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Estero
L'aiuto cinese alla guerra di Putin in Ucraina, in grafici
Oggi 04-09-25, 11:23
Dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, il 24 febbraio 2022, la Cina è stata il principale acquirente energetico del Cremlino. Secondo l'organizzazione no-profit Centre for Research on Energy and Clean Air, Pechino ha importato oltre 310 miliardi di dollari in combustibili fossili russi: il commercio bilaterale totale è salito a 245 miliardi di dollari lo scorso anno, più del doppio rispetto al 2020. Esportazioni energetiche Nonostante i tentativi della Cina di smentire ogni tipo di collaborazione con la Russia nella guerra in Ucraina, le esportazioni russe verso la Cina, soprattutto quelle energetiche, costituiscono la spina dorsale del loro commercio bilaterale, con un costante aumento sia in valore che in volume. Dopo il 2022, il mercato cinese ha funzionato da rete di sicurezza, consentendo alla Russia di reindirizzare le esportazioni di combustibili fossili dall'occidente. Il mese scorso il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha detto che la Cina non vuole che la Russia perda in Ucraina perché vuole che l'attenzione degli Stati Uniti sia divisa tra Europa e Asia: sarebbe anche per questo motivo che le relazioni sino-russe sono oggi più strette di quanto non lo siano state negli ultimi decenni. Un'analisi dei dati del governo cinese condotta dal China-Russia Dashboard, un progetto di diversi think tank europei, ha messo in fila numeri e dati per raccontare la relazione "speciale" tra i due paesi, non solo dal punto di vista economico. Esercitazioni militari Anche le esercitazioni militari congiunte Russia-Cina sono cresciute significativamente, "in numero, dimensioni, complessità e portata geografica dall'invasione russa dell'Ucraina". Dalla loro prima edizione nel 2003, i due paesi hanno condotto un totale di 90 esercitazioni congiunte, 26 delle quali dal 24 febbraio 2022, pari a quasi un terzo di tutte le esercitazioni congiunte. Solo nel 2024, hanno tenuto 11 esercitazioni congiunte, molte in più rispetto a qualsiasi anno precedente. Beni dual use Inoltre le esportazioni cinesi di prodotti dual use (a duplice uso) contribuiscono a sostenere lo sforzo bellico della Russia; nella prima metà del 2025 i russi hanno importato dalla Cina 1,9 miliardi di dollari di prodotti soggetti a controlli sulle esportazioni e sanzioni in occidente. I ricercatori hanno anche scoperto spedizioni cinesi di altri prodotti a duplice uso che possono contribuire alla produzione di carri armati, veicoli blindati, jet militari, droni e giubbotti antiproiettile. Relazioni bilaterali Anche le relazioni bilaterali sono aumentate. L'analisi mostra con una dettagliata cronologia come le frequenza delle interazioni in tre ambiti chiave – di capi di stato, diplomatici e militari – supera quella di qualsiasi altra relazione bilaterale sia per la Cina che per la Russia. Tra febbraio 2022 e giugno 2025, Xi Jinping e Vladimir Putin hanno interagito 11 volte tramite incontri di persona o telefonate. I diplomatici di alto livello Wang Yi e Sergei Lavrov si sono incontrati 20 volte, tra visite bilaterali e discussioni a margine di vertici multilaterali: "oltre alla frequenza degli impegni, l'andamento dei messaggi chiave mostra un crescente allineamento sul coordinamento strategico nelle piattaforme multilaterali e un tono più deciso nell'opposizione ad azioni unilaterali come sanzioni e interventi militari da parte degli Stati Uniti". Blocchi alle frontiere Anche i posti di controllo alle frontiere, evidenzia lo studio, sono diventati significativamente più affollati, con volumi commerciali che hanno raggiunto livelli record. Si sono registrati anche notevoli progressi nell'espansione della capacità di facilitare il commercio bilaterale, ad esempio con la costruzione di ponti sul fiume Amur e l'ampliamento delle strutture dei posti di blocco. "La crescente attività presso questi posti di blocco riflette una tendenza più ampia di allineamento tra Cina e Russia e mette in luce la crescente dipendenza della Russia dalla Cina, suggerendo che Mosca stia ora dando priorità alle sue relazioni con Pechino, pur essendo meno preoccupata per l'influenza della Cina nello sviluppo dell'Estremo oriente russo". Scambi universitari Il numero di studenti cinesi in scambio in Russia è cresciuto costantemente nel corso degli anni, passando da circa 30.000 nel 2020 a oltre 50.000 nel 2024, con un incremento del 72 per cento. Analogamente, gli studenti cinesi hanno rappresentato una quota crescente di tutti gli studenti stranieri in scambio in Russia, passando dal 9,4 per cento nel 2020 al 13,6 per cento nel 2024. Di conseguenza, la Cina è ora il terzo paese di origine, con un numero di studenti quasi pari a quello dei primi due, Kazakistan e Turkmenistan.
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