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Calenda vede la democrazia al collasso e la spara grossa: vuole una nuova Costituzione
Oggi 22-06-25, 11:51
Una nuova assemblea costituente per evitare il collasso della democrazia, l'esperienza al Senato la più frustrante in assoluto e gli slogan dei proPal contro di lui dei “cori cretini”: Carlo Calenda racconta a Il Corriere la sua visione della politica e della democrazia italiana odierna e lancia il suo prossimo progetto. Nell'intervista ad Alessandra Arachi, il leader di Azione annuncia la presentazione di una nuova assemblea costituente per evitare il “collasso della democrazia”: “L'esperienza al Senato è una delle più frustranti della mia vita – spiega – siamo al collasso della democrazia e il Parlamento è lo specchio di questa crisi. Il Senato è un posto dove per la maggior parte del tempo non si fa niente, arrivano dalla Camera decreti approvati con la fiducia, ci sono palate di emendamenti inutili. Si doveva tagliare una Camera, non i parlamentari”. Per Calenda inevitabile quindi una costituente: membri eletti con il sistema proporzionale, in carica un anno e mezzo e incandidabili alla fine del loro mandato. Una crisi democratica senza precedenti e per la quale il senatore vede possibili persino delle alleanze trasversali da Meloni a Conte e Schlein: “Se ce l'hanno fatta De Gasperi e Togliatti ce la possono fare pure loro”. Ma come funzionerebbe il progetto? “Cento membri che insieme debbano riscrivere la seconda parte della Costituzione – ribadisce e spiega anche perché la costituente funzionerebbe meglio rispetto al Parlamento – hanno interesse a chiudere le riforme perché questa è la loro funzione, altrimenti si intesterebbero una sconfitta. Ma soprattutto perché il loro ruolo viene separato da quello dei partiti”. A sostegno della sua tesi della fine della democrazia, Calenda cita un recente sondaggio Swg: “il 36% degli elettori italiani vorrebbe una dittatura a tempo, ovvero vorrebbe affidarsi ad un gruppo di persone che rimettano a posto il Paese chiudendo il Parlamento e tutti i processi democratici. Il 52% sono giovani sotto i 34 anni, pensano che la democrazia sia finita”. Costituente a parte, il senatore parla anche dei proPal, della manifestazione contro il riarmo e dei cori che lo hanno bersagliato in piazza: “Un coro cretino. Il problema non è andare in guerra, ma non andarci. In questi ottant'anni abbiamo imparato che per non andare al fronte devi essere forte, altrimenti la guerra è inevitabile”.
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