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Estero
O l’Europa si fa gigante o rischia di morire. Il vertice a Londra
Ieri 03-03-25, 08:26
Bruxelles. Dopo la grande rottura tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky in diretta dallo Studio ovale della Casa Bianca venerdì, gli europei ieri hanno cercato di mostrare un fronte unito a sostegno dell’Ucraina nel momento più buio della guerra di aggressione lanciata dalla Russia tre anni fa. Il presidente americano vuole imporre un cessate il fuoco senza condizioni e senza garanzie di sicurezza. Il Cremlino ha salutato l’allineamento degli Stati Uniti alla visione del mondo di Vladimir Putin. L’Europa cerca ancora di riallacciare con l’alleato americano, nella speranza di beneficiare delle sue garanzie di sicurezza per l’Ucraina e per sé stessa. Ma di fatto è sola. “Siamo tutti con voi, con l’Ucraina, per tutto il tempo necessario”, ha detto il primo ministro britannico, Keir Starmer, rivolgendosi a Volodymyr Zelensky all’inizio del vertice che si è tenuto a Londra. “Questo è un momento che definisce una generazione per la sicurezza dell’Europa”. Per Starmer, “ottenere un buon risultato per l’Ucraina non è solo una questione di giusto o sbagliato. E’ fondamentale per la sicurezza di ogni nazione qui e anche di molte altre”. Il vertice di ieri a Londra, dove si sono riuniti una ventina di paesi (tra cui Canada e Norvegia), apre una sequenza di incontri che determineranno non solo il futuro dell’Ucraina, ma anche quello dell’Europa. Starmer ha spiegato che con la Francia e un altro gruppo di paesi intende lavorare a un piano per la pace in Ucraina per poi “discuterne con gli Stati Uniti e portarlo avanti insieme”. Al termine del vertice ha parlato di “progressi”. Occorre rafforzare l’Ucraina per i negoziati e fare in modo che la Russia non “detti” le garanzie di sicurezza prima di un accordo, ha spiegato il premier. L’idea è formare una coalizione di volenterosi per inviare un contingente militare composto da paesi europei. “Un certo numero di paesi ha detto oggi di voler contribuire al piano che stiamo preparando”, ha detto Starmer. Il piano sarà poi sottoposto a Donald Trump. “Si deve essere pronti a difendere la pace”, ha detto il premier, ricordando quante volte la Russia ha violato gli accordi in passato. Il problema di una “rete di sicurezza” fornita dagli Stati Uniti per il contingente europeo in caso di attacco della Russia tuttavia rimane. Starmer ha rigettato l’idea che Washington non sia più un alleato affidabile e ha ribadito di volere procedere “a ranghi serrati” con l'Amministrazione Trump. Il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, assieme al premier britannico, intende giocare un “ruolo importante nel costruire ponti” con Donald Trump per riallacciare i rapporti dopo la rottura con Zelensky. “Credo che sia molto importante che evitiamo il rischio che l’occidente si divida”, ha spiegato Meloni: “Per questo ho proposto una riunione tra gli Stati Uniti e i leader europei, perché se ci dividiamo saremo tutti più deboli”. Al presidente ucraino è stato chiesto da Washington di scusarsi con Trump e di firmare l’accordo sui minerali in Ucraina, come base di ripartenza delle relazioni. Ma dall’Amministrazione americana arrivano segnali di rottura definitiva, al punto da esigere la rimozione di Zelensky. “Se diventa evidente che il presidente Zelensky, per motivazioni personali o politiche, si discosta dalla volontà di porre fine ai combattimenti nel suo paese, allora credo che abbiamo un vero problema”, ha detto alla Cnn il consigliere per la Sicurezza nazionale, Mike Waltz. Le decisioni che saranno adottate nei prossimi giorni determineranno se l’Europa come entità geopolitica esiste davvero ed è in grado di essere la potenza che equivale al suo effettivo peso economico, demografico