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Estero
Il Pakistan contro l’India ha due alleati: Xi Jinping e Erdogan
Oggi 24-05-25, 06:02
La tensione fra India e Pakistan per ora sembra essersi abbassata, ma nel frattempo si è aperto un altro fronte, fra narrazione diplomatica e propaganda che per ora si svolge per lo più sui social indiani. Perché il sostegno incondizionato dato a Islamabad da parte della Turchia potrebbe costare parecchio al presidente turco Recep Tayyip Erdogan e all’economia della Mezzaluna. Negli ultimi giorni è montata una campagna di boicottaggio che ha già portato ai primi passi concreti: una cooperativa indiana che rifornisce 13 milioni di negozi alimentari nel paese ha dichiarato la messa al bando totale a tempo indeterminato di tutti i prodotti provenienti dalla Turchia; Nuova Delhi ha revocato l’autorizzazione alla società turca di assistenza a terra Celebi, vietandole di fatto di operare negli aeroporti indiani. E la campagna potrebbe aumentare. Il peccato originale commesso da Erdogan nei momenti più cruciali della recente crisi in Asia meridionale è stato quello di aver inviato al Pakistan una nave militare e un gruppo di jet da combattimento. Secondo alcuni media indiani, inoltre, l’esercito pachistano avrebbe usato droni di provenienza turca per colpire il territorio del vicino. La relazione sul fronte militare fra la Turchia, membro della Nato dal 1952, e il Pakistan è strettissima: durante la visita del presidente turco in Pakistan del febbraio di quest’anno, i due paesi si sono accordati per istituire un comitato permanente congiunto per la sicurezza, la Difesa e l’intelligence. E’ da circa un decennio che il consolidamento in tal senso è sempre più evidente, con la cooperazione che riguarda anche la produzione congiunta di quattro navi da guerra di tipo Milgem, ordinate dall’esercito pachistano alla Turchia, il supporto dato da quest’ultima per l’ammodernamento della flotta di aerei da combattimento di Islamabad e il trasferimento di tecnologie di difesa d’avanguardia. I rapporti lungo l’asse turco-pachistano sono ovviamente molto profondi anche dal punto di vista politico. Dalla sua salita al potere nel 2003 Erdogan si è recato in Pakistan in più di dieci occasioni e il suo impegno in tal senso è funzionale all’obiettivo di fare del suo paese un modello di riferimento per il mondo musulmano più in generale. Sforzi che stanno dando i suoi frutti: il Pakistan sostiene la Turchia nella campagna contro la Grecia in merito alla delicata questione della Repubblica turca di Cipro nord, non riconosciuta a livello internazionale se non da Ankara. Ma il Pakistan avrebbe usato anche armi cinesi durante gli scontri con l’India, una sorta di campo di prova per l’equipaggiamento che Pechino non può testare direttamente. Le Forze armate di Islamabad avrebbero utilizzato caccia J-10C di fabbricazione cinese e alcuni missili cinesi avrebbero abbattuto velivoli dell’esercito indiano. I caccia dispiegati da Islamabad non erano mai stati testati prima d’ora in combattimento, ma sono spesso utilizzati dalla Cina nelle esercitazioni realizzate per mettere pressione al governo di Taiwan. Molti analisti hanno notato che, mentre il Pakistan ha utilizzato l’equipaggiamento acquistato dalla Cina, l’India ha fatto mostra delle forniture francesi. Una sorta di test di armi e armamenti, che sui media cinesi è stato visto anche come la dimostrazione del terreno recuperato dalla Repubblica popolare rispetto alla predominanza tecnologica delle aziende occidentali. Durante l’incontro trilaterale che si è tenuto a Pechino tra il ministro degli Esteri cinese Wang Yi e gli omologhi afghano e pachistano, il funzionario della Repubblica popolare ha richiamato alla necessità di negoziare ma anche sottolineato il supporto cinese all’integrità territoriale del Pakistan e la volontà di approfondire ulteriormente la relazione bilaterale. La Cina, come la Turchia, punta a blindare il suo alleato nella regione.
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