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Acutis e Frassati, Leone ai giovani: non sprecate la vita. Chi sono "il Santo di internet" e "l'alpinista di Dio"
Oggi 07-09-25, 11:48
"I Santi Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis mandano un invito rivolto a tutti noi, soprattutto ai giovani, a non sciupare la vita ma ad orientarla verso tanto e a farne un capolavoro" dice Papa Leone XIV nel corso della canonizzazione dei santi Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis. "Ci incoraggiano con le loro parole: 'non io ma Dio' diceva Carlo, e Piergiorgio 'se avrai Dio per centro di ogni tua azione, allora arriverai fino alla fine'. Questa è la formula semplice ma vincente della loro santità. È la testimonzianza che siamo chiamati a seguire di gustare la vita fino in fondo e andare incontro al Signore nella festa del cielo" conclude il Santo Padre. Chi è Carlo Acutis, primo santo millennial in era Internet Con la canonizzazione di Carlo Acutis da parte di Papa Leone XIV si è compiuto oggi un percorso che aveva visto Papa Francesco accompagnare passo dopo passo l'intero iter di riconoscimento. Il giovane di origini lombarde, morto a soli 15 anni nel 2006 per una leucemia fulminante, diventa così il primo santo millennial, una figura capace di parlare alle nuove generazioni con un linguaggio fresco, diretto, e radicato nella fede. Il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, che ha accolto le spoglie mortali di Carlo nel Santuario della Spoliazione, ha sottolineato con parole vibranti il legame spirituale con San Francesco: "Il Poverello visse le prime battute della sua conversione, spogliandosi fino alla nudità per dire che Gesù valeva ben più delle monete di Bernardone. Sulle sue orme, ma con un tratto tutto suo, Carlo porta lo stesso messaggio. Di famiglia benestante, amante della vita, della natura, degli animali, dello sport, insomma del bello in tutte le sue forme, e potendosi permettere una vita agiata, si trova, nel fiore dell'età, a essere spogliato di tutto. Il mondo crolla con la sua leucemia fulminante. Non gli rimane che Gesù, quel Gesù che egli aveva scoperto soprattutto nella presenza eucaristica, diventandone un testimone appassionato e coinvolgente. La sua mostra dei miracoli eucaristici ha fatto il giro del mondo. Francesco si spogliò. Carlo fu spogliato. Entrambi hanno fatto a gara, in due tempi e modi diversi, per additare il cuore dell'annuncio evangelico, quello di un Dio-Amore che non esita a “spogliarsi” della sua gloria, per farsi, nel suo Figlio Gesù, uno di noi, fino alla morte di croce". Carlo, nato a Londra nel 1991 ma cresciuto a Milano, visse una vita ordinaria e straordinaria allo stesso tempo. Studente brillante, appassionato di informatica, sport e videogiochi, seppe coniugare la modernità con la profondità della fede. La madre, Antonia Salzano, ha ricordato più volte la sua precoce sensibilità spirituale: "Fin da bambino non mancava mai un appuntamento con la Messa quotidiana e il Rosario. Per lui l'Eucaristia era l'autostrada verso il Cielo". La sua capacità di utilizzare internet per evangelizzare, creando una mostra sui miracoli eucaristici tradotta in decine di lingue e diffusa in tutto il mondo, rappresenta ancora oggi un segno profetico per la Chiesa. Il cammino verso la canonizzazione è stato segnato dal riconoscimento di due miracoli attribuiti alla sua intercessione. Il primo, già alla base della beatificazione, riguardava la guarigione inspiegabile di un bambino brasiliano, affetto da una grave malformazione pancreatica, che dopo la preghiera a Carlo venne dichiarato completamente guarito dai medici. Il secondo, decisivo per la proclamazione della santità, è stato il caso di una giovane donna guarita da una malattia invalidante che le impediva di camminare normalmente. Dopo aver pregato davanti alla tomba di Acutis ad Assisi, la ragazza si è alzata senza alcun dolore, suscitando lo stupore di familiari e medici. La santità di Carlo Acutis, ora riconosciuta dalla Chiesa universale, si inserisce in un orizzonte che unisce la semplicità della vita quotidiana al radicalismo evangelico. Un giovane del nostro tempo che ha saputo mostrare come la fede non sia un retaggio del passato, ma una chiamata sempre attuale, capace di illuminare i percorsi della vita di ciascuno. Pier Giorgio Frassati, l'alpinista di Dio che guardava 'verso l'alto' "Verso l'alto". Era questo il motto e il centro della vita di Pier Giorgio Frassati, l'alpinista di Dio canonizzato domenica 7 settembre. Nato a Torino il 6 aprile del 1901, figlio dell'editore e del direttore del quotidiano 'La Stampa', Alfredo. Nel 1919 si iscrive alla Fuci (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) e poi entra nell'Azione Cattolica. Forte il suo impegno politico. Nelle tensioni del primo Dopoguerra è coinvolto in un apostolato sociale, che lo vede presente anche nelle fabbriche. Convinto della necessità di riforme sociali, nel 1920 entra nel Partito Popolare Italiano che considera un utile strumento per poter realizzare una società più giusta. Come rimarcato dal presidente dell'Azione Cattolica, Giuseppe Notarstefano, Frassati è stato "un antifascista fiero". Impegno in politica, grande fede e passione per lo sport e la montagna. Frassati infatti è stato iscritto al Club Alpino Italiano e all'associazione Giovane Montagna. Frequenti le gite con gli amici (la Società dei Tipi Loschi) che erano occasione di apostolato. Frassati è sempre stato attento alle necessità degli altri, in particolare di poveri e ammalati, ai quali dona tempo, energie, la stessa vita visto che muore, nel luglio 1925, per una poliomielite fulminante, contratta probabilmente nell'assistere i poveri. Frassati è stato beatificato da San Giovanni Paolo II nel 1990. Il miracolo riconosciuto per la canonizzazione riguarda la guarigione di un seminarista dell'Arcidiocesi di Los Angeles, Juan Manuel Gutierrez, recentemente ordinato sacerdote nel giugno 2023.
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