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Atreju: "Come sarebbe l'Europa senza i conservatori", il confronto di Ecr Party sulle sfide dell'Occidente
Oggi 13-12-25, 13:45
«Come sarebbe l'Europa senza i conservatori?». È questa la domanda posta da Antonio Giordano, deputato di FdI e segretario generale del Partito ECR, moderando il panel “Conservatives' Challenges” svoltosi venerdì sera ad Atreju e introdotto dalla deputata di Fratelli d'Italia Elisabetta Gardini e dal CoPresidente del Gruppo ECR al Parlamento europeo, Nicola Procaccini. L'interrogativo ha orientato il confronto tra diversi leader dell'area conservatrice, tra cui Adam Bielan, segretario internazionale del PiS e capodelegazione polacca del Gruppo ECR, Miguel Mellado, deputato cileno intervenuto in videomessaggio, Sigmundur Davíð Gunnlaugsson, leader del partito conservatore islandese ed ex Primo Ministro, e Kristoffer Storm, responsabile per gli Affari UE del Dansk Folkeparti e capodelegazione danese del Gruppo ECR. Il panel si è svolto in una sala strapiena, davanti a una platea italiana e internazionale con delegati provenienti da oltre 17 nazionalità. In questo contesto, il Segretario generale ha richiamato il valore e la specificità del modello italiano conservatore di partecipazione alla vita politica. Nella cornice di Castel Sant'Angelo, infatti, Atreju ha articolato dieci giorni di appuntamenti, nel corso dei quali non è mai mancata una folta partecipazione di pubblico, ospitando complessivamente 450 speaker di diverse nazionalità. Tra i relatori, un numero rilevante di politici, giornalisti ed esperti della sinistra, a testimonianza di un confronto ampio e non autoreferenziale. La partecipazione del pubblico ha confermato il carattere popolare dell'iniziativa, in cui la politica si costruisce anche attraverso la socialità e la cultura, un'impostazione che il Segretario generale ha indicato come riferimento e che ha cercato di riproporre anche nelle numerose trasferte internazionali dell'ECR. Una risposta netta alla domanda è arrivata da Marion Maréchal, vicepresidente ECR e leader di Identité – Libertés, che ha parlato di «una situazione preoccupante» in Francia. «I dati mostrano una crescita numerica, ma anche una crescente radicalizzazione, soprattutto tra i giovani», ha affermato, citando l'aumento del sostegno a correnti islamiste, della difesa della sharia e dell'uso del velo islamico. «Di fronte a questi numeri, per noi conservatori esiste un obbligo di reagire», ha dichiarato, ricordando le oltre 300 vittime del terrorismo islamista in Francia. Maréchal ha avvertito che «non possiamo essere ingenui» e che «la risposta non può limitarsi alla sola laicità». «Serve una risposta culturale e di civiltà», ha spiegato, denunciando l'uso dei valori occidentali come strumento politico da parte di organizzazioni islamiste e rivendicando «la centralità delle radici cristiane nello spazio pubblico europeo». George Simion, leader del partito romeno AUR, ha toccato un altro tema. «Fino a quindici anni fa sarebbe stato impensabile sostenere che esistono decine di generi oltre a uomo e donna», ha dichiarato. «Oggi siamo di fronte a una crisi profonda del rapporto con la realtà». «Non siamo estremisti», ha aggiunto, «ma rifiutiamo l'idea che il genere sia una costruzione culturale». «Se non reagiamo, la civiltà europea è a rischio». Il vicepresidente dell'ECR Party Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo, a cui sono state affidate anche le conclusioni, ha evidenziato che «il futuro dell'Europa non può prescindere dalle sue radici cristiane, dalla sua identità e dalla storia millenaria che ci ha accompagnato fino a qui». «Senza queste basi non è possibile immaginare una visione per l'Europa di domani», ha aggiunto. Fidanza ha quindi denunciato «un'Europa oggi debole, incapace di garantire sicurezza, libertà e futuro ai propri cittadini», sottolineando che «i conservatori stanno lavorando per cambiare questa situazione». «Non siamo internazionalisti e non crediamo in un modello unico valido dall'Islanda alla Sicilia», ha spiegato, «difendiamo le identità nazionali e le differenze dall'omologazione globale». Nel complesso, dal panel è emersa una linea condivisa: senza i conservatori l'Occidente rischia di perdere identità, sicurezza e coesione. «Solo con il rafforzamento dei governi e dei partiti conservatori – è stato sottolineato – l'Europa potrà affrontare le sfide del presente e del futuro senza rinnegare se stessa».
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