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A Sesto Fiorentino le farmacie boicottano i prodotti israeliani. La ribellione: “Odore di antisemitismo”
Oggi 28-06-25, 13:11
Stop alla vendita di farmaci, parafarmaci, attrezzature mediche e preparati cosmetici prodotti da aziende israeliane o realizzati con capitale israeliano in tutte le farmacie comunali di Sesto Fiorentino (Firenze). Lo ha deciso l'Azienda farmacie e servizi spa, controllata al 100% dal Comune e proprietaria di 8 esercizi commerciali sul territorio. "Si tratta del primo caso di attuazione del boicottaggio economico con queste modalità - spiega una nota del Comune -. La stessa delibera sancisce anche l'interruzione di ogni forma di relazione istituzionale tra l'Amministrazione comunale e i rappresentanti del Governo israeliano o enti e Istituzioni a esso riconducibili fino a quando non sarà ripristinato il rispetto del diritto internazionale". L'invito accolto da Afs Spa viene esteso a tutte le aziende partecipate di cui il Comune è socio. La sospensione degli accordi commerciali coi fornitori israeliani partirà il 1° luglio. Saranno sempre resi disponibili i farmaci prescritti in maniera specifica; per tutti gli altri prodotti saranno proposte alternative equivalenti in coerenza con lo spirito dell'iniziativa. "Gli sviluppi degli ultimi giorni hanno relegato in secondo piano quanto sta continuando ad accadere a Gaza, dove ogni giorno si muore sotto le bombe o uccisi nel tentativo di ottenere un po' di cibo - le parole del sindaco Lorenzo Falchi -. Il governo di Benjamin Netanyahu, con il silenzio complice di buona parte dell'Occidente, sta portando avanti il suo progetto di sostituzione etnica, un disegno sfacciatamente disumano e criminale. Come amministrazione comunale - conclude - vogliamo fare la nostra parte, mobilitandoci e aderendo alle campagne di boicottaggio lanciate a livello internazionale per colpire Israele e il suo governo". A replicare ci ha pensato il vicepresidente del Senato e senatore della Lega, Gian Marco Centinaio: “La decisione del sindaco di Sesto Fiorentino di boicottare i prodotti israeliani dalle farmacie comunali è grave e irragionevole. Mi auguro che i partiti che compongono la maggioranza di centrosinistra in quel Comune prendano le distanze da una iniziativa che odora di antisemitismo. Questo tipo di scelta non colpisce il governo di Tel Aviv, da cui si può legittimamente dissentire, ma un popolo e un Paese che terroristi e fondamentalisti vorrebbero semplicemente cancellare. Università, imprese e centri di ricerca israeliani sono all'avanguardia in campo medico e farmacologico e non hanno niente a che vedere con la guerra in corso contro Hamas. La collaborazione tra le nostre Istituzioni e un Paese saldamente ancorato all'Occidente è importante e deve andare avanti, indipendentemente - fa notare Centinaio - dal colore politico di chi le occupa”.
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Il Resto del Carlino
