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"Antifascista? Domanda anacronistica": Conti demolisce la solita trappola
11-02-2025, 08:29
Pronti, via. Il quarto Festival di Sanremo targato Carlo Conti partirà stasera preceduto dall'immancabile stuolo di polemiche, pettegolezzi e retroscena. Neppure il giorno della vigilia ne è stato esente e il conduttore fiorentino è stato costretto a replicare all'ennesima sterile provocazione sull'antifascismo: «Semi dichiaro antifascista? Certo, che problema c'è. Siamo nel 2025 - ha risposto spegnendo qualunque tentativo di tirarlo per la giacchetta - Questa domanda è anacronistica». Come dire basta con i giochetti tendenziosi mirati a disseminare tranelli lungo la via dell'Ariston. Conti ha detto basta anche ai lunghi monologhi che hanno intasato le serate del Festival con sermoni di cui nessuno sentiva la necessità. «Rispetto molto i monologhi ma voglio rispettare i tempi - ha detto il direttore artistico - e restare entro l'1,10-1,20. Per l'ultima sera concedetemi un po' di più. Ho scelto di non fare cose lunghe ma sintetizzare tutto in riflessioni veloci. A volte è meglio una parola che una lunga chiacchierata». In questa scelta nessuna ingerenza politica. «La politica non c'entra niente - ha ribadito - Non ho mai avuto pressioni. Ringrazio l'azienda che si è fidata di me conoscendo il mio modo di lavorare. Non cerco le polemiche che ci possono sempre essere al Festival. Io cerco di parlare a tutti». A poche ore dal fischio d'inizio tiene banco anche lo spinoso tema della convenzione e dell'affidamento diretto Comune di Sanremo-Rai. Il fatto che una delegazione di Warner Discovery si aggiri nella città dei fiori non preoccupa il direttore dell'Intrattenimento Prime Time, Ciannamea: «Noi non temiamo nessuno e rispettiamo tutti. La strada che stiamo seguendo è quella dell'appello contro la sentenza del Tar Liguria per affermare la legittimità delle delibere del Comune di Sanremo in merito alla titolarità esclusiva del marchio Festival della Canzone Italiana». Gli fa eco il sindaco di Sanremo, Alessandro Mager, che rincara la dose: «Anche il Comune sta per fare ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar e verrà ribadita la tesi già sviluppata. Come ha fatto la Rai, chiederemo anche la sospensiva della sentenza del Tar». Non solo. Mager ha osservato che il prossimo organizzatore del Festival dovrà essere «chiaro entro l'estate» perché un evento così non si riesce a mettere in piedi «in un mese». Il Comune sta «lavorando» sulla «manifestazione di interessi» che arriverà in «un tempo ragionevole». Chi non ha dubbi sul futuro del Festival è Gerry Scotti stasera alla sua prima apparizione all'Ariston. «È più facile che io conduca il Festival in Rai che Mediaset si prenda tutto il baraccone di Sanremo. Il nostro a.d. ha detto che il Festival lo vede benissimo sulla Rai. E anche io lo vedo sulla Rai». Certo lo vedono bene i milioni di italiani che resteranno incollati allo schermo fino a sabato. Oltre a Scotti e Clerici, dopo l'omaggio a Ezio Bosso stasera si proseguirà con i 29 Big in gara e gli ospiti Jovanotti, Noa e Mira Awad. Conti cerca di non pensarci ma l'ombra di Amadeus incombe. «Non c'è nessuna sfida - taglia corto il presentatore - I suoi numeri sono imbattibili. Ha fatto un lavoro straordinario». Conti è certo di non dover dimostrare nulla e dice di non voler guardare gli ascolti. «Non mi interessano - conclude - Mi alzerò alle 11 e li chiederò senza ansia. Non avrei mai accettato se per me fosse stata una sfida». Che, secondo i bookmaker, è comunque destinato a vincere. Da stasera al teleschermo l'ardua sentenza.
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