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Economia e Finanza
Meloni: “Il governo ha raggiunto i risultati migliori nella storia all'evasione”
Ieri 10-06-25, 12:04
Lo stato, attraverso il fisco, "deve chiedere il giusto e utilizzare quelle risorse esattamente con la serietà che userebbe il buon padre di famiglia nella gestione del bilancio familiare, con buon senso e soprattutto senza gettare i soldi dalla finestra". Lo ha affermato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento in occasione degli Stati generali dei commercialisti, organizzati dal Consiglio nazionale della categoria presso il Roma Convention Center “La Nuvola”. Al suo arrivo, i partecipanti all'evento hanno accolto la premier con una standing ovation: “Mi imbarazzate, mi imbarazzo”, ha detto di fronte agli applausi della platea. Per Meloni, “il fisco è il biglietto da visita della credibilità di uno stato”, e quindi “il sistema fiscale non deve soffocare la società ma deve invece aiutarla a prosperare, non deve opprimere le famiglie e le imprese con regole astruse, con un livello di tassazione che non corrisponde al livello di servizi che poi lo stato eroga”. Nel difendere l'operato del governo, la premier si è rivolta "a chi ci accusa di aiutare gli evasori, di allentare le maglie del fisco, addirittura di nascondere dei condoni immaginari: noi rispondiamo con i fatti, che a differenza della propaganda non possono essere smentiti”. Questo esecutivo, ha proseguito, è quello “che ha raggiunto risultati migliori della storia nella lotta all'evasione fiscale. I numeri parlano chiaro”. Nel dettaglio, “abbiamo operato una distinzione molto chiara: chi vuole fare il furbo non ha spazi ma chi è onesto e si trova in difficoltà deve essere messo in condizioni di pagare quello che deve – ha rimarcato la presidente del Consiglio – questa è la distinzione semplice che abbiamo operato”. Per la premier, parlano chiaro i numeri che il viceministro Leo e il direttore dell'Agenzia delle Entrate Carbone hanno presentato recentemente: “Nel 2024 si è registrato il recupero di evasione fiscale più alto di sempre, pari a 33,4 miliardi di euro. Non è frutto del caso, è frutto di scelte precise. La riforma fiscale, certo, anche altri provvedimenti come il rafforzamento della precompilata" e “le norme contro l'odioso fenomeno delle attività apri e chiudi”, vale a dire quelle attività che eludono il fisco aprendo e chiudendo in breve tempo, non pagando le tasse e i contributi e poi riaprendo con un altro nome. Come ricordato da questo giornale, la parte più cospicua del gettito recuperato è dovuta all’attività di accertamento e recupero, e si tratta certamente di effetti di lungo periodo di misure prese anni fa, dalla fatturazione elettronica alla diminuzione graduale del contante, dalla maggiore tracciabilità dei pagamenti agli incroci tra banche dati. Di conseguenza, ad aver portato una maggiore efficienza nell’amministrazione tributaria sono state anche tante scelte adottate diversi anni prima dell'arrivo di Meloni al governo e spesso contrastate quasi in toto dai partiti del centrodestra. Per quel che riguarda la riforma fiscale, Meloni l'ha riassunta in “meno burocrazia e più fiducia nei cittadini”. Con la riforma dell'Irpef, il governo ha ridotto le aliquote da quattro a tre: “Un intervento che ha un effetto diretto tangibile sulle tasche dei lavoratori e dei pensionati”. Ora, dunque, si punta a “tagliare le tasse in modo equo e sostenibile – ha annunciato Meloni – ma il nostro lavoro non è finito e intendiamo fare di più. Intendiamo concentrarci sul ceto medio, che come tutti sappiamo rappresenta la struttura portante del sistema produttivo italiano è spesso quello che avverte di più il peso del carico tributario”. L'obiettivo è dunque “rendere il sistema più equo, più incentivante per chi produce reddito, contribuisce allo sviluppo della nazione", per sostenere il lavoro e “dare certezze ai giovani, alle famiglie, alle imprese perché una fiscalità più leggera e semplice è condizione necessaria per attrarre investimenti, far crescere l'economia reale e per aiutare i nostri giovani”. “Lo stato aiuta per la prima volta i professionisti ad aggregarsi a fare rete e quindi ovviamente anche a aumentare la propria competitività”, ha detto infine la premier alla platea di commercialisti presenti all'evento, ricordando anche l'approvazione in Parlamento della riforma della disciplina del regime di responsabilità dei componenti del collegio sindacali. “È un provvedimento storico – ha aggiunto la premier – che il governo ha sostenuto, accompagnato nel suo iter parlamentare che costituisce una svolta chiaramente per la vostra professione, ma anche per la modernizzazione del complesso del nostro sistema economico e giuridico”.
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