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Estero
Non solo Mamdani. In Virginia e New Jersey vincono le dem moderate
Oggi 05-11-25, 19:08
Lontano dai riflettori di New York, i democratici hanno ottenuto altre vittorie travolgenti in questa tornata elettorale: tra queste spiccano i trionfi in Virginia e New Jersey, dove Abigail Spanberger e Mikie Sherrill sono diventate governatrici dei rispettivi stati, sconfiggendo gli sfidanti repubblicani con largo margine. Entrambe provengono dall’ala moderata del partito e hanno condiviso gran parte della loro carriera politica. Sia Sherrill, pilota di elicotteri della Marina, che Spanberger, ex agente della Cia, sono entrate alla Camera nella tornata elettorale delle midterm del 2018, che ha visto l’elezione di decine di volti nuovi nel partito. Dopo due anni di lavoro, in cui entrambe hanno provato a dialogare coi colleghi repubblicani mentre i partiti si polarizzavano sempre più, Spanberger ha iniziato ad affermare apertamente che i democratici avrebbero dovuto cambiare rotta: troppo impegnati su questioni vicine al mondo progressista e a pochi altri, come il movimento “defund the police”, per togliere fondi federali alle forze dell’ordine, che lo stesso Mamdani ha sconfessato durante la campagna elettorale, e troppo propensi a utilizzare a cuor leggero il termine “socialismo”. Hanno entrambe dimostrato queste intenzioni durante la campagna elettorale degli ultimi mesi, in cui hanno posto come tema principale gli insuccessi economici di Trump e il costo della vita sempre più alto: Sherrill ha più volte affermato che c’era bisogno di abbassare i costi delle utenze, mentre Spanberger ha attaccato apertamente le capacità economiche di Trump, capovolgendo il messaggio elettorale con cui il presidente ha vinto le elezioni del 2024. Se Trump si era assicurato la vittoria affermando che i democratici erano troppo interessati a questioni lontane dal sentire comune dei cittadini, come i diritti delle persone transgender, mentre lui avrebbe risollevato un’economia in crisi, Spanberger ha avuto gioco facile nell’affermare che un anno di trumpismo non ha fatto altro che peggiorare la situazione economica dei cittadini. Inoltre, ha rifiutato di vedere nella candidata repubblicana un nemico, come spesso accade nelle tornate sempre più polarizzate nel paese: non appena ha vinto, ha affermato che sarebbe stata la governatrice di tutti i cittadini e che avrebbe dialogato col partito avversario nel bene della comunità. Non solo vuote parole: quando la sua avversaria, l’afroamericana Winsome Earle-Sears, è stata vittima di un attacco razzista da parte di una sostenitrice dei democratici, Spanberger l’ha difesa affermando che non c’era posto per il razzismo tra i suoi sostenitori. Una campagna semplice, vicina alle necessità concrete dei cittadini e lontana dalle guerre culturali che hanno caratterizzato gran parte del dibattito presidenziale l’anno scorso. L’approccio ha pagato: Spanberger ha vinto la contea di Loudon, nei sobborghi di Washington, di 29 punti, conquistando i voti di molti lavoratori federali lasciati a casa, e ancora oggi a rischio di vedersi negati gli stipendi arretrati dall’Amministrazione, nello shutdown più lungo della storia. Sherrill, invece, ha vinto la contea di Passaic, a maggioranza ispanica e in cui Trump aveva battuto Kamala Harris l’anno scorso, di 15 punti. Nel commentare i risultati su Truth, il social di sua proprietà, Donald Trump ha affermato che la motivazione della sconfitta andava ricercata nella mancanza del suo nome sulla scheda, riaffermando la teoria che i repubblicani faticano quando non c’è la mobilitazione di massa che la figura di Trump garantisce. Ma i repubblicani hanno anche analizzato male gli avversari: hanno affermato che tutti i candidati democratici fossero di sinistra radicale, un messaggio che non poteva funzionare in scontri contro figure come Spanberger e Sherrill, che da anni denunciano lo spostamento a sinistra del loro partito. Nel frattempo, un messaggio moderato e concentrato sui problemi delle persone ha fatto breccia nei cittadini: la lotta contro il carovita non è stata un’esclusiva di Zohran Mamdani.
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