s
Chi è Don Alì? La storia della vergogna dietro l'arresto del tiktoker “Re dei Maranza”
Ieri 22-11-25, 13:09
Il simbolo del lato oscuro dell'immigrazione. L'arroganza di chi crede di poter fare ciò che vuole. E non ha alcun rispetto per l'Italia. Gli agenti della squadra mobile della questura di Torino, guidati dal dirigente Davide Corazzini, hanno arrestato Said Alì, 24 anni, nato in Marocco e cittadino italiano, noto sui social come Don Alì. Le indagini sono coordinate dalla Procura del capoluogo piemontese. Il ventenne, che si Tik Tok riscuote un'incredibile successo, si è autoproclamato "Il Re dei Maranza". Alì era finito al centro delle polemiche nelle scorse settimane per un video girato nel quartiere Barriera di Milano. Una delle peggiori periferie del capoluogo meneghino, dove gli immigrati africani giocano a fare i padroni. Nel girato si vede il giovane che aggredisce verbalmente un maestro di una scuola elementare accusandolo di aver maltrattato un alunno. Il docente era stato accerchiato e minacciato da Don Alì e da altri due membri della sua gang. E, dato ancora più incredibile, si trovava in compagnia della figlia di 3 anni e mezzo. Una sorta di azione punitiva, ripresa col cellulare, diffusa sui social e corredata di didascalie che descrivevano il maestro come “pedofilo” e “preda”. Una serie di accuse che, ad oggi, non hanno avuto nessun tipo di riscontro. L'insegnante aveva denunciato l'accaduto e la procura aveva aperto un fascicolo. Pochi giorni dopo la pubblicazione del video una troupe della trasmissione Dritto e Rovescio di Rete 4, che si trovava in corso Novara, tra i quartieri Aurora e Barriera di Milano, per un servizio proprio su Don Alì, era stata aggredita. Una follia indegna, una vergogna senza fine. Ma anche quando Le Iene erano andate a parlargli (o meglio, a cercare di farlo ragionare) Alì aveva mostrato un atteggiamento inaccettabile. Mentre gli inviati di Rete 4 cercavano di lavorare, un uomo incappucciato, armato di una mazza chiodata, si accanito contro l'auto con cui erano arrivati i cronisti e gli operatori, distruggendone il parabrezza. L'aggressore era poi fuggito. Su questo episodio indagano i carabinieri. Don Alì non è però l'unico a essere finito nel mirino degli inquirenti: disposto l'obbligo di firma anche per altri due ragazzi, di 24 e 27 anni in qualità di complici. Sulla vicenda è intervenuta anche la Lega, che ha pubblicato un post sui propri social. Viene riportato lo screen della notizia e accanto un commento che non lascia nulla al caso: "Bene così".
CONTINUA A LEGGERE
1
0
0
Guarda anche
Libero Quotidiano
