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Al M5S supporter di Ranucci non piace l'inchiesta su Fico, solo Report può parlare...
16-11-2025, 13:22
«Attacco indegno a Fico. La Rai con la trasmissione Far West si è resa protagonista di una violazione palese della par condicio». Basta una semplice domanda di un professionista della comunicazione che chiede all'ex presidente della Camera, non a un cittadino qualunque, perché avesse ormeggiato a un prezzo agevolato il proprio gozzo in una base militare dell'aeronautica a scatenare la peggiore indignazione grillina e a far tornare l'ormai ripetitiva e noiosa storia di TeleMeloni. Peccato, però, che a smentire gli smemorati "duri e puri" siano proprio i numeri relativi agli spazi dell'informazione politica. Come specificato dal Tempo, in un'inchiesta a firma di Christian Campigli, pubblicata il 9 novembre, la tv di Stato, con la destra al governo, si è distinta per aver preso a bersaglio non l'opposizione, ma quella coalizione che ha vinto le elezioni nel 2022. Basti pensare a Report. Il 94% delle sue inchieste sono contro l'esecutivo Meloni. Nonostante ciò, basta un interrogativo al candidato del campo largo in Campania a scatenare il peggiore vittimismo a 5 Stelle. «Ancora una volta – secondo una nota del Movimento – Salvo Sottile ha dimostrato di usare il servizio pubblico come megafono per operazioni degradanti». Peccato che l'inviato del format avesse cercato di fare soltanto il dovere di qualsiasi cronista: far venire a galla la verità. Ecco perché a tali accuse non ci sta Fratelli d'Italia, quella forza che più di tutte ha dovuto subire le indagini di certi format di approfondimento. «L'unico torpore – sottolinea il senatore Raffaele Speranzon - è quello del M5S che fa finta di non vedere quello che è chiarissimo a tutti, ovvero che questa vicenda della barca di Roberto Fico è un bel privilegio a cinque stelle». Dello stesso parere il suo collega a Palazzo Madama Marco Lisei: «I grillini – evidenzia - quando vengono toccati i loro privilegi, reagiscono chiedendo il bavaglio e andando contro il giornalismo d'inchiesta. Insomma un atteggiamento a doppia faccia perché quando questo riguarda i loro avversari è più che apprezzabile, mentre quando riguarda loro è da censurare». La deputata Sera Kelany sottolinea come tale reazione sia dovuta al fatto che sia stato toccato il famoso «nervo scoperto». Vengono attaccati, spiega il parlamentare Luca Sbardella, «coloro che non coprono certi misfatti». Tali reazioni, però, finiscono con l'irritare ancora di più i pentastellati che, dopo aver annunciato un'interrogazione a chi di dovere, addirittura appellano come «peones» chi la pensa in modo diverso. Parlano di esercizio di «auto-parodia». A fare la morale è Gaetano Amato. «Lisei – dice - è quello che si è presentato in vigilanza elemosinando un'inchiesta a Ranucci. Sbardella, invece, è quello che improvvisamente ritrova la voce. Curioso: quando Report ha citato sua moglie nell'inchiesta sul Garante della Privacy. E poi c'è Speranzon, che si è presentato sempre in vigilanza con i grafici delle attenzioni di Report». Il nostro, però, non fa altro che confermare, per filo e per segno, quanto denunciato dai rappresentanti di maggioranza, ovvero come i servizi del conduttore, a cui un intero Paese ha espresso giustamente solidarietà dopo un intollerabile attentato, abbiano preso a bersaglio non tanto i compagni, ma quelli che vengono ritenuti amici di Giorgia. Se non fosse stata rispettata la par condicio, inoltre, la colpa sarebbe soprattutto per una mancanza di chi ha il compito di vigilare, ovvero l'organo presieduto da Barbara Floridia. Quest'ultima certamente non è stata voluta da via della Scrofa, ma, piuttosto, è stata indicata da un tale Giuseppe Conte.
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