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A Ostia la fiaccolata per il 19enne ucciso a coltellate
Oggi 21-10-25, 10:46
Una candela in mano. Il volto segnato dal dolore, ma anche dalla determinazione. Un silenzio assordante, rotto solo dagli applausi e da una frase scritta su uno striscione: "Non è la nostra Ostia". Così, oltre mille persone si sono ritrovate ieri sera nel X Municipio per ricordare Simone Schiavello, il ragazzo di 19 anni ucciso giovedì scorso a coltellate al civico 22 di via Antonio Forni. Una morte violenta, assurda, che ha scosso l'intero quartiere, suscitando rabbia, sconcerto, ma anche una reazione collettiva di dignità e sostegno alla famiglia. Il corteo, partito proprio da via Antonio Forni, lì dove Simone è stato colpito tre volte alla gamba destra, ferite che si sono rivelate fatali, si è snodato in silenzio tra le strade di Ostia. Il giovane è deceduto il giorno successivo all'ospedale San Camillo, alle 21 in punto. Ed è proprio a quell'ora che, la comunità si è data appuntamento per accendere una luce contro l'oscurità della violenza. L'iniziativa è nata spontaneamente dai residenti, per poi essere condivisa e supportata dall'avvocato Guido Pascucci e Mauro Delicato, referenti dell'associazione “Giustizia per Ostia”. «Non si può morire così - ha dichiarato Delicato - Questa sera ho visto qualcosa che mi ha stretto il cuore e, allo stesso tempo, mi ha fatto credere ancora nella forza di una comunità: ho visto Ostia unita. Oltre mille giovani e centinaia di adulti, famiglie, madri, padri, nonni. Tutti insieme, non per protestare con violenza, ma per gridare, nel silenzio, che una vita spezzata così, a soli 19 anni, non è accettabile. Adesso tocca allo Stato. Ostia merita di più». Simone era un ragazzo come tanti. Amava il calcio, la sua Roma, e coltivava sogni da realizzare. È diventato, suo malgrado, l'ennesimo volto di una gioventù spezzata troppo presto, in un quartiere spesso abbandonato e raccontato solo per la sua parte più oscura. Ma quella vista ieri sera era un'altra Ostia: quella che non si rassegna, che vuole ricordare, che sceglie la luce delle fiaccole al buio dell'indifferenza. Tante le presenze, non solo cittadini comuni ma anche rappresentanti di associazioni e istituzioni locali. Tra questi, Gaetano Di Staso, coordinatore di Ecoitaliasolidale per il X Municipio e il litorale romano, il presidente nazionale Piergiorgio Benvenuti, e Daniela Salustri, madre di Riccardo Pica, il ragazzo ucciso nel 2023 dopo un'aggressione al Parco della Madonnetta, oggi impegnata nella sicurezza degli spazi verdi per la stessa associazione. Presente anche Marco Doria, direttore del dipartimento di Scienze dell'ambiente e della Natura di Unisrita. Gli amici di Simone lo hanno ricordato con striscioni, fiori e candele. “Simone vive”, hanno scritto, in un tentativo struggente di tenere viva la sua presenza. E mentre Ostia si raccoglie attorno alla famiglia Schiavello, gli inquirenti proseguono il lavoro di ricostruzione dell'accaduto. Il gip di Roma ha convalidato il fermo di S.J., 34 anni, disponendo per lui la custodia cautelare in carcere. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, supportata dalle immagini di videosorveglianza, l'uomo avrebbe raggiunto il luogo della lite, dove un gruppo di ragazzi stava discutendo animatamente e, con una furia improvvisa, si sarebbe scagliato contro Simone, colpendolo con ferocia. Dopo l'aggressione, si sarebbe allontanato facendo ritorno nel vialetto del palazzo da cui era uscito. In casa sua i militari hanno trovato indumenti compatibili con quelli visti nei filmati, già lavati e igienizzati. Durante l'interrogatorio è arrivata la piena ammissione. Ma la giustizia, per quanto doverosa, non può bastare. Simone non tornerà. E quella sedia vuota, nella sua casa, resterà tale per sempre. Ma la sua memoria, quella sì, può diventare un faro. E forse è proprio da quella luce, fragile ma potente, che Ostia può ripartire. Perché questa non è, e non deve essere, la loro Ostia.
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