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Bandecchi: "Fico dovrebbe andare in pensione. Io vorrei essere come Giulio Cesare"
Oggi 08-09-25, 07:45
Stefano Bandecchi contro tutti. Il segretario di Alternativa Popolare, nonché sindaco di Terni e patron di Unicusano, correrà per le elezioni regionali in Campania come candidato presidente nella lista civica «Dimensione Bandecchi». Perché votarla? «Sono l'unico tra i candidati che ha lavorato tutta la vita ed è riuscito a realizzare qualcosa di importante. L'unico che risponde all'articolo 1 della costituzione. Pago 2500 stipendi ogni mese, faccio impresa da anni e sono uno dei maggiori contribuenti. Mi sembra di avere requisiti che altri candidati non hanno». A sinistra il candidato è Roberto Fico. È lui il favorito o non ci punterebbe una lira? «Anche io mi sento un sacco "fico". A ogni modo, Fico non ha mai fatto niente in tutta la sua vita se non che passare da un partito all'altro fino a tentare di raccattare qualcosa. L'ho sempre ascoltato con attenzione, ma non ho mai capito nessuno dei suoi discorsi. È stato il peggiore presidente della Camera. E ora vorrebbe guidare una Regione complessa come la Campania, con problemi enormi nella sanità, nell'economia, nelle scuole. È l'emblema del fallimento politico. Sarebbe meglio dargli una pensione, bassa. Magari una di invalidità». E su De Luca, ormai tagliato fuori? «Non ho mai capito cosa c'entri con Pd e Schlein. Da lui ho sentito finalmente un ragionamento logico anche sull'immigrazione: se la minaccia è quella di diventare tutti musulmani o accettare le usanze degli extracomunitari che arrivano in Italia preferisce ragionare italiano e non gliene frega niente della Schlein. Avrebbe potuto capirlo prima, ma almeno l'ha detto». Se glielo avessero chiesto, si sarebbe candidato col centrodestra? «Ho mandato un messaggio il 20 luglio a Giorgia Meloni e le ho detto che se avesse voluto vincere in Campania io sarei stato pronto a candidarmi con loro. Non mi ha mai risposto. E quindi adesso il centrodestra si trovasse questa rottura di co...i in mezzo alle p...e». Serve Bandecchi perché la Campania torni a essere centrale? «Dalla Campania potrei ristrutturare tutta l'Italia, costruire una Nazione vincente che può tornare anche a parlare di Impero». «Meglio vivere per i propri ideali che da schiavi e nullità». A chi si riferiva? «All'Europa e alla politica italiana degli ultimi trent'anni, compresa quella del governo degli ultimi tre anni. Mi sono scocciato di vivere da schiavo. Destra o sinistra non mi hanno mai risolto nessun problema». «Il 33% degli italiani, dai più giovani sino ai cinquantenni, crede che ci vorrebbe una dittatura. La democrazia ha fallito: è un gran pollaio. Vorrei essere, dopo Giulio Cesare, l'altro dittatore democratico. La dittatura non può essere fatta dai nostri politici che sono falliti cerebralmente. Serve una persona in grado, e io lo sono». «Ho 76 processi- ha detto ogni cosa che faccio mi dicono che sono un ladro». Pensa di sbagliare lei qualcosa o è il sistema che è marcio? «Il sistema italiano odia il successo. Nessuno ha capito l'articolo 1 della Costituzione. Fa riferimento anche agli imprenditori che sono fonte di creazione di lavoro, dignità e ricchezza per la Nazione. Invece in Italia si odiano i ricchi e chi crea lavoro. Report ha fatto sei o sette trasmissioni contro di me, non hanno detto un c...o, ma le hanno anche mandate in replica». In un mondo di menzogne, dire la verità è un atto rivoluzionario. E lei di certo non ha peli sulla lingua. È questa la sua arma? «Ci vuole una vera rivoluzione. Spero che in maniera democratica riusciremo a ottenere successo, ma se non sarà così troveremo altre alternative. L'Italia sta fallendo e sono i...o».
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