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Estero
Le garanzie di sicurezza che Washington è disposta a fornire a Kyiv
Oggi 27-08-25, 10:19
Gli Stati Uniti sono disponibili a fornire risorse di intelligence e difesa aerea a Kyiv dopo la fine della guerra. Lo hanno rivelato funzionari europei e ucraini al Financial Times. Da quando Donald Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti avrebbero partecipato al coordinamento delle garanzie di sicurezza per proteggere l'Ucraina da un futuro attacco russo, diversi funzionari statunitensi hanno riferito ai loro colleghi europei che la Casa Bianca sarebbe disponibile a fornire “abilitatori strategici” tra cui sistemi di intelligence e sorveglianza e di difesa aerea. I funzionari sentiti dall'Ft hanno spiegato che il supporto americano a Kyiv consisterebbe nella fornitura di aerei, logistica e radar terrestri che consentano una no fly zone e uno scudo aereo, e hanno aggiunto che l'offerta sarebbe subordinata all'impegno dei paesi europei a inviare decine di migliaia di soldati sul territorio ucraino. Gli Stati Uniti restano invece contrari all'invio delle proprie truppe sul campo. Andriy Yermak, a capo dello staff del presidente ucraino, ha confermato le indiscrezioni riportate dal Financial Times e ha dichiarato che ogni paese alleato avrebbe contribuito in modo diverso alla difesa dell'Ucraina, in un “mix di sostegno militare, politico ed economico”; si parla di quattro o cinque brigate europee sul campo fornite dai volenterosi europei, cui si affiancherebbero gli “abilitatori strategici” offerti dagli Stati Uniti. Il Pentagono non ha confermato né smentito le rivelazioni dell'Ft, ma ha definito le misure riportate come "pre-decisionali". Trump ha detto ai giornalisti che le garanzie di sicurezza per l'Ucraina non sono ancora state discusse nello specifico: “Saremo coinvolti dal punto di vista del supporto. Li aiuteremo”. Promesse epiche, smentite e ritrattazioni. Le giravolte trumpiane Le voci dei funzionari raccolte dal Ft sono solo l'ultimo paragrafo delle giravolte dell'Amministrazione americana sulla questione dell'invasione russa dell'Ucraina. Negli ultimi mesi Donald Trump ha oscillato ripetutamente sulla linea da tenere nei confronti di Kyiv, generando incertezza tra alleati e avversari: dopo aver promesso in campagna elettorale di “risolvere la guerra in 24 ore” – dichiarazione poi ridimensionata come “sarcastica” – a febbraio ha attaccato Zelensky in diretta nello Studio Ovale, sospendendo temporaneamente gli aiuti militari e di intelligence. Nei mesi successivi ha alternato critiche al presidente ucraino, accusato di prolungare il conflitto, a parziali aperture come il ripristino di sistemi di difesa Patriot e l’ipotesi di sanzioni economiche alla Russia. Ad agosto ha nuovamente cambiato tono: ha invitato Kyiv ad accettare concessioni senza cessate il fuoco e persino a passare all’offensiva contro Mosca.
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