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Chiara Appendino deciderà oggi se dimettersi da vice Conte
18-10-2025, 10:52
C'è aria di resa dei conti nel Movimento 5 Stelle. Alla vigilia del Consiglio nazionale, dove è attesa anche Chiara Appendino, il clima è tutt'altro che sereno. L'ex sindaca di Torino ha osato dire ciò che molti tacciono: che il Movimento sta perdendo la sua identità, schiacciato dall'abbraccio soffocante con il Partito Democratico. E per questo è finita nel mirino. Dopo il flop toscano, Appendino ha chiesto una riflessione seria, maggiore autonomia, un ritorno alle origini. Ma dal vertice è arrivata la risposta più prevedibile e più stizzita: il fuoco incrociato di tre big, Patuanelli, Gubitosa e Taverna, che, in un perfetto sincronismo da trincea, hanno difeso la linea ufficiale e bacchettato la vice di Conte. Taverna, in particolare, non ha resistito alla stoccata: «Appendino è nel Consiglio nazionale, era quella la sede per parlarne». Tradotto: silenzio in pubblico e obbedienza in privato. Appendino, dicono i bene informati, starebbe meditando le dimissioni. Ma il vero terremoto è politico: non è solo una questione di ruoli, bensì di direzione. Il Movimento, nato per scardinare il sistema, oggi si comporta come qualsiasi partito tradizionale: logiche interne, correnti mascherate, parole d'ordine imposte dall'alto. E chi prova a dissentire viene isolato. Conte, dal canto suo, fa sapere che «il M5S è una forza progressista indipendente». Una formula elegante per mascherare l'ambiguità di fondo: se il Movimento è davvero indipendente, perché non può discutere apertamente la linea con il centrosinistra? Perché ogni voce fuori dal coro viene trattata come una minaccia? Dietro le quinte, il leader appare concentrato su altri fronti, dalla manovra alla piazza per la libertà d'informazione, ma il malessere interno cresce. Le accuse di «autoassoluzione» e le repliche piccate sui dati elettorali non bastano a nascondere la frattura. Il M5S vive una crisi di identità: non sa più se essere forza di governo o movimento di protesta, alleato del PD o alternativa a esso. Appendino, con il suo silenzio carico di significato, rappresenta una parte del Movimento che non si riconosce più nei compromessi e nelle formule di equilibrio. E se oggi deciderà di parlare, come molti si aspettano, sarà difficile per Conte liquidare la questione come un semplice malinteso.
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