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Bene, il caso Termini arriva in Parlamento. Non ci fermeremo
Oggi 04-12-25, 07:44
Notizia buona: il caso Termini arriva in Parlamento, come vi raccontiamo oggi. È un primo piccolo ma significativo successo della nostra campagna. Notizia cattiva: in troppi continuano a fare i finti tonti sulla sostanza del problema. Vediamo se ho capito bene come funziona il doppio standard degli «inclusivi», degli «accoglienti» (ho detto «accoglienti», non «accoglioni»: non fraintendete, per carità). Se Il Tempo conduce un'inchiesta sulla rete islamica fondamentalista, sulle minacce degli integralisti e sui loro intrecci con i politici di sinistra, allora scatta subito l'accusa di islamofobia. Chiaro, no? Non sono loro a essere pericolosi, ma saremmo noi quelli «divisivi». Se invece la cappella cristiana della stazione Termini diventa un bivacco, con l'acquasantiera trasformata in orinatoio, va tutto bene, è tutto normale, che volete che sia. Ancora. Usciamo da mesi di campagna martellante (a volte fondatissima, altre volte strumentale) sulla tutela delle donne, sul contrasto alle molestie e alla violenza. Se però, com'è successo l'altro giorno, un clochard mostra alla nostra Valentina Conti prima le terga e poi il pene, non si trova uno straccio di progressista disposto a balbettare una parolina di solidarietà verso la giornalista de Il Tempo. Chiudete gli occhi e figuratevi la scena: immaginate se lo sgradevole spettacolino con tanto di strip-tease maschile (rigorosamente non richiesto) fosse stato realizzato da un militante di destra, magari un po' svitato, davanti agli occhi di una cronista di un giornale progressista. Apriti cielo! Avremmo assistito a mobilitazioni di piazza, dirette tv a reti unificate, convocazioni di psicologi e sociologi sulla destra perversa, sul nazipatriarcato, sulle fasciomolestie. Stavolta invece tutti zitti. Aiutatemi voi a dirlo: come ce l'hanno la faccia?
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