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Atreju, Buffon: Rivogliamo la magia dei Mondiali. Meloni rappresenta bene l'Italia"
Oggi 13-12-25, 19:48
Calcio e non solo nel panel 'Quando lo sport diventa comunità: il ruolo degli oratori nella formazione dei giovani' andato in scena ad Atreju, la kermesse di Fratelli d'Italia. Sul palco il microfono passa dal ministro Andrea Abodi al capo delegazione della nazionale azzurra, Gianluigi Buffon, dal cappellano olimpico don Franco Finocchio, alla nuotatrice Carlotta Gilli. Ma sono l'ex portiere della Juve e Abodi a farla da protagonisti, con l'argomento che - dal ruolo sociale dello sport - si sposta rapidamente al calcio, alla crisi dei talenti in Italia e - soprattutto - ai playoff che a marzo vedranno l'Italia impegnata per non fallire la terza qualificazione mondiale. Non senza un breve accenno alla politica, con Buffon che arrivando ad Atreju fa i complimenti a Giorgia Meloni per la tenuta dell'esecutivo: "Sta rappresentando nel modo migliore la nostra nazione, sta governando da tanto e questo è un grandissimo risultato". Sul palco l'ex portiere non si nasconde sull'obiettivo principe della Nazionale: "Il nostro obiettivo è il Mondiale. La mia fortuna non è stata tanto quella di viverlo da protagonista, ma da tifoso. Rimpiango quando ero tifoso da ragazzo e seguivo l'Italia ai Mondiali", afferma, "andare al Mondiale sarebbe una magia per tutto il Paese e l'Italia diventerebbe un grandissimo oratorio in cui si condivide tutto. Questa magia l'ho ritrovata in pochissimi eventi e il Mondiale di calcio è uno di questi". Ma per quale prospettiva per un calcio che sembra produrre sempre meno talenti? "Quando c'è crisi di talento - spiega - non bisogna pensare all'immediato. Il talento è un qualcosa che non forgi o crei nel giro di un anno o due, c'è dietro un percorso, una visione che parte 10-15, anche 20 anni prima. Se tra 10-15 anni vogliamo tornare ad avere un certo tipo di talento bisogna mettere le mani alle zone più delicate in cui il talento viene scoperto e forgiato. Cioè l'età di base: 6-13 anni e 7-14 anni". Per Buffon, in ogni caso, "terre come la nostra - come anche in Brasile, Argentina, Uruguay e Croazia - hanno un dna calcistico e ci saranno sempre talenti. L'importante è saperli vedere e non soffocarli". Una lettura che trova d'accordo Abodi: "In questo momento penso al presente: al 26 e al 31 marzo (le date dei playoff) Siamo tutti attorno alla nazionale - ha chiarito il ministro - A fare un tifo sfrenato per tornare al Mondiale, per noi che l'abbiamo già vissuto e per i nostri figli che non hanno mai visto la nazionale ai Mondiali". Per Abodi, poi, il talento in Italia non manca ma "bisogna saperlo individuare e coltivare". Poi torna sul caso degli insulti di Folorunsho a Hermoso durante Cagliari-Roma di domenica scorsa. "Se un professionista insulta violentemente e in modo inaccettabile la madre di un avversario non può finire a tarallucci e vino perché quello è un comportamento antisportivo. E abbiamo visto che spesso ci si nasconde dietro la burocrazia dell'interpretazione della norma", osserva, "ci deve essere un meccanismo sanzionatorio che faccia capire che non va bene". Sulle politiche sportive in generale Abodi ribadisce che lo sport è una "difesa immunitaria sociale" e parla di "un modello italiano" che non si accontenta "dei risultati sportivi e delle prestazioni". Per Gilli "lo sport è una filosofia di vita che ci insegna a vivere a 360 gradi: dal rispetto delle regole alla convivenza con gli altri. Si dice che i giovani facciano fatica a rispettare le regole. Ecco, la scuola sportiva è quella che ti dà l'impromta principale. Impari a vivere nel mondo e questi aspetti sono molto più importanti del risultato finale".
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