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Calderone: "Dati incoraggianti su sicurezza e occupazione. Bene il governo sui dazi"
Oggi 18-07-25, 07:54
«Il nostro dovere istituzionale è fare di tutto per evitare che tali fenomeni accadano. I numeri sono importanti, ma le vite delle persone contano di più e quindi non possiamo celebrare nulla, perché ogni giorno siamo al lavoro per garantire sempre di più la sicurezza dei lavoratori». È con queste parole di doverosa sobrietà che il ministro per il Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, commenta gli incoraggianti dati sulla diminuzione degli incidenti nei cantieri, nelle aziende e negli uffici. Secondo un report di Inail si è registrato nel 2024 un calo complessivo del numero di infortuni, dovuto principalmente alla riduzione di quelli occorsi ai lavoratori sul luogo di lavoro. La inorgoglisce questa statistica? «Dinanzi al calo del numero degli infortuni nei luoghi di lavoro, dobbiamo sottolineare l'aumento degli incidenti sul lavoro lungo il percorso dall'abitazione al luogo in cui si esercita l'attività. I fattori sono molteplici. Pensiamo solo alla questione della pendolarità, un tema al centro anche dei nostri tavoli con le parti sociali sulla sicurezza sul lavoro». Lei il giorno successivo alla tragedia occorsa al cantiere Esselunga di Firenze si recò sul luogo. Che ricordo ha di quella drammatica esperienza? «Fu un momento di grande commozione e di dolore per tutti. Sono contraria a ogni tipo di spettacolarizzazione, ma a volte le istituzioni hanno il dovere di esserci, non solo quando bisogna inaugurare opere e nuovi progetti, ma anche quando accadono tragedie che colpiscono le vite di intere comunità». I dati confermano che gli occupati stanno toccando numeri da record. Come è stato possibile raggiungere simili traguardi? «Abbiamo adottato una precisa strategia: non mettere i sussidi in competizione con il lavoro. Ho visto una recente graduatoria che vede il superamento del reddito di cittadinanza come la seconda misura più gradita dagli italiani. In pochi ci credevano, noi l'abbiamo fatto. E i numeri ci premiano. Occupazione record, disoccupazione in media UE, record di occupazione femminile e NEET in calo. Ovviamente c'è ancora tanto da fare, per promuovere l'integrazione al lavoro, soprattutto di donne e giovani». Più lavoro e più sicurezza. E ora chi lo dice alla sinistra? «Penso che dovremmo rallegrarci tutti della crescita dell'occupazione e fare tutti il tifo per il nostro paese. Il governo è al lavoro per l'Italia: i numeri ci danno ragione e anche le previsioni dell'OCSE sull'occupazione sono positive per il 2025 e il 2026». L'Italia può diventare un Paese per i giovani? «Certamente sì. Ancora non lo è del tutto e dobbiamo impegnare tutte le nostre energie affinché lo sia. Come Ministero del lavoro stiamo investendo molto sui giovani, penso al decreto coesione con i decreti giovani, donne e sud, la decontribuzione per i neo assunti e il decreto autoimpiego di recentissima emanazione.Serve tempo per far sì che queste misure possano esplicare tutti i propri effetti, ma siamo molto fiduciosi e i dati più recenti ci danno ragione. Le sfide del futuro si vincono con le competenze e su questo noi siamo in prima linea con tanti progetti, soprattutto sulla formazione delle competenze digitali, che saranno sempre più richieste». Capitolo dazi: teme che le politiche trumpiane possano avere conseguenze negative sul mondo del lavoro? «Il governo Meloni e, soprattutto, la nostra presidente del consiglio è in prima linea a livello europeo per avere un dialogo positivo con l'amministrazione americana. La cosa più importante è che la trattativa vada avanti, perché dobbiamo proteggere le nostre aziende, i nostri lavoratori e i cittadini tutti dagli effetti di dazi che oltre una certa percentuale possono avere davvero conseguenze pesanti sulla nostra economia. Il protagonismo italiano in Europa è una garanzia in tale direzione».
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