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Campi Flegrei, i terremoti hanno aperto una nuova faglia: 178 scosse in una settimana
Ieri 31-10-25, 12:37
Ai Campi Flegrei i terremoti hanno aperto una nuova fagli e il suolo è tornato a sollevarsi di due centimetri al mese contro i 10 millimetri dei mesi precedenti. Lo studio "Birth and growth of a volcanotectonic fault during the current volcanic unrest at Campi Flegrei caldera", pubblicato sulla prestigiosa rivista Communications Earth & Environment della casa editrice Nature, ha documentato la transizione - a partire dal 2023 - da una microsismicita diffusa in tutta la caldera a una distribuzione più concentrata lungo un piano interpretabile come l'enucleazione di una faglia. La ricerca, frutto della collaborazione tra l'Università degli Studi Roma Tre e l'Ingv, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, fornisce un importante contributo alla comprensione dei meccanismi sismici in atto. I Campi Flegrei sono una caldera vulcanica attiva del Vesuvio che, dalla seconda meta 2005, mostra chiari segnali di disequilibrio: sollevamento del suolo, sismicitá locale a bassa profondità e incremento dei flussi di gas dalle fumarole. Questo processo, noto come bradisismo, a partire dal 2023, si è intensificato in modo significativo, soprattutto tra Pozzuoli e Bagnoli, con terremoti via via più frequenti e intensi. Diversi eventi hanno raggiunto e superato la magnitudo 4 della Scala Richter, provocando forte apprensione nella popolazione e danni localizzati. "Il fenomeno osservato è fondamentale per spiegare i meccanismi focali dei terremoti", spiega Guido Giordano, professore dell'Università degli Studi Roma Tre e coordinatore della ricerca. "Suggerisce che il comportamento della crosta terrestre sia cambiato nel tempo. Questo può avere implicazioni rilevanti non solo per il potenziamento del monitoraggio, ma anche per la definizione della massima magnitudo attesa". Gli scienziati stanno cercando di capire quanto forte sarà il prossimo sisma così da predisporre un piano per l'evacuazione della popolazione e contenere i danni. Tra il 20 e il 26 ottobre nei Campi Flegrei sono state registrate 178 scosse, la più lunga di magnitudo 2.8. A preoccupare c'è pure la velocità di sollevamento del suolo. Che è tornata due centimetri al mese. Il nuovo studio dell'Ingv si avvita nel solco di altre ricerche indipendenti che avevano già evidenziato un cambiamento nella relazione tra frequenza della sismicitá e intensità del sollevamento; la nuova interpretazione offre ora una spiegazione fisica legata alla formazione di una faglia. "La nostra indagine - sottolinea Francesca Bianco, Dirigente di Ricerca dell'istituto- ha beneficiato di un'enorme quantità di dati sperimentali di alta qualità, analizzati con metodologie innovative. Anche in questo caso, il connubio tra monitoraggio e ricerca scientifica si è rivelato essenziale per acquisire nuove conoscenze sui processi in corso ai Campi Flegrei, fornendo possibili chiavi di lettura anche per anomalie di piccola scala, come registrate quelle nell'area di Monte Olibano". Il 5 e 6 novembre si terrà l'esercitazione nazionale sul rischio vulcanico organizzata dal Dipartimento della Protezione civile e dalla Regione Campania, in collaborazione con i Comuni della Zona rossa dei Campi Flegrei, la Prefettura di Napoli, l'ngv. Verrà testato l'allontanamento assistito da tre aree di Napoli, compreso il porto, e il sistema di registrazione dei possibili sfollati prima del trasporto verso le Regioni gemellate.
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