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A Londra pro-Pal e poliziotti tutti contro il premier laburista Starmer. Ma per motivi diversi
Oggi 04-10-25, 20:12
Sono già 355 le persone arrestate alla Londra alla manifestazione a sostegno di Palestine Action. L'organizzazione messa fuori legge dal Regno Unito il 5 luglio scorso perché ritenuta sostenere il terrorismo. Il primo ministro britannico Keir Starmer aveva chiesto a Defend Our Juries, l'associazione che ha organizzato il raduno, di rinviare la data per rispetto delle vittime dell'attentato alla sinagoga di Manchester. I pro-Pal londinesi non hanno ascoltato e sono giunti a migliaia al sit-in in Trafalgar Square. La polizia ha così iniziato ad arrestare i partecipanti. Contrariamente a quanto accaduto a Roma, dove si sono registrati scontri con le forze dell'ordine, a Londra i manifestanti si sono lasciati ammanettare, gettandosi però prima a terra. In questo modo per spostare di peso ogni pro-Pal e caricarlo sul furgone ci sono voluti quattro agenti e in commissariato altri funzionari sono stati impegnati nel redigere i verbali. Dopo più di 350 arresti, effettuati nell'arco di quattro ore, a protestare sino stati anche i poliziotti, come rilevano i media britannici. "Basta! Dovremmo concentrarci sulla sicurezza in un momento in cui il Paese è in stato di massima allerta per un attacco terroristico. E invece gli agenti vengono coinvolti per facilitare queste proteste", ha dichiarato la presidente della Federazione della Polizia Metropolitana Paula Dodds. "Gli agenti di polizia che lavorano duramente si vedono continuamente annullare le ferie, prolungare i turni di lavoro ed essere spostati da altre città per facilitare queste manifestazioni invece di combattere la criminalità". Nonostante le rimostranze, le forze dell'ordine hanno proseguito il lavoro non potendo esimersi dall'arrestare chi appende cartelli e sostiene apertamente Palestine Action. Reato per cui si rischia fino a 14 anni di carcere, visto che è classificato come organizzazione terroristica. Il premier laburista si è così ritrovato sotto il fuoco incrociato dei pro-Pal e dei poliziotti.
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