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Chiude per sempre la stazione vicina al campo rom: "Troppi atti vandalici"
Oggi 22-07-25, 09:52
La stazione ferroviaria di via di Salone chiude definitivamente da venerdì a causa degli atti vandalici che si verificano continuamente, anche contro le auto parcheggiate dai pendolari. Che infatti, progressivamente, l'hanno utilizzata sempre di meno. A puntare il dito contro il vicino campo rom - uno di quelli autorizzati da Roma Capitale, distante appena 200 metri dalla stazione - è il comitato di quartiere Settecamini, che ha lanciato una petizione online. «La stazione di via di Salone verrà chiusa, lasciando migliaia di cittadini di Settecamini e dintorni senza un collegamento essenziale per raggiungere scuole, posti di lavoro e ospedali. Il motivo? I continui problemi di ordine pubblico generati dal campo nomadi adiacente - si legge nel testo della raccolta firme, a cui inmeno di una giornata hanno già aderito oltre 250 persone - Non è giusto. Perché a pagare devono essere i cittadini onesti e non chi genera disordine?». A confermare la notizia è Ferrovie dello Stato, che attribuisce la decisione a «Trenitalia, in accordo con la Regione Lazio, committente del servizio». Oltre agli atti vandalici, il motivo sarebbe anche la «bassissima frequentazione» della stazione Salone. «È poco frequentata proprio a causa degli atti vandalici - puntualizza Khaty Crimeni, presidente del comitato Settecamini - Noi chiediamo che sia eliminato il campo rom, visto che sta causando questi problemi, invece stanno cancellando il servizio». A poco serve la rassicurazione di Ferrovie, che spiega come la soppressione della fermata permetterà di ridurre i tempi di percorrenza lungo la tratta. Insieme all'altro comitato di zona («Case Rosse») i residenti di Settecamini in passato hanno già scritto a Regione e Comune per denunciare la scarsità di collegamenti nel quartiere e la difficile convivenza con i nomadi. «Proprio a via di Salone - si legge nella lettera firmata dai comitati - vi è una stazione ferroviaria, solo parzialmente funzionante a causa dei disordini e degli atti di vandalismo praticati ai danni dei treni, delle auto parcheggiate, nonché dei pendolari, a causa della presenza del vicino campo nomadi». Tra le richieste, un presidio fisso della Polizia ferroviaria alla fermata, «almeno fino allo sgombero totale del campo nomadi». Invece a quanto pare le baracche resteranno, a essere sacrificati saranno i treni. E non è la prima volta. Già nel 2002 la stazione venne chiusa per motivi di ordine pubblico, quattro anni dopo si iniziò a pensare di eliminarla del tutto, ma i residenti si opposero. A quel punto è stata riqualificata ma, nonostante i lavori, è stata riaperta solo nel 2010. Quindici anni dopo nulla è cambiato, anzi. Tanto che il comitato di quartiere sta valutando di fare un esposto alla Corte dei conti. «Comprendo il senso di disagio e incertezza che sta vivendo il territorio - commenta Giorgio Trabucco, consigliere capitolino e capogruppo della Lista civica Gualtieri - La stazione di via di Salone rappresenta un nodo di collegamento importante per chi si sposta ogni giorno verso il centro città e la sua chiusura, seppur motivata da esigenze legate alla sicurezza, pone il tema urgente di garantire alternative valide e tempestive». Non è l'unico caso di disagi ai trasporti causati dagli abitanti dei campi nomadi capitolini: da anni infatti gli autobus che entrano ed escono dalla rimessa Atac di via Candoni, in zona Magliana, vengono bersagliati da continui lanci di sassi. Nonostante i danni ai veicoli (comprati, lo ricordiamo, con soldi pubblici) e la paura degli autisti, a quanto pare per il Campidoglio chiudere quel campo non è così urgente.
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