a condizione di anonimato per timore di ritorsioni professionali. I funzionari dell’immigrazione stanno cercando di ottenere le fotografie della parte esterna di buste e pacchi – un programma del Postal Inspection Service noto come mail covers – e l’accesso ai suoi vasti sistemi di sorveglianza, tra cui i dati degli account online del servizio postale, informazioni sul tracciamento di pacchi e lettere, dati di carte di credito, materiali finanziari e indirizzi Ip. Questa collaborazione con le Poste rappresenta un’escalation significativa nella repressione dell’immigrazione portata avanti dall’Amministrazione Trump. In precedenza, i funzionari del dipartimento della Sicurezza interna avevano collaborato con le autorità che si occupano di questioni fiscali, abitative e sanitarie. Ma il coinvolgimento del Postal Inspection Service, l’agenzia di polizia più antica del paese, indica che gli sforzi per perseguire gli immigrati senza documenti si sono estesi a una delle attività governative più banali: la consegna della posta. Il Postal Inspection Service ha il compito principale di garantire la sicurezza del sistema postale, indagare su minacce e attacchi contro i lavoratori e le strutture postali e impedire l’ingresso nella posta di oggetti illegali – come droghe e pornografia infantile. L’agenzia conta circa 1.700 agenti, secondo l’ultimo rapporto annuale, inclusi 1.250 ispettori che conducono indagini e 450 agenti di polizia che forniscono sicurezza fisica. Nel 2020, il servizio postale ha ridotto il ruolo degli agenti, limitando la loro giurisdizione alle sole proprietà postali e impedendo loro di pattugliare o accompagnare i portalettere nei loro giri. I dirigenti del Postal Inspection Service, preoccupati dai segnali provenienti dall’Amministrazione riguardo a un possibile tentativo di controllo più ampio sul servizio postale, hanno accettato di partecipare al programma, secondo quanto riferito dalle fonti e dai documenti. “Vogliamo comportarci bene in questo nuovo parco giochi”, si legge in un’email interna dell’agenzia ottenuta dal Washington Post, che riassume un recente incontro con i funzionari che si occupano di immigrazione. Gli ispettori postali hanno partecipato a un recente blitz antidroga e anti immigrazione a Colorado Springs, domenica, come mostra un video dell’evento pubblicato sui social media. Hanno preso parte anche agenti di altre agenzie federali, tra cui l’Fbi e l’Agenzia delle entrate (Irs). Secondo le autorità locali, l’operazione ha portato all’arresto di oltre cento immigrati senza documenti. In una dichiarazione, un alto funzionario del dipartimento della Sicurezza interna ha affermato che la collaborazione con il Postal Inspection Service è “una parte fondamentale per garantire che le forze dell’ordine abbiano le risorse necessarie per mantenere la promessa del presidente Trump al popolo americano: rimuovere i criminali violenti dalle nostre strade, smantellare le reti di traffico di droga e di esseri umani e rendere di nuovo sicura l’America”. I rappresentanti del servizio postale non hanno rilasciato commenti. Non è insolito che il Postal Inspection Service prenda parte a retate o operazioni che coinvolgono più agenzie federali. Per esempio, nel 2020, gli ispettori postali arrestarono l’ex consigliere di Trump, Steve Bannon, su uno yacht al largo del Connecticut, dopo che era stato incriminato per frode. Trump lo ha poi graziato, in uno degli ultimi atti ufficiali del suo primo mandato. Ma il coinvolgimento di questa forza di polizia nell’applicazione delle leggi sull’immigrazione è una novità. Questo cambiamento fa seguito a un ordine esecutivo di Trump che ha imposto il coinvolgimento di tutte le agenzie federali nell’individuazione e deportazione degli immigrati, secondo i documenti ottenuti dal Washington Post. “Il Postal Inspection Service è molto, molto nervoso per questa nuova situazione”, ha detto una delle fonti. “Sembra che stiano cercando di compiacere Trump facendosi coinvolgere in iniziative che pensano gli possano piacere. Ma è un abuso di potere. Stiamo parlando del servizio postale. Perché dovrebbe essere coinvolto nelle deportazioni?” Il coinvolgimento delle Poste è l’ultima iniziativa dell’Amministrazione Trump all’interno del più ampio piano di riutilizzare le agenzie federali e i loro dati al fine di rafforzare l’applicazione delle leggi sull’immigrazione. Nell’ultimo mese, l’Ufficio per l’efficienza dello stato (il Doge di Elon Musk) ha ottenuto l’autorizzazione per accedere a dati sensibili sui casi d’immigrazione del dipartimento della Giustizia; ha cercato dati tra le richieste per il Medicare in modo da aiutare l’Ice, l’Agenzia che si occupa dell’immigrazione, a trovare gli indirizzi degli immigrati privi di documenti; e ha avviato iniziative presso il dipartimento per l’Edilizia e lo Sviluppo urbano per individuare e sfrattare gli immigrati dalle case popolari. Sempre questo mese, l’Amministrazione ha classificato come defunti seimila immigrati in vita all’interno del database dell’amministrazione della previdenza, sperando che questi decidessero di “autodeportarsi”, come riportato dal Washington Post. Trump ha inoltre espresso un forte interesse a riformare il servizio postale e a portarlo sotto il diretto controllo della Casa Bianca, andando oltre la sola questione dell’immigrazione. Prima di entrare in carica, aveva suggerito di privatizzare l’agenzia e in seguito ha dichiarato di volerla fondere con il dipartimento del Commercio – cosa che richiederebbe l’approvazione del Congresso. Secondo quanto riportato dal Post, a marzo alti funzionari dell’Amministrazione hanno cercato di destituire il direttore generale delle Poste, Louis DeJoy, e Trump ha anche preso in considerazione lo scioglimento del consiglio direttivo dell’agenzia. Jacob Bogage e Hannah Natanson Copyright Washington Post
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