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Charlie Kirk, "Trump è debole, farà come Hitler...": Saviano la spara grossa
Oggi 11-09-25, 18:48
Ci mancava Roberto Saviano. "Charlie Kirk, 31 anni, attivista conservatore statunitense, sostenitore di Trump e figura di punta del movimento giovanile MAGA- si legge sul profilo X dell'autore di Gomorra- è stato ucciso in un campus universitario nello Utah con un singolo colpo al collo sparato da circa 200 metri, mentre partecipava a un dibattito libero con lo slogan Provate a smentirmi”. Fin qui sembrerebbe essere un normale commento di doveroso cordoglio. Ma basta passare qualche riga più avanti per incappare in un becero paragone col nazismo di Hitler. Secondo Saviano, “Il suo assassinio rischia di diventare, per Trump, l'‘incendio del Reichstag del 1933: non solo la fine di una vita, ma la miccia per una trasformazione radicale dell'equilibrio politico e sociale". Insomma, il proiettile sparato al collo del fondatore del movimento Turning Point Usa sarebbe funzionale per proclamare lo stato di emergenza e instaurare un regime autoritario. Non certo una teoria del complotto sul mandante dell'assassino (ne circolano diverse su internet) riconosciuto dallo stesso Saviano come figlio dell'odio politico. Ma comunque un'indecorosa speculazione sul presunto sfruttamento della causa da parte dell'inquilino alla Casa Bianca. "Nel 1933 un incendio devastò il Reichstag, il parlamento tedesco- si legge ancora- Hitler sfruttò quell'episodio per proclamare lo stato di emergenza, sospendere diritti fondamentali e mettere a tacere gli oppositori politici. Fu il pretesto che spianò la strada alla dittatura nazista. Trump è debole, sta fallendo in politica interna ed estera, è politicamente instabile e per questo pericolosissimo. Kirk era considerato un provocatore: provocava attraverso il dialogo. Ma le parole sono parole e la violenza è violenza: pensare che il suo assassinio possa proteggere dalla propaganda o dalla manipolazione che lui stesso diffondeva è un errore. Non esistono omicidi che difendono idee: il sangue versato indebolisce sempre la democrazia".
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