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Carabiniere ucciso, parla il fratello: "Gli dicevo basta ma voleva salvare il mondo"
Ieri 15-06-25, 14:09
"Io gli dicevo basta, hai 60 anni, stai a casa, hai una famiglia... Ma lui voleva salvare il mondo": a parlare è Vito Legrottaglie, fratello di Carlo, il brigadiere capo di Ostuni ucciso in un conflitto a fuoco al culmine di un inseguimento di due malviventi e nel suo ultimo giorno di lavoro prima della tanto agognata pensione. A raccogliere la sua testimonianza e quella dei parenti più stretti del carabiniere, La Repubblica. “Non così” è quello che ripetono i colleghi dell'Arma che lo chiamavano ormai da anni semplicemente “zio Carlo”. Non doveva morire in questo modo e il dolore della sua perdita traspare anche dalle poche parole che riesce a dire la madre di Legrottaglie: “Dovevo morire io non tu, Carlo”. "La sera prima era passato da noi, ci aveva detto che l'indomani aveva il turno all'alba e poi sarebbe venuto – racconta il padre – La mattina stavamo guardando il telegiornale e abbiamo saputo che c'era stata una sparatoria, quando abbiamo capito dov'era abbiamo pensato subito che lui era lì al lavoro". Un dolore insanabile quello dei parenti di Legrottaglie, inconsolabili nonostante la presenza al funerale di Sergio Mattarella, Matteo Piantedosi e Guido Crosetto, evidentemente commossi dal dolore della famiglia. Attorno a loro lo erano anche i corazzieri e i colleghi di una vita di Carlo. Domande su domande sulla morte del carabiniere e su cui le indagini stanno facendo luce: stando infatti alle prime rilevanze, i malviventi avrebbero sparato per “proteggere” l'arsenale custodito nell'abitazione e in un locale commerciale riconducibile al 57enne Camillo Gianattasio, arrestato pochi giorni fa.
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