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Censura M5s, Todde mette il bavaglio agli studenti: "Solo domande concordate"
Oggi 22-09-25, 10:42
Un incontro istituzionale tra il presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, esponente del Movimento 5 Stelle, e gli studenti delle classi quinte degli istituti superiori Marconi-Lussu di San Gavino e Piga di Villacidro, previsto per il prossimo 3 ottobre, si è trasformato in un caso politico nazionale. A scatenare la polemica è stata la scoperta, da parte dell'associazione “Sardegna Chiama Sardegna”, di un documento interno alla scuola che contiene rigide indicazioni sulle modalità dell'incontro, compresa l'imposizione di domande “concordate preventivamente con lo staff” del presidente. Secondo quanto denunciato da Danilo Lampis e Cristiana Cacciapaglia, portavoce dell'associazione politica “Sardegna Chiama Sardegna”, sul quotidiano “l'Unione Sarda”, la circolare scolastica interna dispone che “gli studenti vanno preparati” per evitare “brutte figure”, e specifica che su richiesta della presidente non sono ammessi “quesiti politici, strumentalizzazioni o vicende giudiziarie”. Le domande – si legge ancora – dovranno essere “elaborate, condivise e approvate dal responsabile della comunicazione del presidente”. Un'impostazione che l'associazione definisce senza mezzi termini come “una forma di censura preventiva”. Lampis e Cacciapaglia continuano: “La scuola dovrebbe essere una palestra di democrazia, non un palcoscenico di propaganda politica. Stiamo assistendo a un addestramento al conformismo, non a un confronto critico. Se non verranno date garanzie di libertà e apertura nei quesiti, la scelta più coerente è boicottare l'iniziativa”. Anche Fratelli d'Italia interviene duramente sul caso. Il deputato sardo Salvatore Deidda ha annunciato la presentazione di un'interrogazione parlamentare al ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, per chiedere un intervento immediato, “La Presidente Todde deve scusarsi per questo scivolone. È inaccettabile che si tenti di strumentalizzare i ragazzi in un contesto scolastico. La scuola non può diventare un'arena per passerelle elettorali”, dichiara. Deidda sottolinea la gravità dell'episodio, paragonandolo al caso toscano, dove un assessore Pd aveva convocato studenti in piena campagna elettorale. “Siamo di fronte a un copione già visto – commenta –. È lo stesso schema del ‘campo largo': utilizzare le istituzioni educative come strumenti di propaganda”. Non si è fatta attendere la risposta dell'Ufficio stampa della presidenza della Regione, che smentisce ogni intento censorio. In una lunga nota, si afferma che il presidente Todde ha già incontrato centinaia di studenti in diverse località della Sardegna – da Oristano a Nuoro, da Alghero a Tortolì – e ha sempre risposto liberamente a tutte le domande, comprese quelle di carattere politico. “Le accuse di voler concordare le domande sono false”, afferma lo staff. “La richiesta di anticipare gli argomenti da trattare non è finalizzata a censurare, ma a garantire risposte puntuali e concrete, basate su dati e fatti. Nessun bavaglio, solo serietà istituzionale”. Viene inoltre evidenziato che in molti degli incontri precedenti sono state poste domande su temi politici e controversi e che il presidente ha affrontato senza remore anche il tema della decadenza, citato esplicitamente nella nota come esempio della trasparenza del confronto. Nonostante le smentite, “Sardegna Chiama Sardegna” rilancia l'appello a studenti e docenti: “Non partecipate a questa messinscena. Trattare studenti maggiorenni come spettatori passivi, da addestrare a recitare un copione, è un insulto alla scuola pubblica e alla democrazia”. Il caso di San Gavino apre un fronte delicato sul rapporto tra politica e scuola. Mentre le istituzioni dovrebbero promuovere spirito critico e partecipazione, episodi come questo sollevano il sospetto di una deriva propagandistica che rischia di compromettere l'autonomia e la neutralità dell'istruzione pubblica.
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