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Alligator Alcatraz, due italiani tra i detenuti. I familiari: "Campo di concentramento"
Oggi 20-07-25, 08:42
Ci sono anche due italiani ad Alligator Alcatraz, il centro di detenzione per migranti che Donald Trump ha inaugurato nelle scorse settimane nel mezzo delle Everglades della Florida. A confermalo la Farnesina. Si tratta di Fernando Artese, italo-argentino di 63 anni, e Gaetano Cateno Mirabella Costa di 45 anni, siciliano. Artese è stato fermato per un'infrazione stradale a Jupiter il 3 luglio. Ad un successivo controllo, è emerso che l'uomo non era in regola con il permesso di soggiorno e quindi è stato trasferito nel centro di detenzione dell'Ice. I media argentini citano la moglie Monica che spiega che si stavano preparando a lasciare gli Stati Uniti, a causa dei problemi del visto, viaggiando via terra, con un camper fino all'Argentina. Artese si era trasferito, con la cittadinanza italiana, nel 2001 in Spagna dove ha vissuto 15 anni, prima a Madrid e poi alle Canarie. Nell'intervista, la donna esprime preoccupazione per le condizioni in cui è detenuto il marito: «Lo tengono in una sorta di pollaio, in una gabbia che contiene fino a 32 persone, quando vanno in refettorio per mangiare devono tenere le mani dietro la testa, come i criminali», ha detto la donna che, il 15 luglio scorso affermava di non aver ancora ricevuto informazioni chiare sulla situazione legale del marito. Mirabella Costa, invece, sarebbe stato trasferito nel centro di detenzione lo scorso 9 luglio dopo che, arrestato lo scorso 3 gennaio per detenzione di sostanze stupefacenti senza prescrizione medica e aggressione di un anziano, era stato condannato a maggio a sei mesi di carcere. Dopo la scarcerazione è stata disposta la sua deportazione in Italia per violazione delle norme migratorie. Alligator Alcatraz è il nuovo centro di detenzione per migranti irregolari (in attesa di espulsione) voluto dall'amministrazione Trump, costruito in solo otto giorni nella regione paludosa delle Everglades, in Florida, e inaugurato lo scorso 3 luglio. Il nome della struttura allude sia alla fauna locale composta da pericolosi rettili (alligatori e pitoni) sia al nome dell'ex penitenziario federale di massima sicurezza di Alcatraz. La struttura ha la capacità di ospitare fino a 3.000 migranti, con la possibilità di aggiungerne altri, rivela la Cnn. Il centro, che sorge su una ex pista d'atterraggio a meno di 50 miglia dal resort del presidente Donald Trump a Miami, era già finito al centro delle polemiche per le dichiarazioni del presidente americano lo scorso 1° luglio. Trump, visitandone gli spazi interni, aveva detto: «Insegneremo loro come scappare da un alligatore se evadono dalla prigione. Devi correre a zigzag, così le tue chance di sopravvivere aumentano dell'1%», aveva scherzato il tycoon. Il presidente Donald Trump aveva descritto, poi, la struttura come destinata ad accogliere «alcuni dei migranti più minacciosi, alcune delle persone più feroci del pianeta» sottolineando come il complesso fosse circondato da «migliaia di paludi insidiose» e che l'unica via d'uscita fosse davvero la deportazione. Sul caso degli italiani detenuti in Florida, hanno già sollecitato l'intervento della premier Giorgia Meloni e del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, la capogruppo al Senato di Italia Viva, Raffaella Paita e il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
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