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Basta "mostri" in prima pagina. Mossa di FdI: una legge contro la gogna giudiziaria
Ieri 04-11-25, 12:18
Sbatti il mostro in prima pagina. Anche se ha solo compiuto il proprio dovere, ha difeso degli innocenti ed è stato costretto a colpire un malvivente. Quante volte, nelle cronache italiane, sono state pubblicate le foto e i nomi di agenti di polizia e carabinieri, "colpevoli" solo di aver onorato quella divisa che indossano. Fratelli d'Italia, stanca di una deriva che, de facto, colpevolizza a prescindere i servitori della Patria, ha presentato una proposta di legge. Un vero e proprio stop alla gogna mediatica per chi agisce legittimamente. La proposta di legge n. 2485 sarà presentata domani alla Camera dai deputati Galeazzo Bignami (primo firmatario), Giovanni Donzelli, Augusta Montaruli, Giampiero Maiorano, Maria Carolina Varchi, Antonio Baldelli, Fabio Rampelli, Alberto Balboni, Riccardo De Corato e dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. La norma interviene sull'articolo 335 del codice di procedura penale e mira a modificare la modalità nella quale il pubblico ministero iscrive una notizia di reato nel registro degli indagati. Viene introdotto un passaggio preliminare quando l'evento in questione è frutto di concause precise, come ad esempio la legittima difesa, lo stato di necessità o l'adempimento di un dovere. Ad oggi, l'articolo 335 del codice di procedura penale modificato con la riforma Cartabia impone al pm di «iscrivere immediatamente ogni notizia di reato che gli perviene o che ha acquisito di propria iniziativa». Per comprendere a pieno la proposta di FdI è necessario rammentare il brutale assassinio di Carlo Legrottaglie. Il carabiniere di 59 anni ucciso lo scorso giugno da due malviventi, nel tentativo di sfuggire ad un controllo a Francavilla Fontana. Dopo poco, i poliziotti della questura di Taranto riuscirono a scovare i due fuggitivi. In pochi attimi si accese un conflitto a fuoco che portò alla morte di uno dei due fuorilegge. L'assurdo è che i due poliziotti, invece di essere insigniti di medaglie e ringraziamenti, sono stati indagati. Un «atto dovuto» che ha portato però a problemi pratici, economici (basti pensare all'avvocato da pagare) e di indegni accostamenti. Una situazione molto simile a quella occorsa nel 2024 ad poliziotto che si trovò costretto a sparare contro un immigrato del Mali, dopo che quest'ultimo, armato di coltello, aveva aggredito altri agenti nei pressi della stazione Porta Nuova di Verona. «Sebbene l'iscrizione non implichi automaticamente colpevolezza - si legge nel testo - tale automatismo procedurale espone l'iscritto a una vera e propria gogna mediatica e, soprattutto, a un ingiustificato calvario giudiziario». Il passaggio più rilevante è racchiuso un nuovo comma 1-bis.1 dell'articolo 335 c.p.p. «Nel caso in cui sia ravvisabile la sussistenza di una causa di giustificazione, il pubblico ministero procede immediatamente ad accertamenti preliminari, da concludere entro il termine perentorio di sette giorni, al fine di acclarare la sussistenza di cause di esclusione dell'antigiuridicità del fatto». Quando la nuova legge verrà approvata, il magistrato quindi avrà una settimana di tempo per valutare se il fatto sia effettivamente fuori dai confini delineati dal codice penale o se, al contrario, rientri in una delle ipotesi che escludono la punibilità. Se da questi accertamenti dovesse emergere che il comportamento è legittimo, il pubblico ministero «presenta al giudice richiesta di archiviazione». Solo nel caso in cui l'archiviazione non venga chiesta entro il termine previsto, «il pubblico ministero iscrive immediatamente la notizia nel registro».
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