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Cerno a Bruxelles: l'unico fascismo in Italia è quello della sinistra
Oggi 14-05-25, 17:07
Un bavaglio inaccettabile quello della censura rossa scattata in Ue nei confronti de Il Tempo. Il direttore Tommaso Cerno, il cui nome indicato da FdI e dal gruppo ECR per un incontro sulla libertà di stampa in Italia è stato rifiutato dalla Commissione Libe del Parlamento Europeo mentre altri giornalisti più in linea con una certa narrazione hanno pontificato da quel pulpito, è intervenuto alla conferenza stampa organizzata nella sala Anna Politkovskaya del Parlamento europeo a Bruxelles. Accanto a lui Nicola Procaccini co presidente gruppo ECR; Alessandro Ciriani europarlamentare FDI e vice coordinatore per ECR in commissione Libe; Manuela Biancospino tra le fondatrici dell'associazione Giornaliste Italiane e collegato da remoto Jacopo Coghe dell'associazione Pro Vita & Famiglia. Cerno sottolinea il paradosso di "prendere una lezione di libertà di stampa da una Commissione che, abbiamo scoperto oggi, è guidata da Ursula von der Leyen, che quando le hanno chiesto di mostrare i messaggi in cui parlava con Pfeizer mentre spendevamo decine di miliardi di soldi europei e italiani, ha detto che non ce li aveva, poi ha detto che non si poteva. Poi il New York Times è dovuto andare in tribunale che ha detto che " la presidente della Commissione Ue rendere pubblici gli sms. "Se questo è il punto di partenza con cui una commissione a Bruxelles si occupa di libertà di stampa... - continua il direttore - In Italia parlano sempre di questo fascismo, e guardandomi in giro ho capito dove lo vedono: loro ce l'avevano in casa, al Nazareno, nella sede delle sinistre, nei programmi di sinistra della RAI". E ancora: "Sono omosessuale dichiarato da quando avevo 11 anni, faccio il Gay Pride da quando Zan ancora non faceva politica, ho sempre fatto e detto quello che volevo, ho diretto l'Espresso che è stato il giornale considerato della sinistra italiana e oggi Il Tempo che è un giornale libero in un paese dove secondo me la sinistra non lo è più", argomenta Cerno. Il direttore affronta il tema delle "fughe" dalla Rai per accasarsi altrove con stipendi più ricchi: "Siccome c'era il governo di centrodestra che aveva vinto le elezioni e nessuno se lo aspettava, hanno cominciato tutti a dire 'adesso c'è il fascismo, andiamo via'... Poi si è scoperto che erano questioni personali". Soprattutto da parte degli antifascisti di professione: "Chi vive oggi di fascismo è molta più gente che cent'anni fa in Italia, sono tutti di sinistra, quindi c'è il fascismo, solo che è rosso, sta a sinistra". "So che in Italia c'è tanta gente che spia, ho visto che c'è addirittura un'indagine" prima a Perugia poi a Roma, "dove ci sono un sacco di colleghi indagati per avere preso notizie che danno del fascista a me e che dicono che la libertà di stampa è quella che fanno loro - aggiunge Cerno - Allora se questo Parlamento vuole affermare che in Italia c'è un problema ha ragione, ma il problema non sta in maggioranza, sta all'opposizione". "Noi qui difendiamo posizioni molto differenti - continua riguardo agli altri ospiti - le mie, quelle di Coghe e quelle della collega Biancospino che ha fondato insieme a delle bravissime colleghe un'associazione di donne giornaliste che viene censurata regolarmente. Quindi aspetto tutti questi signori che si riempiono la bocca di Altiero Spinelli, di Ventotene, della Costituzione, della bandiera italiana, della Repubblica a venire qui a battere le mani a chi la pensa diversamente da loro e a non usare l'Italia per trasformare la democrazia nel loro disegno di occupazione dell'informazione e dello spazio politico del nostro Paese".
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