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"Bettolle non si farà. Agricoltura, noi primi in Europa". L'intervista a Lollobrigida
Oggi 07-07-25, 07:58
«Vogliamo continuare a difendere il settore primario e le filiere a queste collegate. Perché producono ricchezza, lavoro e sono un presidio per l'ambiente e per la nostra stessa identità». Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, traccia un bilancio dei risultati raggiunti fino ad oggi. Quasi tre anni di governo: quali sono stati i principali traguardi raggiunti? «In 30 mesi l'agricoltura è tornata centrale in Italia e in Europa e questo è un dato oggettivo. Siamo il governo che ha stanziato più risorse in questo settore nella storia, la capacità di impegno del ministero è cresciuta del 50%, abbiamo raggiunto tutti i target del Pnrr, coordinata la promozione con Ice, garantito le agevolazioni al mondo agricolo cancellate in gran parte d'Europa. I dati Istat ci riconoscono alcuni record nell'export agroalimentare che tocca i 70 miliardi nel 2024, il podio principale tra le agricolture europee superando Francia e Germania per valore aggiunto, la maggiore crescita assoluta del reddito degli agricoltori tra i paesi Ue». Quali sono gli obiettivi più importanti che si pone per il prossimo biennio? «In Europa si sta parlando di far confluire le risorse della Pac in un Fondo unico. Questo vorrebbe dire far perdere la specificità ai fondi per l'agricoltura. A Bruxelles l'Italia si è fatta capofila di 17 altri Paesi per dire no. Garantire la specificità dei fondi per la Pac è essenziale per garantire il giusto reddito agli agricoltori perché permettono la produzione di cibo, di qualità aggiungo, e con il loro lavoro salvaguardano l'ambiente. Sarebbe la fine di una strategia finalizzata alla Sovranità Alimentare Europea». Dopo annidi anonimato, l'agricoltura è tornata protagonista. È stata imboccata la strada giusta? «Dovrei essere contento che la gran parte della sinistra sia sempre più lontana dalla realtà, critichi senza proporre, si affidi più ai comici che ai leader politici. Ma non lo sono affatto. Ho sempre cercato anche nel loro campo persone con le quali collaborare per difendere il sistema italia. Anche sulle scuole agrarie ed alberghiere negli anni si è percepito il disinteresse per istituti poco snob, considerati di serie B. E invece noi li consideriamo per quello che sono: una vera e propria eccellenza che formano persone indispensabili per difendere, promuovere e valorizzare la nostra qualità. E i risultati cominciano ad arrivare. In provincia di Salerno, ad esempio, c'è stato un vero e proprio boom di iscrizioni agli istituti agrari». Capitolo dazi: Trump ha parlato di una tariffa al 17% per i prodotti agroalimentari. «Aspettiamo e vediamo quello che succede, le trattative sono in corso. Lunedì sono stato alla Casa Bianca, ho incontrato Brooke Rollins e Jameison Greer, uno dei negoziatori di Trump con l'Ue. Ho detto loro che l'Italia, l'Europa e gli Stati uniti non sono solo uniti dall'economia. Ci uniscono i valori della libertà e della democrazia, valori che ci hanno fatto prosperare e per questo dobbiamo fare in modo che gli scambi commerciali rimangano vivi e si rafforzino nel comune interesse. Poi ho dimostrato loro, numeri alla mano, che gran parte del valore dell'agroalimentare importato rimane agli Stati uniti, sarebbe un danno anche per loro. E ci siamo resi disponibili, ove possibile, ad aumentare le importazioni da USA nei settori che lo necessitano come la mangimistica». In Valdichiana i sindaci hanno chiesto tutele per l'installazione di impianti fotovoltaici ma non hanno mosso un dito sulprogetto del polo logistico di Bettolle. Solo un'ingenua contraddizione? «Con coraggio, con lobby importanti che remavano in senso inverso con l'articolo 5 del Decreto Agricoltura ho posto fine alla speculazione a danno degli agricoltori e della natura. Il suolo agricolo non deve essere sottratto all'agricoltura con l'installazione di pannelli a terra. Sono convinto che gli agricoltori sono i primi custodi del territorio, sono gli scultori del nostro paesaggio. La Valdichiana non sarebbe quella che è se non ci fossero campi e vigneti, la produzione agricola da ricchezza: oltre a produrre eccellenze rende unico il territorio. Tra i rappresentanti delle istituzioni ho una stima particolare per sindaci che fanno un gran lavoro ma una cosa dovrebbero sapere meglio di altri: le bugie non reggono. E avere l'onestà di ammettere quando accade qualcosa di buono di chi è il merito spiegando anche le responsabilità gravissime di chi non ha avuto il coraggio di fermare prima la speculazione. Anche se del loro stesso partito....». In questi anni ha incontrato migliaia di persone. Qual è la storia che l'ha più emozionata? «Potrei raccontare di famiglie che per generazioni hanno difeso la qualità italiana, dei nostri Maestri di Cucina, ma me ne chiede una e scelgo quella di Omar, ha 13 anni. L'ho invitato a Cagliari sul Vespucci insieme alla sua docente. Mi ha detto: voglio fare il pastore, anche se i miei amici mi prendono in giro. È stato particolarmente emozionante per l'età, per l'amore che ha per la sua terra e per quello che lo lega alle tradizioni. Penso che sia l'incarnazione di qualcosa di sano. Per questo gli ho consegnato l'attestato di ambasciatore per la candidatura della Cucina italiana a patrimonio Unesco».
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