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Bonifiche, nasce un'industria da 3,5 miliardi: presentato il primo Rapporto economico italiano
Oggi 26-11-25, 18:33
Presso il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dell'Arma dei Carabinieri, è stato presentato il primo Rapporto economico sul mercato delle bonifiche in Italia, un documento che per la prima volta attribuisce a questo settore una dimensione misurabile e concreta. Grazie a 3,5 miliardi di euro di ricavi stimati e migliaia di posti di lavoro qualificati, le bonifiche si confermano non solo un investimento ambientale, ma una vera e propria industria capace di generare valore aggiunto e innovazione tecnologica. Il Rapporto nasce dalla collaborazione tra RemTech, la piattaforma nazionale che promuove la gestione dei siti contaminati e la valorizzazione delle bonifiche come opportunità economica e territoriale, e i principali stakeholder industriali e istituzionali del settore. L'obiettivo è restituire una fotografia chiara e condivisa, capace di trasformare dati frammentari in uno strumento utile per istituzioni, imprese e finanziatori. Alla presentazione hanno partecipato il Gen. D. CC Simonetta De Guz, Vicecomandante del CUFAA; il Gen. D. CC Giuseppe Vadalà, Commissario Unico di Governo per le bonifiche dei siti contaminati; il Prof. Vito Felice Uricchio, Commissario Straordinario per la Bonifica dell'Area Vasta di Taranto; l'Ing. Luca Proietti, Direttore Generale per l'Economia Circolare e le Bonifiche del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica; e la Geologa Silvia Paparella, Direttore Generale RemTech Expo Il Commissario Vadalà ha sottolineato che «questo Rapporto dà finalmente una misura economica a ciò che per anni è stato percepito come costo: un settore che muove risorse, genera lavoro qualificato e migliora la salute dei territori. I numeri ci dicono che le bonifiche sono industria, tutela pubblica e rigenerazione urbana». Ha aggiunto che la vera sfida è trasformare i dati in decisioni concrete, con gare che premiano competenza e integrità, iter chiari e tempi certi, e una regia pubblico‑privata capace di portare i progetti in cantiere prima e meglio. Oggi in Italia sono in corso decine di migliaia di procedimenti di bonifica, che interessano decine di migliaia di ettari di territorio, mentre nei siti di interesse nazionale una parte significativa dei terreni contaminati resta ancora da bonificare. Questo contesto evidenzia sia il potenziale economico che le enormi opportunità sociali e ambientali: attraverso investimenti mirati, è possibile generare nuova occupazione specializzata, valorizzare aree industriali dismesse, riqualificare territori e ridurre rischi sanitari e ambientali. Luca Proietti, Direttore Generale per l'Economia Circolare e le Bonifiche del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha dichiarato: «Il Rapporto conferma che le bonifiche non sono solo un obbligo normativo, ma un volano per l'economia circolare, l'innovazione tecnologica e lo sviluppo sostenibile dei nostri territori. Investire in bonifiche significa proteggere la salute dei cittadini, valorizzare il patrimonio industriale esistente e creare nuova occupazione qualificata». Il Commissario Uricchio: L'encomiabile opera di analisi del Primo rapporto sulle bonifiche ha prodotto esiti di capitale importanza, fornendo una disamina puntuale sulle dinamiche dimensionali e distributive dei mercati nazionali e sul panorama imprenditoriale. Un poderoso volume ne comprova la validità, evidenziando il contesto intrinsecamente dinamico delle bonifiche legato alle complessità ed alle diversità sito specifiche. Il confronto vissuto nella giornata odierna ha tracciato un percorso di innovazione giuridica, amministrativa, tecnologica e scientifica di straordinario valore che potrà consolidarsi in ambienti istituzionali e tecnici quale Remtech. Grazie a un approccio tecnologico sempre più sostenibile e a una crescente capacità di misurare i benefici degli interventi, il mercato delle bonifiche sta diventando un settore integrato, innovativo e orientato alla qualità. Il Rapporto rappresenta dunque un punto di svolta: da comparto percepito come centro di costo a motore di rigenerazione territoriale, sviluppo sostenibile e fiducia nelle comunità, con numeri concreti e strategie chiare per trasformare criticità ambientali in opportunità economiche.
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