e militare. “L’Europa si è risvegliata”, ha detto ieri il primo ministro polacco, Donald Tusk: “Un gigante si è risvegliato (…). E dico gigante non a caso”. Tusk ha citato i dati dell’International Institute for Strategic Studies sulle capacità militari dell’Europa (compresa l’Ucraina) rispetto a Russia, Cina e Stati Uniti. L’Europa ha 2,67 milioni di soldati professionali contro 1,13 milioni della Russia (1,32 milioni degli Stati Uniti e 2,03 della Cina). L’Europa ha 8.642 carri armati contro 2.730 della Russia (2.640 degli Stati Uniti e 4.700 della Cina). L’Europa ha 2.091 aerei da combattimento contro i 1.244 della Russia (1.456 degli Stati Uniti e 1409 della Cina). L’Europa ha 18.465 cannoni da artiglieria contro i 5.157 della Russia (5.061 degli Stati Uniti e 9.580 della Cina). L’Europa ha 2,77 milioni di riservisti contro 1,5 della Russia (1,5 milioni degli Stati Uniti e 0,51 della Cina). “Se c’è qualcosa che ci manca oggi, non è la supremazia economica o demografica, ma la convinzione di essere veramente una potenza globale”, ha sottolineato Tusk: “Oggi tutti diciamo pace attraverso la forza. Un’Europa forte, fiduciosa nella sua forza, ben armata, pronta a difendere i nostri confini: questa è l’Europa che può garantire la pace. Non capitolando sull’Ucraina, ma con la sua forza collettiva”. Il prossimo vertice si terrà a Bruxelles giovedì 6 marzo: un Consiglio europeo straordinario dei capi di stato e di governo dei ventisette. Alcune cose si muovono. Secondo la stampa tedesca, il futuro cancelliere, Friedrich Merz, sta lavorando a un nuovo fondo speciale per la difesa che potrebbe arrivare a 400 miliardi di euro (e un altro per la competitività di entità ancora superiore). Ma l’Unione europea non è il formato giusto per risvegliare il gigante Europa. Al suo interno è minata da leader apertamente pro russi come l’ungherese Viktor Orbán e lo slovacco Robert Fico. La premier italiana Giorgia Meloni non ha ancora chiarito cosa intenda fare se Donald Trump proseguirà il suo avvicinamento con Vladimir Putin. I trattati e le regole dell’Ue impediscono di agire in modo efficace e rapido. Il Regno Unito, componente essenziale della sicurezza europea, sarebbe costretto a stare alla porta. “E’ arrivato il momento di iniziare a considerare un’ampia coalizione di volenterosi per una pace giusta in Ucraina”, ha detto il presidente della Repubblica ceca, Petr Pavel. Anche Starmer ieri ha parlato della necessità di una “coalizione di volenterosi” europei attorno a Regno Unito e Francia per fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina. “Dobbiamo trovare quei paesi in Europa che sono disposti a essere un po’ più inclini” perché “procedere al ritmo di ogni singolo membro, di ogni singolo paese in Europa, alla fine sarebbe un ritmo piuttosto lento”, ha detto Starmer. La questione si pone oltre l’Ucraina. L'ammiraglio James Stavridis, che ha ricoperto il ruolo di comandante supremo dell’Alleanza atlantica tra il 2009 e il 2013, ha avvertito che “potremmo assistere alla fine della Nato e all’inizio di quella che potrebbe essere chiamata European Treaty Organisation, Eto”. “A Washington, rifiutando di piegarsi, Volodymyr Zelensky è stato l’onore dell’Europa”, ha detto venerdì il primo ministro francese, François Bayrou. E’ il sentimento che molti in Europa hanno provato guardando all’agguato di Trump e di J. D. Vance e alla reazione del presidente ucraino, trasformato dall’Amministrazione americana nell'uomo che non vuole la pace nel momento in cui è Putin che prosegue la sua guerra di aggressione. “Non ci resta che decidere cosa vogliamo essere noi europei. E semplicemente se vogliamo esserlo”, ha aggiunto Bayrou. Gli europei hanno pochi giorni per dare una risposta all’interrogativo su cosa vogliono essere.
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